Un eroico medico condotto che ha sacrificato la vita

Un eroico medico condotto che ha sacrificato la vita Un eroico medico condotto che ha sacrificato la vita Il sanitario di Montevago è morto sotto le macerie perché voleva soccorrere i feriti Saranno consegnate alla vedova le 200 mila lire offerte dai medici mutualistici torinesi (Dal nostro inviato speciale) Agrigento, 9 febbraio. Il presidente dell'Ordine dei medici della provincia di Agrigento, dott. Francesco Geraci, ci ha confermato che la somma di 200 mila lire versata dal Sindacato medici mutualistici di Torino alla sottoscrizione de «La Stampa» per i colleghi medici mutualistici generici delle province di Trapani, Palermo e Agrigento verrà consegnata alla vedova del medico condotto di Montevago. L'episodio, di cui apparve un cenno sul giornale nei giorni del terremoto, quando da ogni paese giungevano notizie di rovine e di stragi, è ricordato con commozione oggi. Infatti quando il presidente dei medici mutualistici di Palermo dott. Francesco Bellina a cui consegnammo la somma si consultò con i colleghi delle altre due province, la destinazione dell'aiuto fu approvata, con parere unanime: l'offerta dei medici torinesi sarebbe stata consegnata alla vedova del dott. Biagio Marino, medico condotto di Montevago, travolto dalle macerie d'una casa mentre si accingeva a soccorrere i feriti. Il dott. Marino abitava a Montevago in via Madonna delle Grazie. Sposato con Nicotina Bonsignore, era noto e benvoluto per la sua affabilità, la sollecitudine nell'accorrere presso i malati e la sua capacità professionale. Chi ha visto Montevago ne conserva un'impressione d'incubo: nel centro del paese, dove c'era una grande piazza, lo slargo si è ampliato a dismisura. Tutte le case sono cadute ammucchiando rovine altissime, nelle quali squadriglie di bulldozers manovrate dai vigili del fuoco rimuovono le macerie, abbattono i muri pericolanti e frugano nèi-xalcinacci che "ancora nascondono dei cadàveri. Ci siamo passati l'altro giorno e abbiamo visto sospendere gli scavi perché una squadra di vigili aveva visto affiorare degli indumenti. Non era un ritrovamento macabro, ma soltanto un grosso fagotto di biancheria e indumenti, estratti da un armadio sconquassato. Questi oggetti, come tutti quelli ritrovati, vengono avviati a un deposito dove gli scampati di Montevago tenteranno di riconoscere la propria roba. L'enorme piazzale di Montevago è certamente una delle scene più impressionanti delle zone terremotate. In paese, naturalmente, non c'è più nessuno, perché non una casa si è salvata dai crolli; la popolazione è sparsa negli accampamenti vicini e più lontani, o ha trovato ricovero nei paesi circostanti in case di parenti o amici. Anche la vedova e il bambino del dottor Marino, dopo alcune peregrinazioni nei campi, hanno trovato ospitalità. L'attuale loro recapito viene cercato dal dott. Geraci di Agrigento. E' lo stesso dott. Geraci che ci racconta come è morto il dott. Marino. Alla prima violenta scossa di terremoto quasi tutti gli abitanti di Montevago abbandonarono le case per mettersi in salvo in cam-1 pagna. Anche il dott. Marino con la moglie e il figlioletto uscirono al1' aperto e cercarono un posto dove sostare al sicuro. Passò qualche tempo. po; il medico raccomandò alla moglie di non muoversi. «Perché? Dove vai?» chiese la donna. « Io voglio sapervi al sicuro — rispose il marito — ma non posso stare qui. Certamente ci sono delle vìttime, dei feriti e io devo essere vicino a loro per curarli. Torno in paese e prendo l'automobile che ho lasciato davanti alla nostra casa. Forse ci sarà qualche ferito che dev'essere trasportato a Sciacca o in qualche altro ospedale e se non ho un mezzo di locomozione non posso aiutarlo ». Erano le 14,30 del lunedi. La moglie del dott. Marino non osò replicare, sapeva quale era il dovere di suo marito. Il dott. Marino tornò in paese, prese la macchina e stava allontanandosi quando sopravvenne la seconda forte scossa di terremoto. Crollò una casa sull'automobile e la ricoperse di macerie. Così morì Biagio Marino, medico condotto di Montevago, vittima del dovere professionale e di uno slancio di solidarietà verso la disgraziata popolazione di Montevago. Ettore Doglio

Persone citate: Biagio Marino, Ettore Doglio, Francesco Bellina, Francesco Geraci, Geraci, Nicotina Bonsignore