Vestiti a nuovo, i figli dei profughi cominciano a frequentare le scuole

Vestiti a nuovo, i figli dei profughi cominciano a frequentare le scuole B centri di raccolta sono saliti a cinque Vestiti a nuovo, i figli dei profughi cominciano a frequentare le scuole I più piccoli all'asilo-nido di Lucento, gli altri alle elementari - L'Onmi, d'intesa con l'Ufficio d'igiene, prepara il piano per le vaccinazioni - Il « Centro-soccorso » di Porta Nuova chiuderà i battenti lunedì L'aiuto di «Specchio dei tempi» ad alcune famiglie sventurate E' in via di esaurimento l'afflusso del profughi dalla Sicilia. L'altra notte ne è arrivato uno solo, ieri una trentina circa. Il « Centro soccorso » di Porta Nuova dove da 15 giorni si prodigano senza risparmio di forze funzionari del comune, assistenti sociali, crocerossine e agenti della Polizia ferroviaria, chiuderà 1 battenti lunedi prossimo. Frattanto, dalla comprensibile confusione delle prime ore, le comunità dei profughi si assestano in un ritmo di vita organizzata soddisfacente Gli alloggiamenti adesso sono cinque: l'Asilo notturno di via Ormea, 11 Centro sociale delle Vallette, l'ex colonia di Druent, la vecchia scuola del la Madonna del Pilone e, dall'altro ieri, l'ex ricovero Eca a Castelvecchlo di Testona. Gli ospiti in totale sono 542; c'è posto per altri 200. Particolare cura viene rivolta ai figli del sinistrati. Il direttore sanitario dell'Onmi prof. Egidi 11 visita giornalmente nei luoghi di raccolta e ha già preparato di intesa con l'Ufficio d'igiene, un plano per le vaccinazioni contro la pollo, il tetano, la difterite, la tosse asinina. Per i più piccoli, fino ai 5 anni, funziona il nido Onmi di Lucento dove 1 bimbi, assistiti da una vlgllatrice durante il viaggio, sono portati e ripresi da un apposito pullman. I ragazzi in età dell'obbligo sono via via avviati a scuola. Dall'Asilo notturno vanno alla Pellico; l'ente ha provveduto a rivestirli a nuovo, il direttore didattico prof. Magnino li ha forniti di maglie, libri e cartelle con i fondi del Patronato. Dal Centro delle Vallette una trentina di scolari, accompagnati dalle maestre, si recano alla Nino Costa. Dalla Madonna del Pilone, 12 vanno alla succursale Gozzi e uno alia media. Ovunque partecipano alla refezione e al doposcuola. Più difficile la soluzione per 1 ragazzi ospiti della colonia di Druent; sarà risolta la prossima settimana. Quanto al bimbi di Castel- vecchio, si provvederà mandando sul posto due maestre; la scuola è lontana e di difficile accesso. A poco a poco, 1 siciliani capifamiglia o In giovane età riescono a trovare occupazione. L'Ufficio piovinciale del lavoro ci ha co municato ieri di averne collocati 80 in Torino e 50 in provincia. * * Tra le richieste di aluto a « Specchio dei tempi », in questi giorni parecchie provengono da famiglie fuggite dalla Sicilia do. po aver visto crollare la loro casa, o che hanno lasciato le tendopoli perché i bambini non potevano sopportare freddo e disa gi. Si sono rifugiate presso parenti o compaesani, con il solo vestito che hanno addosso, senza biancheria di ricarribio, il « foglio di viaggio i) e tanta disperazione. Non hanno fatto In tempo a rlcevere- le somme che 1 nostri inviati distribuiscono sul posto, non hanno ancora beneficiato del soccorso in denaro nei luoghi che hanno scelto come provvisoria residenza. Anche ai profughi affluiti a Torino e nella provincia « La Siampa » ha voluto tendere una mano fraterna, consegnando 10 milioni al prefetto dott. Caso e altrettanti al sindaco prof. Grosso. Ma non potevamo restare Insensibili agli appelli più angosciosi, che ci giungono attraverso « Specchio del tempi ». Attingendo al fondo di solidarietà — istituito dalla rubrica — cioè senza interferire nella sottoscrizione In corso per le popolazioni siciliane — abbiamo cercato di alleviare il bisogno più urgente a qualche famiglia di sinistrati. Si tratta di casi particolarmente penosi. Ieri siamo andati a visitare quattro nuclei di profughi, consegnando a ciascuno 50 mila lire a nome di « Specchio dei tempi ». Due di essi vivono a Villanova Canavese, sono composti da Giuseppe Bavetta, 49 anni, e da Leonardo Manglaracina, 45 anni. Sono entrambi di Montevago, 11 primo ha la moglie, tre figli — tra 1 14 e l 4 anni — e la suo. cera di 73 anni. Il secondo ha la moglie, la madre e tre figli, tra 1 18 e 1 16 anni. Il Bavetta aveva un piccolo laboratorio di falegname; macchinari e scorte sono rimasti sotto le macerie. Spera di trovare un lavoro, unica possibilità di provvedere alla famiglia. Ha cercato asilo a Viilanova perché in questa zona ha combattuto come partigiano e conta parecchi amici. Il Manglaracina coltivava un po' di terra, anche lui ha perduto tutto, compreso 11 trattore appena acquistato. Il Comune ha messo a disposizione del due nuclei una casupola disabitata, la popolazione — e alcune persone di Ciriè — si sono prodigate nell'assistenza. Chi ha offerto indumenti, chi suppellettili. Il nostro aiuto in denaro consentirà di procurarsi altre cose modeste, ma necessarie. In una situazione dolorosa si trova anche la famiglia di Pietro Lampasona, 47 anni, di Santa Ninfa. Ha due bambini, la moglie è In attesa del terzo. Gestivano una piccola bottega di mercerie, non hanno più nulla. Sono venuti a Nichelino — via Juvarra 50 — con la nonna materna del due ragazzi, In casa di un parente che ha moglie e tre figli. Il nostro aluto è stato accolto con profonda gratitudine. Per gli sventurati anche 11 cibo quoti diano rappresentava un problema. Quarto caso: Vito Farad, 44 anni, era capo-cantoniere a Gi bellina: abita presso una cogna ta in corso Moncalierl 200. Oltre alla moglie, 11 Faracl mante neva 5 figli: il maggiore ha 15 anni, l'ultimo 18 mesi Dalla Cro. ce Rossa hanno avuto due bran de, tre materassi e qualche In dumento. Dormono senza guan ciall, l'unico sussidio finora elar gito erano state le 8 mila lire da parte del Comune, alla partenza per il continente

Persone citate: Caso, Egidi, Giuseppe Bavetta, Gozzi, Leonardo Manglaracina, Magnino, Nino Costa, Pellico

Luoghi citati: Ciriè, Montevago, Nichelino, Quarto, Santa Ninfa, Sicilia, Torino, Villanova Canavese