Un minuto di distacco a norvegesi e finlandesi
Un minuto di distacco a norvegesi e finlandesi L'affermazione del fondista trentino Un minuto di distacco a norvegesi e finlandesi Martinsen al secondo posto - Maentyranta, vincitore nei precedenti Giochi di Innsbruck, è giunto terzo - Giulio De Florian, quinto, completa il trionfo della nostra squadra (Dal nastro inviato speciale) Autrans, 7 febbraio. Nella fiabesca piana di Autrans illuminata dal sole, Franco Nones ha ottenuto oggi il più sbalorditivo dei trionfi. Si correva la « trenta chilometri » di fondo, e Franco Nones, ventisettenne brigadiere delle guardie di finanza, l'ha vinta. Già sono passate alcune ore, da quando l'azzurro ha tagliato il traguardo, eppure ancora è difficile credere alla sua stupefacente affermazione. I pronostici, alla vigilia, erano tutti per gli scandinavi, che mai, nella lunga storia delle Olimpiadi, dal 1924 al giorno d'oggi, avevano perso una medaglia d'oro. Nel « clan » degli italiani, ad esser sinceri, c'era un'in solita sicurezza, il commissa rio tecnico Strumolo e lo svedese Nillson, allenatore della squadra, ieri sera avevano preso da parte Nones e gli avevano consigliato di mettere in atto la sua tattica preferita, quella di partire di slancio, sanza badar al risparmio di energie. L'azzurro era stato d'accordo. Nessun discorso lungo, che tra i fondisti non usa. Un semplice « sì » a mezza voce. Gli azzurri, insomma, pensavano di attaccare, ben coscienti della loro forza. Ma, quando i concorrenti, percorsi dieci chilometri, tornavano a transitare davanti alle tribune, e lo speaker annunciava i loro tempi, si diffuse tutt'intorno un senso quasi impacciato di sorpresa. Al comando, con il tempo di 31'43"7 filava con la falcata regolare e possente delle giornate di gran vena, proprio Nones, che aveva inflitto distacchi discreti agli avversari che lo seguivano più da vicino. Il sovietico Voronkov era a 22", quindi venivano nell'ordine il finlandese Maentyranta a 29", il norvegese Martinsen a 31", il finlandese Laurila a 32", De Florian a 41". Tutt'intorno — dicevamo — un senso dì sorpresa. L'ambiente che si determina tra chi assiste ad una gara dl fondo è ambiente particolare, è una continua ricerca di tempi per conoscere l'esatta situazione della corsa, momento per momento. Nasce sempre, per forza di cose, un'agitazione che sfiora la frenesia, anche se esistono pochi motivi di interesse immediato. Ma stamattina, per noi, l'interesse premeva. Passavano i chilometri e cresceva il tormento in una ridda di notizie ora buone, ora cattive. « Voronkov è in crisi! », sentimmo urlare — ed era, il sovietico ci perdoni, una buona notizia. Ma, subito dopo, si diffondeva un'altra voce, Maentyranta s'era scatenato alla controffensiva e Nones, invece, aveva un pochino rallentato, il distacco tra i due si era ridotto, era sceso da 29" a 20", da 20" a 10", da 10" a 4" addirittura. Dieci chilometri mancavano alla fine. E per Nones l'avventura sembrava sfumare senza possibilità di contrastare il passo al contrattacco dei rivali. Gli italiani, al traguardo, sospiravano, la medaglia d'argento, date le circostanze, quasi pareva cosa da nulla. Gli « uomini del Nord », cortesi, ci battevano le mani sulle spalle, quel Nones, secondo loro, già aveva compiuto un'impresa eccezionale e l'essere sconfitto da Maentyranta non era certo un titolo di demerito. Dieci chilometri, mancava no alla fine. E, in quei dieci chilometri, il brigadiere Franco Nones ha realizzato il mi racolo. Ha forzato il ritmo ha trascinato all'entusiasmo Gli applausi scroscianti, gli incitamenti, gli evviva della folla francese che capisce di sport, lo hanno accompagnato e sorretto per l'intero per¬ Anno 102 - Numero 33 LA STAMPA Giovedì 8 Febbraio 1968 11 secondo posto a Martinsen. Erano quasi le undici del mattino, un mattino radioso. Maentyranta si lanciava verso Nones, lo abbracciava, lo portava in trionfo. L'azzurro doveva faticare per aprirsi un varco nella stretta dei fotografi. Insieme con Strumolo andava verso l'albergo. Ai due si univa De Florian. Aveva conquistato il quinto posto, a completar l'affermazione azzurra. Sulla stradina verso l'hotel, Eggen e Gronningen, inseguivano Nones. Altri abbracci, altri complimenti. Sorrisi su tutti i volti, anche gli « uomini del Nord » incassavano la batosta con meravigliosa disinvoltura. In un angolo, una figura patetica. Marcello De Dorigo, il nostro fondista che era destinato ad una eccezionale carriera e che la sorte ha costretto ad abbandonare l'attività sportiva, guardava in silenzio. Gli andammo vicino « Rimpianti? » « No — ci rispose — quando vince uno di noi mi basta ». Un sorriso triste ad illuminare la sincerità. corso. Maentyrp.nta, vittima di una crisi, perdeva terreno. Nones tagliava il traguardo da campione. Maentyranta si smarriva. Cedeva di poco, ma quel poco era sufficiente perché il finlandese lasciasse il Gigi Boccacini
Luoghi citati: Innsbruck
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