Sanguinosi scontri a Saigon

Sanguinosi scontri a Saigon Sanguinosi scontri a Saigon La situazione è drammatica - Appello del governo sud-vietnamita ai Paesi amici: «Urgono viveri, medicinali e indumenti » - Le ambasciate straniere si preparano a sgomberare Saigon, 5 febbraio. L'offensiva comunista, ripresa ieri con grande violenza, è proseguita oggi in tutto il Paese. Si combatte a Saigon, nel delta del Mekong, a Dalat, Kontum e Ban Me Thuot negli altipiani centrali, e più a nord a Huè e a Khe Sanh, che dista 11 chilometri dalla fascia smilitarizzata. A Saigon la battaglia divampa in tre quartieri: a Cholon, dove si calcola vi sia il grosso delle forze comuniste impegnate contro la capitale; in una zona situata a 500 metri dal Palazzo presidenziale; e da stasera nell'8* Circoscrizione che è contigua al quartiere di Cholon. Ovunque governativi e americani impiegano tutte le armi di cui dispongono, aerei, artiglierie, carri armati, ma i guerriglieri resistono ed in alcuni casi hanno la meglio. Cholon è ormai ridotto a un cumulo di macerie; migliaia di persone hanno dovuto abbandonare le loro case bombardate da terra e dal cielo. I vietcong continuano a occupare il quartiere di dove dirigono tutte le altre azioni nella capitale. Stasera i partigiani hanno lanciato un attacco nell'8' Circoscrizione dove hanno occupato, in po co più di un'ora, la stazione di polizia e il Comando distrettuale. La scena dei com battimenti è stata illuminata con i bengala. La situazione in città è gra ve. I senzatetto si contano a migliaia; a essi bisogna aggiungere i profughi che con. tinuano ad arrivare dalle prò vince. Il governo sud-vietnamita ha lanciato un « appello urgente » ai popoli amici: « Abbiamo bisogno di viveri, medicinali, indumenti e materiale da costruzione ». Il vice-presidente Cao Ky ha detto che forse un secondo attacco in forze è imminente contro la capitale. Secondo voci che' circolano a Saigon, le ambasciate straniere starebbero esaminando i piani di emergenza preparati per il caso si rendesse necessario lo sgombero della capitale. Stanotte, una tremenda esplosione è avvenuta nella parte occidentale di Saigon. Pare che i guerriglieri abbiano fatto saltare una grande centrale elettrica. A Huè la battaglia prosegue furibonda. Si combatte di strada in strada, di casa in casa, ma i vietcong continuano a controllare le loro posizioni. La situazione degli americani si è aggravata nelle ùltime ore poiché i guerriglieri hanno fatto saltare un ponte sulla strada che collega la grande base di Phu Bai con il campo americano di Huè: i rifornimenti hanno così subito un sensibile rallentamento e devono ora essere trasportati con gli elicotteri. Al cannoneggiamento partecipano anche alcuni incrociatori della VII flotta che bombardano dal mare le posizioni comuniste. Ma il fatto più importante della giornata, perché potrebbe essere il preludio alla grande offensiva preannunciata dal generale Westmoreland, si è avuto nell'estremo nord del Paese. A Khe Sanh i comunisti hanno lanciato un primo attacco contro la base americana, che è un punto strategico di vitale importanza. L'azione è stata doppia: contro la base vera e propria, sottoposta a un intenso bombardamento di razzi e mortai, e contro la collina 861 che domina la base. All' attacco contro la collina 861 hanno partecipato 300 guerriglieri (gli americani calcolano che intorno a Khe Sanh vi siano 20 mila nemici, e che altri 30 mila siano pronti a intervenire poco distante). In qualche punto i vietcong sono riusciti a sfondare le difese americane ma sono stati poi ricacciati dal contrattacco dei marines. Il comando americano ha annunciato che dall'inizio dell'offensiva comunista, martedì scorso, sono morti 17 mila vietcong e 1464 alleati, 471 dei quali americani. (Ansa-Associated Press)

Persone citate: Cao Ky

Luoghi citati: Huè, Khe Sanh, Saigon