Sfogliamo i diari inediti di Hans e Sophie Scholl

Sfogliamo i diari inediti di Hans e Sophie Scholl I due fratelli fatti decapitare da Hitler Sfogliamo i diari inediti di Hans e Sophie Scholl Sono passati venticinque anni dalla condanna a morte dei giovani antinazisti associati nella « Rosa Bianca », simbolo di pace - Il padre possiede, raccolti in due volumi, gli scritti e le lettere di Hans e Sophie, anima del gruppo - Complottavano contro il nazismo per un impulso di moralità, di fraternità con gli uomini, senza illudersi nel successo - Nell'ultimo manifestino dicevano: « Meglio una fine nell'orrore che un orrore senza fine » (Nostro servizio particolare) Monaco di Baviera, febbraio. Sto sfogliando i diari inediti di Hans e Sophie Scholl nella casa del loro padre, Robert, settantotto anni, che abita al 19 Blumgarten di Monaco. Sono due album rilegati con tela grezza di circa cinquanta pagine ognuno. Il testo è scritto a macchina su righe di venticinque battute con un ampio margine bianco sulla parte sinistra di ogni foglio. Dopo ogni pagina di testo ci sono impaginate foto. Nella prima del suo diario, Sophie gioca con le bambole. Quella di Hans lo mostra nella divisa della Hitlerjugend. «E' un dono di mia figlia Inge — dice Robert Scholl. — Per anni ha raccolto lettere di Hans e di Sophie, indirizzate a noi della famiglia, agli amici. Ha scelto quei passi che spiegavano il loro animo. Ha cercato pazientemente, e trovato, appvnti e fotografie del fratello e della sorella ». Stanno per compiersi venticinque anni dalla morte di Hans e Sophie, decapitati per resistenza all'hitlerismo. Questi due album sono dedicati al vecchio padre. Robert Scholl subì processi e carcere nazista per le sue idee. Uno dei suoi ritorni è cosi annotato da Sophie: « Mio padre è di nuovo a casa. Ah, come tutto è diverso se lui siede a capotavola. Se al mattino devo preparargli l'acqua calda per farsi la barba. Se arrivano di nuovo dal bagno le sue variazioni. Se mi sento chiamata più di dieci volte al giorno tra il burbero e il tenero: — Dove ti sei cacciata, bricconcello? Spesso dice ad alta voce: — A tutte. E' l'inizio di — A tutte le violenze resistere ostinati! ». In casa, Robert Scholl parla di Hitler come di un flagello. Il 9 aprile 1940, Sophie: «Inorridisco alla guerra. Ogni speranza in un futuro migliore se ne va. Potrei anche non pensarci. Sono una ragazza. Ma non è giusto. Sento che presto non ci sarà nient'altro che la politica e finché essa è così sbagliata e cattiva, è da vili allontanarsene». La guerra contro l'Inghilterra e la Francia era scoppiata da due giorni appena, e già il 5 settembre 1939, Sophie aveva scritto nel suo diario: « Non riesco a concepire il fatto che oggi degli uomini siano messi in condizione di costante pericolo di morte da parte di altri uomini ». Due settimane dopo: « Non lasciamoci andare alla speranza che la guerra sia presto finita, malgrado la nostra mentalità infantile ». Il 20 settembre suo fratello Hans: « Sono uscito per imbucare un'altra lettera a Thulla. La riceverà domani, al più tardi dopodomani. Le avevo scritto che una strana indifferenza ricopre le ombre. Con l'ombra profonda volevo significare la guerra. Lei ha creduto che io esprimessi confusamente il desiderio di andare alla guerra. Invece è qualcosa di diverso che non ha capito. Io non voglio "essere eroe" in guerra». Ma, studente in medicina è assegnato al servizio sani tario in Francia: « Abbiamo occupato le case più belle per il nostro quartiere. Ma io pre ferirei dormire sulla paglia. Mi chiedo se sono ancora una persona per bene o un ladro». Il 29 maggio del "40. So phie: « Anche se non capisco molto di politica, né ho l'ambizione di farla, tuttavia ho il senso di ciò che è bene e di ciò che