Ungaretti ha ottant'anni

Ungaretti ha ottant'anni festeggiato con solennità, a Palazzo Chigi Ungaretti ha ottant'anni Per la prima volta, in Italia, un governo rende tanti onori a uno scrittore - Il saluto di Moro, Quasimodo e Montale - Il poeta, felice e commosso, ha annunciato che sta scrivendo versi d'amore Giuseppe Ungaretti con l'on. Moro durante il ricevimento a Palazzo Chigi (Tel. AP) (Dal nostro corrispondente) Roma, 10 febbraio. Gli ottanta anni di Ungaretti sono stati festeggiati stamane a Palazzo Chigi, sede della presidenza del Consiglio. Per la prima volta, in Italia, un governo onora un poeta con una cerimonia solenne: « E' un segno di civiltà » — ha detto Quasimodo aprendo i festeggiamenti —. Ungaretti, seduto tra l'cn. Moro e il poeta Montale, era lieto come un bambino, e ascoltava con aria intensa e ironica. Centinaia di persone, uomini politici ed esponenti della cultura, assistevano a uno spettacolo che era certamente insolito. Quasimodo ha parlato, scandendo le parole lucide e intense che sono nel suo stile, di ciò che Ungaretti significa nella vita letteraria dell'Europa, del movimento che con lui è cominciato e della dignità dell'uomo ritrovata, in un tempo di crisi e di violenze, attraverso la poesia. Ungaretti assentiva felice mentre Quasimodo esaltava la vitalità morale e spirituale del poeta ottantenne; e si è come schermito, un po' intimidito, quando Montale a sua volta ha parlato, ed era anch'egli commosso, della bellezza delle ultime poesie di Ungaretti. Era un simpatico e cordiale colloquio tra poeti. Moro ha ringraziato Ungaretti per quel che la sua poesia ha dato al Paese e alla nostra società, soprattutto per la sua difesa dei valori umani. Non ho competenza, ha detto Moro, per giudicare un così grande poeta, -ma so, il governo sa che alla poesia, quand'è cosi pura, un Paese deve moltissimo. Alla fine ha parlato Ungaretti, festoso, animato, ricco di verve. Agitava il bastone, si volgeva ora a Quasimodo ora a Montale, ora a Moro e diceva: « Sapete, è faticoso avere ottant'anni». Ringraziava il governo e gli amici, e si interrompeva un attimo per tornare alla sua età: « Io non confesso mai di avere ottant'anni; dico che ho quattro ventenni ». Moro, quasi messo in disparte dalla solidarietà dei poeti, seguiva la scena un po' divertito e un po' sorpreso. Ed è venuta la grande festa dei sentimenti e degli affetti tra coloro che scrivono: Ungaretti era abbracciato dai colleghi e dagli amici, molti lo baciavano, giovani donne lo lusingavano. Il vecchio poeta non si risparmiava e accoglieva felice gli omaggi e gli piaceva confermare alle signore che ì versi d'amore che sta scrivendo sono tra i più belli ch'egli abbia scritto. Un attimo di smarrimento quando, tra tante feste e per tanta emozione, Ungaretti s'è ritrovato senza il proprio bastone e senza una borsa gialla piena di carte che aveva con sé. Ritrovate le sue cose, il poeta ha lasciato Palazzo Chigi per nuove feste che lo onoreranno, a partire da lunedì, in molte città italiane e straniere, m. t.

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