Per Killy, «re delle nevi» altre 24 ore di nervosismo di Giorgio Fattori

Per Killy, «re delle nevi» altre 24 ore di nervosismo Per Killy, «re delle nevi» altre 24 ore di nervosismo Il fuoriclasse francese sente in modo particolare la dura responsabilità di essere il «favorito numero uno» - Spera di vincere per potersi ritirare - Si dedicherà agli affari (e all'automobilismo) - Lo trattano come un divo, anche se in realtà è un atleta semplice (Dal nostro inviato speciale) Grenoble, 8 febbraio. Immobile come un bramino nella posizione del fiore di loto, Jean-Claude KUly detto il « re n cerca stasera dt scaricare la tensione. La vedetta delle Olimpiadi è appassionato cultore di yoga. « Mi ha salvato — dice — dai nervi maledetti della gara ». Temperamento fortemente emotivo oggi ha sofferto più degli altri, in cima alla discesa di Chamrousse', aspettando un ordine dì partenza che non è arrivato. La nebbia ha vagato sulla pista, si è ritirata, ha soffiato di nuovo su quella ripida autostrada di neve che in alcuni punti vedrà i discesisti impegnati sui 120 all'ora. E' stato un gioco snervante durato cinquanta minuti, sino a che non è giunta la decisione di rinvio. E se Franco Nones ha lasciato ieri due chili e mezzo fra i boschi di Autrans, nell'inutile attesa qualche etto ha perduto anche KUly, ossessionato dal ruolo di favoritissimo. Il ti re ii è in gara per tre medaglie d'oro: discesa, slalom gigante e slalom speciale. In tutta la storia dell'Olimpiade l'impresa riuscì soltanto all'austriaco Toni Sailer, che si aggira adesso a Grenoble come osservatore speciale, già personaggio scolorito perché la gloria sportiva invecchia in fretta. KUly potrebbe ripetere il leggendario record di Sailer. E' il più grande discesista di questi ultimi anni, il suo disperato coraggio nell'avventarsi giù per gli ii schuss ii di neve, non ha confronti. A Kitzbiihel, un an- no fa, percorse i tre chilometri della pista alla media di 130 orari. I primati di velocità sono ancora più citi, ma ottenuti con sci speciali e su percorsi brevi. In gara ''.nessuno è mai andato veloce -jome Killy, tutto potenza e , dinamismo secondo le regole \ dello sport moderno che non i ha più preoccupazioni di stile. Eppure qualcuno pensa che Killy crollerà, per la forma eccellente di alcuni avversa¬ ri (austriaci soprattutto) e per il suo difficile sistema ner- 'oso. Alla partenza di oggi ! ga livido e cupo, anche se \ I suo allenatore non se ne I - i preoccupa perché Killy si trasforma nel trance della gara. Ma certo non l'aiuta questa vigilia assillante, con le dive del cinema che vanno a visitarlo come un mostro delle nevi, i giornalisti e i fotografi che l'assediano alle prove, al villaggio. Vedere Kil¬ ly è complicatissimo, bisogna riempire moduli per un'udienza collettiva e rapida, come si addice al suo ruolo di « re ». Non deve perdere la a ''.concentrazione e i suoi fidi e guardiani lo difendono. Ma e , ogni gjorno di rinvio pesa sui e \ nervi del pju famoso discen i sista del mondo. . e a ¬ e - Killy ha venticinque anni. E' nato vicino a Parigi, ma da piccolissimo si trasferì In Val d'Isère dove il padre, ex pilota di guerra con De Gaul- i ! le, aveva acquistato un albere \ go. I biografi segnalano la prie I ma spericolata discesa all'età di quattro anni, da un tetto coperto di neve. Niente di rotto e nascita di una vocazione. A sei anni era già uno sciatore spericolato. Ha studiato senza successo in tutti i collegi della Val d'Isère. Sua compagna di scuola era Marielle