Abbiamo distribuito in quattro giorni quasi 10 milioni e mezzo a 337 famiglie

Abbiamo distribuito in quattro giorni quasi 10 milioni e mezzo a 337 famiglie axllax genGirosssitàt dei lettovi do **la a. StaxxxMpttm 9* Abbiamo distribuito in quattro giorni quasi 10 milioni e mezzo a 337 famiglie In una scuola di Marsala venti persone ci hanno detto: «Ero al campo di La Pietra, io il sussidio dei torinesi l'ho già avuto» - Incontro con la zia del signor Giuseppe Fontana di Torino: è in perfetta salute (Dal nostro inviato speciale) Marsala, 15 febbraio. Milletrecento profughi di Gibellina. Poggioreale. Sala paruta. Partanna. Montevago Santa Margherita Belice San ta Ninfa, ospitati nelle scuola di Marsala sapevano che da un mese le « squadre » de « La Stampa » erano in gnu nelle zone terremotate pò distribuire le offerte dei tei tori. « La voce si è sparsa presto — ci diceva oggi un bracciante dì Gibellina —, ne parlavano tutti, ma noi non vi avevamo ancora visti Co minciavamo a pensare che ci aveste dimenticati ». Il nostro criterio è stato di soccorrere secondo una certa gradualità dei bisogni: prima tutte le tendopoli, poi gli ospedali, quindi i ricoverati nelle scuole delle varie città. Siamo arrivati anche a Marsala. In quattro giorni — iggi c'era pure il colleya Ettore Doglio che riferisce a parte sul lavoro svolto dalla sua « squa dra » — abbiamo avvicinato 337 nuclei familiari, circa millequattiocento persone, ai quali sono stati distribuiti sussidi per dieci milioni 391) mila lire (di cui tre milioni ventimila lire oggi a 96 famiglie). La cronaca della giornata registra due episodi lieti Tre settimane addietro il signor Giuseppe Fontana, abitante a Torino in viale Falcherà 52. aveva scritto a « Specchio dei tempi » allarmato per la sorte della zia Rosaria Fontana, di 77 anni, che risiedeva a Gibellina, in via Venza 24. Qualche giorno dopo eravamo in grado di assicurare al signor Fontana — in base a testimonianze indirette — die la zia era uscita viva dal paese di strutto e che si trovava in un campo profughi , imprecisato tra Mazara e Marsala. Oggi abbiamo notizie migliori e dirette signor Fontana, sua zia è vispa e in perfetta salute, si trova presso la scuola « Cavour » di Marsala A nome dei lettori de « La Stampa » le ibbiamo consegnato 20 mila lire Ha firmato la ricevuta senza bisogno di occhiali e con mano fermissima. Le abbiamo chiesto: « Come va, nonna? ». Ci ha rispo sto: « Bene, ma non ho più la casa ». « Cosa mangia qui? ». « Di tutto — ci ha risposto — anche la pastasciutta ». JVon è sola, è assistita, con ogni cura, dalla famiglia di Pasquale Recina. La signora Anna Recina ci ha raccontato com'è che sua zia. signor Fontana, è ancora viva: « Quando vennero le prime scosse di terremoto, noi corremmo in strada. Conoscevo la Rosaria Fontana. Passan do davanti alla sua casa, in via Venza. la vidi affacciata alla finestra che piangeva. Non ci pensai un attimo Sa lii le scale, entrai nella stan za e la trascinai via. Poco dopo l'intero paese cadeva in rovina. Insieme abbiamo tra scorso le prime notti in cnm pagna e sotto le tendft. Oggi è come se fosse della mia famiglia ». Anche il secondo episodio lieto s'è verificato alla scuo la « Cavour » di Marsala. La mia « squaara » oggi, oltre all'inseparabile autista Chia vetta, era rafforzata dal rag Cosimo Pampalone, consiglie J ni re dell'Ente Comunale dì As sistema di Marsala, al quale devo la più viva riconoscen za Arrivati alla scuola « Cu vo« bdeChpidvasogissidrictreveunla ziacasidavvala re tà è re Ia I mTrchlineiain paSapeAgpecetotoolprblsi pe vour » abbiamo installato la « banca volante » dei lettori de « La Stampa » nell'atrio. Chiamati i capifamiglia, rapidamente abbiamo avuto davanti una cinquantina di persone Alla fine però sul re gistro dove segniamo i sussidi e facciamo firmare per ricevuta c'erano soltanto una trentina di firme Gli altri venti si sono presentati ad uno ad uno, mi hanno stretto la mano, e mi hanno ringraziato dichiarando: « Ero nel campo di La Pietra, io il sussidio dei torinesi l'ho già avuto». Una prova colletti va di civiltà e di onestà dalla quale credo di poter trarre una morale: la generosità dei lettori de «La Stampa» è andata veramente a favore di gente povera ed onesta Sergio Devecchi