L'azzurra Lechner (con slitta regolare) è in testa e punta alla medaglia d'oro

L'azzurra Lechner (con slitta regolare) è in testa e punta alla medaglia d'oro L'azzurra Lechner (con slitta regolare) è in testa e punta alla medaglia d'oro Manca una sola discesa alla conclusione delle gare - L'italiana, con 71 centesimi di secondo di vantaggio sulla Schmuck, ha molte probabilità di vincere - Erica Lechner abita a Bressanone e fa la bambinaia (Dal nostro invi i speciale) Villard-de-Lans, 13 febbraio. In queste Olimpiadi tormentate, è scoppiato un « caso » anche per le gare degli slittini. Un « caso » curioso, strano, cosi imprevedibile da rappresentare il fatto del giorno. Tre atlete della Germania Est, la Enderlein e la Mueller che capeggiavano la classifica, e la Knoesel che era al quarto posto, sono state colpite da squalifica perché, contrariamente a quanto ordina il regolamento, scaldavano i pattini dei loro slittini. E, stamane, al termine della terza prova (la quarta — quella conclusiva — verrà disputata domattina) è balzata al comando, con buone probabilità di conquistare la medaglia d'oro, un'azzurra. Si chiama Erica Lechner, ha venti anni, fa la bambinaia a Maranza, un paesino in provincia di Bolzano. Il « caso », divertente con quel pizzico di giallo che lo anima, si è aperto stamattina d'improvviso, quando la giuria stabiliva, viste le condizioni della pista, di far disputare la terza prova che ieri sera era stata programmata non per oggi, ma per domani. Gli atleti venivano avvisati in fretta e furia. Sulla pista prima avrebbero preso il via, da un punto più alto, gli uomini, poi, più in basso, sarebbero partite le donne. Il dirigente italiano Claudio Battisti assisteva alla partenza della prova maschile, quindi si recava alla località fissata per la partenza della prova femminile. Gli si faceva incontro Ambrosi, l'allenatore della squadra italiana. I due si capivano con un cenno soltanto. C'era qualcosa che non filava per il verso giusto. A questo punto, bisogna fare un passo indietro. Alcuni giorni or sono, durante la disputa della seconda prova riservata agli uomini, solo due tedeschi della Germania Est avevano realizzato un tempo migliore della prima, nonostante le condizioni ambientali fossero cambiate, con un aumento della temperatura, il che aveva logicamente peggiorato il fondo della pista. Lì per lì, era sorto un dubbio, il dubbio che ci fosse qualcosa di irregolare negli slittini dei tedeschi. Ma il dubbio era rimasto tale, senza possibilità di tradurlo in realtà. Si pensava che i tedeschi scaldassero i pattini degli slittini, cosa questa proibita dal regolamento, poiché lo slittino, con i pattini scaldaci, scivola più veloce, però gli Atleti preparavano gli slittini tutti insieme e nessuno aveva notato manovre particolari. Un dubbio — dicevamo — soltanto un dubbio. Ma stamattina, sul bordo della pista, uno degli slittini pronti per la gara femminile aveva i pattini caldi. Battisti lo constatava di persona, quindi invitava il presidente della giuria, un polacco, ad operare un accertamento. Il polacco allora toccava con una mano. La sua Impressione poteva essere sbagliata. Prendeva allora un po' di neve e l'accostava al pattino. La neve fondeva. Cercava la « pilota » del mezzo. Nessuna delle atlete rispondeva. Il presidente della giuria chiamava ad alta voce. Si faceva viva, finalmente, la Mueller, lo slittino era il suo. II presidente della giuria sosteneva che lo slittino non poteva partire. Battisti, con gentile fermezza, lo invitava a controllare i pattini di tutti gli slittini. Erano caldi (come si prevedeva) quelli degli slittini delle altre due tedesche orientali, la Enderlein e la Knoesel. Il presidente della giuria cambiava avviso, obbligava le tre tedesche a sfred¬ dare nella neve i pattini « colpevoli ». Battisti, per precauzione, chiamava alcuni fotografi, li pregava di riprendere la scena. La « manche » partiva e partivano pure le tre tedesche. Battisti consigliava alla Lechner, che era terza in classifica, appunto dietro la Enderlein e la Mueller, di scendere con calma, senza eccedere in inutili rischi. Finiva la prova, e in base ai risultati l'ordine della graduatoria non cambiava. Ma la giuria, senza che nemmeno fosse necessario un reclamo ufficiale, provvedeva a squalificare immediatamente le tre atlete responsabili di aver violato il regolamento e la Lechner balzava così in testa alla classifica. Protesta della Germania Est, un intero pomeriggio trascorso in discussioni vivacissime e, a tratti, persino violente. Intorno alla Lechner, intanto, gran fervore d'interesse. Mai era capitato che un'atleta balzasse in modo così imprevedibile sulla ribalta della popolarità. La Lechner è nata il 28 maggio '47 a Maranza. E' casalinga di professione, però, per qualche tempo, ha sbrigato le mansioni di bambinaia in casa del presidente dello Sci Club Bressanone. Corre sugli slittini da qualche anno Da principio, la Lechner ha gareggiato sulle strade, cioè sui sentieri ghiacciati. Poi, viste le sue qualità, ha cominciato a gareggiare su piste normali. E' stata campionessa italiana nel '66 e nel '67. Nel '67 ha sbalordito, affer¬ mandosi nella Coppa delle Alpi. Si è quindi ammalata e non ha potuto partecipare ai campionati d'Europa. Ha corso i « mondiali », piazzandosi al settimo posto, ed ora punta alla medaglia d'oro delle Olimpiadi. E' al comando della graduatoria e l'avversaria che la insegue più da vicino — la tedesca occidentale Schmuck — è staccata di 71 centesimi di secondo. Pochi attimi, un soffio; un soffio che però dovrebbe essere sufficiente. Gigi Boccacini

Luoghi citati: Bolzano, Bressanone, Europa, Germania Est