Goitschell, la più brava sciatrice di Francia, anche lei in gara a Grenoble per le medaglie d'oro. Quando aveva quindici anni il padre si rassegnò a fare di quel pessimo studente uno sciatore. Non sono molte le carriere per chi voglia passare sei mesi all'anno sugli sci e gli altri in palestra o sui prati a fare ginnastica. Come tanti altri, Killy finì doganiere, così da poter restare in montagna. I contrabbandieri avrebbero vita facile se la guardia alle frontiere fosse affidata solo ai doganieri francesi, italiani, austriaci che sono raccolti in tuta da campioni a Grenoble. Il tempo per il servizio non è molto, se vogliono prepararsi alle gare. Il doganiere Killy afferma che tutto il suo lavoro nelle poche volte che si trovò alle sbarre di frontiera fu di firmare autografi alle ammiratrici in transito. Alto e sottile, ha una faccia interessante che un giornalista americano trascinato dall'entusiasmo ha visto come un incrocio di Belmondo e James Dean. Bisogna dire che Killy è molto simpatico, malgrado le esaltazioni un po' goffe dei suoi cantori. Ha anche buon carattere, è semplice e generoso. « Il suo altruismo rasenta la dabbenaggine» dice di lui Marielle Goitschell. C'è solo quella faccenda delicata dei nervi che può giocargli scherzi pericolosi. Nella gara di discesa all'Olimpiade di Innsbruck rimase letteralmente al palo con una caduta da principiante. Ora è maturato, è più sicuro di sé, ha imparato « a non soffrire più », ma nel '66 ebbe una crisi di depressione che lo fece giudicare finito. Come tutti i fuoriclasse non è negli schemi e va accettato con le sue irrequietezze e il suo mistero. Se vincerà a Grenoble, progetta di ritirarsi. Industrializzerà il successo facendo pubblicità alle ditte interessate allo sci (un mercato che inghiotte ogni anno milióni dì neofiti in Europa) e si darà alle corse dì automobile. Ha già partecipato a una Targa Florio e sogna la maratona notturna di Le Mans. Bello, sportivo, sentimentalmente disponibile e al volante di una « Ferrari » sembra ricalcato sul personaggio del film di Lelauch che ha fatto sognare milioni di ragazze. Anche a Grenoble le ammiratrici non mancano, ma il « re ii ha solo tre medaglie in mente. Va a letto prestissimo, non fuma, ' conduce da anni la vita monastica dei campionissimi. La sua piccola corte pensa a tutto. Gli hanno fatto cambiare il letto, era fuori misura. Gli hanno fatto arrivare scarponi speciali, bastoncini speciali e quattordici paia di sci, tutti identici: ad ogni prova Killy sceglie nel mazzo, come un cavaliere antico la sua spada. Vìnca o perda, è il personaggio più importante di Grenoble, la grande speranza della Francia che in questa Olimpiade, dopo ì miliardi spesi in trampolini e stadi-pagoda, vorrebbe anche il trionfo sportivo. Paragonato alla semplicità montanara di Franco Nones, ex garzone di panettiere arrivato silenziosamente a distruggere il mito dei nordici, il mondano divismo di Killy rappresenta l'altro aspetto dell'Olimpiade, spettacolare ma forse meno autentico. Però, il « re » è un grandissimo campione e merita fortuna. « E' dura tutta la vita con gli sci sulle spalle » dice. Vorrebbe ora buttarli da parte in cambio di tre medaglie d'oro. Giorgio Fattori J.-Claude Killy, a sinistra, attende con ansia la gara di oggi a Chamrousse (Tel.)

Persone citate: Belmondo, De Gaul, Florio, Franco Nones, James Dean, Marielle, Marielle Goitschell, Sailer, Toni Sailer

Luoghi citati: Chamrousse, Europa, Francia, Grenoble, Innsbruck, Kitzbiihel, Parigi