Spedisce mille lire e si scusa: «Sono povera»

Spedisce mille lire e si scusa: «Sono povera» Il gesto d'una pensionata Spedisce mille lire e si scusa: «Sono povera» Anche ieri centinaia di lettori ci hanno portato il loro contributo per la Sicilia: 4.611.120 lire Il grande fiume della generosità dei nostri lettori continua a scorrere per portare aiuto, bontà, solidarietà ai fratelli siciliani colpiti dalla sventura del terremoto. Il totale della nostra sottoscrizione è salito a 511.191.605 lire; ieri ci sono pervenute 4.611.120 lire con 320 offerte il cui numero complessivo è ora di 26.220. E' più esatto chiamarli versamenti, perché sono le somme giunte ai nostri uffici di raccolta con a fianco un nome o un ente. Ma gli offerenti sono in numero di gran lunga superiore: sono centinaia di migliaia perché ima fabbrica, un Comune, ima scuola, una banca figurano come un unico versamento, mentre dietro la loro cifra vi sono decine o centinaia di gesti generosi, di cuori che palpitano di dolore, di trepidazione, di speranza per tutti i sofferenti siciliani. Abbiamo visto quanto sia stata vasta la risonanza della sottoscrizione de « La Stampa » e della sua distribuzione diretta sui luoghi della sventura: ci hanno mandato somme da tutte le parti del mondo, qualcuno, a migliaia di chilometri dall'Italia, ci ha scritto: « E' stata una fortuna sapere della sottoscrizione de "La Stampa" e poter partecipare, attraverso essa, ai tempestivi aiuti ai terremotati ». Le lettere di ringraziamento da parte di chi è stato aiutato sono in gran numero e molte commoventi; ma è ovvio che sia così. Più significative sono le lettere di ringraziamento di chi offre: sono grati a « La Stampa » perché dà loro la possibilità di compiere un'opera buona e di sapere che va subito a segno. L'offerta più elevata di ieri è quella di un milione della Stars, operai, impiegati e società; poi ci sono 560 mila lire della Banca Centrale di Credito Popolare di Milano, comitato esecutivo e dipendenti; 260 mila 100 lire degli operai, impiegati e dirigenti della Alleanza Cooperativa Torinese; 100 mila dei dipendenti e della direzione delle Officine Acerbi di Castelnuovo Scrivia; 100 mila lire dei dipendenti e soci del Corriere dei Fiori; 92 mila lire della Simbi Elettromagnetica e collaboratori; 80 mila lire dei dipendenti della società Pietro Serralunga di Biella. Ci scrive Itala Bee da Zurigo inviandoci 51.105 lire: « E' una raccolta fatta fra i miei alunni, tutti giovarli operai italiani che hanno le famiglie in Italia e che alla sera, dopo il lavoro, frequentano i corsi serali per imparare la lingua tedesca. Vi accludo l'elenco di quanto ognuno di loro ha dato con cuore e con spontaneità per aiutare gli infelici fratelli siciliani ». Da Marbella (Malaga) ci scrive Nina Bivona: « Sono una ragazza italiana che lavora in Spagna. Il personale di quest'albergo ha voluto spontaneamente offrire 500 pesetas (5100 lire) per i terremotati della Sicilia. Sono tutti spagnoli e questa offerta, anche se piccola, ha significato per ciascuno di loro una piccola rinuncia». Oli alunni e gli insegnanti del IV Istituto Magistra¬ le statale sezione di Monza ci mandano 223 mila lire raccolte tra le varie classi e scrivono: « Siamo consapevoli che l'offerta è ben poca cosa al confronto di quanto quotidianamente viene distribuito dai vostri inviati anche nelle singole località sinistrate, ma altresì sappiamo che essa potrà contribuire a sfamare, almeno per qualche giorno, una famiglia di italiani, che, come noi, ha diritto di vivere. La sottoscrizione aperta presso il nostro istituto è nata da un generoso moto di solidarietà, scaturito dalla consapevolezza degli alunni stessi di fare ciò che realmente un uomo degno di tale appellativo deve fare. Signori è tutto! Ogni parola in piìi sarebbe superflua. E' stato scelto il vostro giornale. avendo per certo che farà di ogni somma il migliore degli usi ». Una pensionata, mandandoci mille lire, scrive: « Lo so che sono poche per fare qualcosa, ma per me sono tante. Possa supplire all'esiguità della somma il cuore con cui le offro. Mi auguro che le mie mille lire vadano a finire a un povero come me, lui certo saprà apprezzarne tutto il valore che si può spendere e l'affetto che le accompagna ».

Persone citate: Nina Bivona, Pietro Serralunga