Il Belgio ancora senza governo forse in marzo nuove elezioni di Sandro Doglio

Il Belgio ancora senza governo forse in marzo nuove elezioni A una settimana dalle dimissioni dì Van fleti Koeynants Il Belgio ancora senza governo forse in marzo nuove elezioni Senza esito le consultazioni di re Baldovino: lo scioglimento delle Camere appare sempre più probabile - Il Paese è profondamente diviso dal contrasto tra fiamminghi e valloni - Il primo ministro dimissionario dichiara: « Il vero problema è sapere se noi belgi vogliamo vivere insieme. Se rispondiamo no, dobbiamo avere il coraggio di subirne le conseguenze» ivono a Bruxelles, che ha n regime bilingue. Sui libri di storia si leggoo poche notizie relative alla Vallonia, moltissime invece ulla Fiandra, che nel Medio Evo era terra di cultura, di ommerci, di arte. Le archi-,etture di Gand, di Bruges e ella stessa Bruxelles, nonché musei del mondo intero, ne ono dimostrazione eloquene. Ma al Medio Evo segui un ungo periodo di decadenzaQuando venne creato il Belio — nel 1830 — della gloia di Fiandra non restavano he monumenti e quadri. I fiamminghi erano diventati ontadini oberati da famiglie numerose, costretti a vivere n terra avara, senza scuole, enza una lingua comune: si ntendevano a malapena fra oro, borbottando astrusi diaetti. Al contrario i valloni tavano scoprendo il carbone nel sottosuolo della loro regione, e parlavano tutti il rancese. Erano ricchi. L'inluenza culturale della Frania li aveva resi sicuri di sé. E si imposero. La prima cotituzione del regno del Belgio fu scritta in francese. Il primo re, Leopoldo I, non apeva una parola di fiammingo. 'il primo incidente grave vvenne cent'anni fa: due ope aì fiamminghi furono condannati a morte per omicidio. Dopo l'esecuzione si scoprì che erano innocenti, ma he non avevano potuto diendersi perché non sapevano parlare francese: dell'intero processo non avevano capito una sola parola. La tragica toria colpì l'opinione pubblica. Durante le due ultime guerre, il Belgio fu occupato dai edeschi, e Berlino fu generosa di promesse verso i fiamminghi, che accettarono di buon grado di aiutare il Kaiser e che — in parte, beninteso — non combatterono l nazismo, sperando l'indipendenza, a Nu of nooit », adesso o mai, dicevano per giustificarsi. I fiamminghi diesero perciò re Leopoldo III che si era arreso ad Hitler, mentre i valloni lo accusarono di fellonia. Slo semplificando, naturalmente, ma questo è il succo della storia. La permanenza di Leopoldo sul trono fu il primo grave scontro aperto fra le due comunità: un referendum diede a maggioranza alle idee fiamminghe, ma in definitiva vinsero i valloni, che non esitarono a raccogliere sassi nelle strade per lanciarli contro il Palazzo reale. Leopoldo fu costretto.ad abdicare, lasciando la corona a Baldovino. Intanto era stata fissata una legislazione linguistica. Molto semplice, in teoria: in Fiandra si parla fiammingo, (Dal nostro corrispondente) 1 Bruxelles, 1,3 febbraio. Da una settimana il Belgio è senza governo, il re continua le consultazioni, eminenti uomini politici tentano di trovare un accordo, ma la crisi sembra ancora lontana dalla soluzione. Si parla anzi, con sempre maggiore insistenza, di scioglimento anticipato delle Camere e di nuove elezioni. Il dissidio tra fiamminghi e valloni, che ha condotto il gabinetto Van den Boeynants a presentare le dimissioni, appare infatti sempre più aspro: quasi ogni giorno i giornali riferiscono incidenti, che dimostrano come la tensione aumenti in ogni parte del paese. Stamane, inaugurando un nuovo tratto di autostrada presso Charleroi (in* paese vallone), il ministro De Saegers è stato quasi aggredito da alcune persone: De Saegers, democristiano, è litolare del portafoglio dei Lavori Pubblici, ed appartiene all'ala fiamminga del