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Morto a Genova un operaio picchiato da un ex pugile Morto a Genova un operaio picchiato da un ex pugile Era stato atterrato con un violento pugno durante una lite (Dal nostro corrispondente) Genova, 13 febbraio. (f. d.) Tragico epilogo di una lite: un operaio di 52 anni, Pietro Biagi, ricoverato all'ospedale il 31 gennaio in seguito alle percosse ricevute, è morto ieri notte nella clinica neurochirurgica. Lo sventurato, sposato e padre di due figlie, risiedeva a Pontremoli ma lavorava presso un'impresa di Bolzaneto. Era stato colpito al viso da un pugno sferratogli da un ex pugile, Domenico Fois, 28 anni, da Sassari, che era spalleggiato da tre conterranei, Proto Poddighe, di 35 anni, Antonio Battista Grabesu, di 20, e Antonio Pirast.ru, di 33, Sull'ex pugile, ora arrestato, grava l'accusa di omicidio preterintenzionale. Pietro Biagi era stato tro¬ vato, all'alba del 31 gennaio, riverso sul marciapiede di corso Maurizio Quadrio, lungo la circonvallazione a mare. All'ospedale di San Martino, i medici gli avevano riscontrato una grave frattura cranica. L'operaio non era in condizioni di essere interrogato e pertanto in un primo momento tutte le ipotesi sembravano valide:, egli poteva essere rimasto vittima di un'aggressione, o d'un pirata della strada, o d'una caduta accidentale. Le indagini dei carabinieri del nucleo investigativo hanno fatto piena luce sulla vicenda: Pietro Biagi era stato percosso duramente in uria strada del centro cittadino, via Dante, caricato su un'au to e trasportato in corso Quadrio. L'operaio era venuto al¬ le mani con un uomo, il quale s'era poi allontanato. Poco lontano, costui aveva incontrato Domenico Fois, suo amico, e gli aveva riferito l'episodio. L'ex pugile decise di intervenire e con altri tre suoi amici raggiunse il Biagi. «Perché hai pestato un mio amico »?, chiese con fare minaccioso all'operaio. « E a te che importa"? », fu la risposta di Biagi. Il Fois allora lo colpi in pieno viso con un secco pugno: l'operaio finì a terra battendo il capo e rimase privo di sensi: Poco più tardi, nel tentativo di sviare le indagini, l'ex pugile ed i suoi amici trasportarono con un'auto l'operaio fino in corso Qua drio. dove lo abbandonarono: l'uomo rimase per cinque ore senza alcuna assistenza.