Processo a undici mafiosi per delitti nel Palermitano
Processo a undici mafiosi per delitti nel Palermitano Processo a undici mafiosi per delitti nel Palermitano All'Assise di Perugia, per legittima suspicione - Li accusa una donna coraggiosa, alla quale venne ucciso il figlio (Nostro servizio particolare) Perugia, 12 febbraio. Oggi, alla Corte d'Assise di Perugia è cominciato, su rinvio della Corte di Cassazione per « legittimo sospetto », il processo contro undici siciliani accusati di omicidio, tentativo di omicidio e associazione per delinquere. Gli imputati furono protagonisti di una serie di episodi quanto mai intricati, avvenuti a Palermo nel periodo dal 1960 al 1962. Gli accusati sono Giuseppe Corrado di 35 anni, Paolo Verme di 53, Damiano Costantino di 28, Giovanni Vallone di 48, Giuseppe Spina di 48, Giuseppe D'Arrigo di 62, Salvatore Maggio di 34, Filippo e Vincenzo Rimi, di 45 e 65 anni, Rocco Semilia di 55 e Vincenzo Corrado di"77. Gli episodi ai quali gli imputati, appartenenti presuntivamente a gruppi mafiosi diversi, sono direttamente o indirettamente collegati, si ri¬ feriscono all'omicidio di Stefano Leale, di Gioacchino D'Arrigo e di Salvatore Lupo Leale; quest'ultimo era il figlio di Serafina Battaglia, la donna che fece una dettagliata deposizione alla polizia, facendo incriminare varie persone. Per la morte di Salvatore Lupo Leale venne giudicato, nel giugno 1966, Marco Semilia e fu condannato a 27 anni di reclusione ma successivamente la Corte d'Assise d'Appello di Perugia lo mandò assolto. Serafina Battaglia, più volte, è stata posta a confronto con Rocco Semilia, Filippo e Vincenzo Rimi. Non sono mancati forti contrasti tra gli imputati e la teste; ognuno però" si è mantenuto rigidamente sulle precedenti posizioni: la Battaglia, elencando numerosi crimini addebitati agli imputati, e questi smentendo qualsiasi addebito. r. s.
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