suo partito. I dimostranti, a gran voce, hanno chiesto che il nastro augurale del nuovo tratto di autostrada venisse tagliato da un vallone, non da un fieni-1mingo. La polizìa ha faticato per riportare l'ordine, la cerimonia si è conclusa fra le grida e i fischi della folla. Il contrasto fra le due comunità linguistiche ha messo in crisi anche l'unità del partito democristiano (è stata proprio la divergenza di idee fra i de fiamminghi e i de valloni a indurre il primo ministro a rassegnare le dimissioni): per cercare di salvare il partito, per iniziativa degli elementi moderati e — si dice — di una parte del clero, i maggióri esponenti delle due ali estreme del partito cattolico si sono riuniti oggi e stasera. Il massimo riserbo è mantenuto sulla riunione: non si sa neppure dove questa si svolga, i giornali parlano di « riunione segreta in una località se- Negli ambienti politici si ritiene probabile che re Baldovino incarichi un uomo politico di sua fiducia di continuare i sondaggi: si parla dell'ex primo ministro Eiskens. L'ipotesi di nuove elezioni rimane tuttavìa la soluzione per la quale propende la maggioranza degli osservatori: le consultazioni, si afferma, dovrebbero avvenire alla fine di marzo o ai primi di aprile al massimo. Il dissidio tra fiamminghi e valloni, infatti, non è opera di qualche estremista, né invenzione dei politici per nascondere altri interessi. E' scritto sulla Costituzione del regno, è sancito dalle cosiddette leggi linguistiche, è messo — nero su bianco — perfino sulla carta geografica del paese. Una frontiera invisibile, ma reale, attraversa e divide il Belgio in due. Separa la Fiandra dalla Vallonia, Bruges da Liegi, Gand da Mons. Passa poco a sud di Bruxelles, attraversa il campo di battaglia di Napoleone a Waterloo. A nord di questa linea vivono i fiamminghi che parlano l'olandese (o quanto meno un dialetto che assomiglia alla lingua che si parla ad Amsterdam e all'Aia). A sud i valloni, che sì esprimono in un francese colorito e ricco di cadenze e accenti strascicati. In tutto, i belgi sono poco più di nove milioni: cinque in Fiandra, tre e mezzo in Vallonia. Gli altri in Vallonia si parla francese, a Bruxelles le due lingue hanno pari diritti. Una commissione linguistica controlla la rigorosa — e spesso cieca — applicazione della legge: i figli di un vai- lone trasferitosi in Fiandra sono obmgatì ad andare a una scuola fiamminga, parleranno una lingua che forse i genitori neppure capiscono. In Belgio ci sono naturalmente due radio diverse, due diverse televisioni, una per comunità. In Parlamento tutti gli interventi — insulti compresi — devono essere tradotti. Il solo problema a non essere regolato su carta è quello delle Università: la legge non stabilisce in che lingua ci si deve laureare. Ponendo il problema di Lovanto — sul tavolo da anni, ma inaspritosi sempre più con il tempo — l'altro giorno i fiamminghi hanno colmato la lacuna: pretendono che in terra fiamminga non debbano esistere sezioni universitarie francofone. Decisione grave e difficile da prendere, sia per il prestigio dell'ateneo cattolico di Lovanio, che ha studenti provenienti da tutti i paesi del inondo, sia per le inevita¬ bili reazioni dei valloni. I vescovi non sono riusciti a mettersi d'accordo. Il governo neppure. Il dissidio linguistico che travaglia il Belgio è, insomma, una guerra civile travestita da disputa campanilistica che si accende a tratti. Molto spesso si limita a piccole scaramucce. « Il vero probema — ha dichiarato Van den Boeynants, primo ministro dimissionario — è di sapere se noi belgi vogliamo vivere assieme. Se rispondiamo di no, dobbiamo avere il coraggio di tirarne le conseguenze ». Sandro Doglio

Persone citate: Baldovino, De Saegers, Fiandra, Hitler, Kaiser, Leopoldo I, Leopoldo Iii, Lovanio