è male perché questo non lia niente che fare con la polìtica o con la nazionalità. E vorrei urlare quanto sono volgari gli uomini anche se sono dei grandi politici; e come ingannano i lo ro fratelli per amore del vantaggio ». Dopo la Francia, Hans è spedito al fronte russo. D'e state gli permettono f cor ■si in medicina all'Università Ludwig Maxlmilian di Mona co. "Autunno e inverno tutta la compagnia universitaria ne fanno parte anche Alex Schmorell, Christl Probst, Willy Graf — sono al fronte. Il 28 settembre del '42, nel diario di Hans: « All'inizio eravamo contenti che final mente la guerra fosse scop piata. Pensavamo che solo la guerra poteva portarci alla liberazione da questo giogo. Ma quanto a lungo dureranno questi assassina? E' pos sibile che la nostra unica spe ronza debba essere legata al l'esito di questa guerra spa ventosa? ». Qualche giorno dopo racconta: « Alex ed io abbiamo sepolto un russo. La testa era scvftpclaanncrl Una rara immagine di Sophie Scholl, a sinistra, la ragazza decapitata dai nazisti; è fotografata in una via di Ulm con la sorella Inge che ha raccolto II suo diario (Tel.) iimiiiuiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiim staccata dal corpo. Parti del corpo erano putrefatte. Avevamo già quasi ricoperto la fossa quando abbiamo trovato un braccio. L'abbiamo sepolto. Poi abbiamo fatto una croce russa con del legno e l'abbiamo infilata nella terra, a capo della fossa. Ora la sua anima ha pace ». « Mi sembra terribile . — nota Sophie il 28 ottobre del '42 — che il mondo interiore non si ribelli a questa legge di natura che vuole la vittoria del più forte contro il debole. Quando verrà finalmente il tempo in cui non dovremo più temere? ». Robert Scholl, dice: «In quegli anni Hans era angosciato da una domanda. Un cristiano può uccidere il tiranno? ». Lui e i suol amici scolsero la « Rosa bianca », la non violenza. Però il secondo volantino, distribuito dal gruppo a Monaco, Augusta, Salisburgo, Vienna, Stoccarda, Linz, non lascia spazio agli equivoci. Hans vi ha inserito questa decisione: «E' meglio una fine nell'orrore che un orrore senza fine ». Contro la macchina del nazismo con dei semplici volantini: cosa speravano? I volantini erano imbucati a indirizzi reperiti sull'elenco telefonico. Avvocati, professori, commercianti, albergatori. Willy Bollinger, uno dei « postini », che aveva meno di vent'anni, risponde: « Dal momento'che noi cristiani crediamo che il male si supera con la morte non pensammo al successo o no della nostra azione. Sentimmo che era giunto il momento dì intraprendere una protesta spirituale perché ce l'imponeva la nostra coscienza». Le prime vittime furono: Hans e Sophie Scholl, età 25 e 22 anni, protestanti; Kurt Huber e Willy Graf. 50 e 25 anni, cattolici; Alex Schmorell, 26 anni, ortodosso; Christl Probst, 24 anni d'età, chiese di essere battezzato, in carcere, prima dell'esecuzione. Chiedo a Robert Scholl quando capì che 1 figli erano nella « Rosa bianca », Dice: «Nell'estate del '42, Sophie, che viveva a Monaco con Hans, venne a Ulm per il fine settimana. Entrò nello studio e mi mostrò un volantino. "Se te lo trovano addosso, ti uccidono ", gridai. Lei non si turbò. Poi, vedendo che io continuavo a fissarla senza parole, lo strappò in più pezzi ». Ma il 18 febbraio del '43, era di giovedì, lei e Hans ne lanciarono centinaia dal secondo piano dell'Università, a Monaco. L'ultimo foglio incitava i colleghi e le colleghe a « levarsi contro la servitù del nazionalsocialismo» e «a credere nuovamente nell'avvento della libertà' e del l'onore ». Il 7 ottobre del *42, nel suo diario Sophie ha scritto: « Ogni parola, prima di essere detta, va osservata da ogni parte affinché non ci sia il minimo dì ambiguità ». Aldo Falivena