La Francia svela i segreti della potenza militare cinese

La Francia svela i segreti della potenza militare cinese Pubblicazione ufficiale del governo La Francia svela i segreti della potenza militare cinese Sotto le armi 2.600.000 uomini; altri 200 mila in marina - Mille navi da guerra (ma solo 12 cacciatorpediniere), 35 sottomarini convenzionali, due lanciamissili, 2700 aerei da caccia, pochi bombardieri - Deposito di ogive nucleari, non mezzi per trasportarle - Pechino non è in grado di scatenare un conflitto con la previsione di vincere Parigi, 30 gennaio. \ Tigre di carta o tigre d'acciaio? Questa la domanda che si pone, nel suo numero di febbraio, la Revue de Defense Nationale edita dal ministero francese delle forze armate, in un articolo intitolato « La minaccia militare cinese ». Secondo la rivista, « la tigre cinese, malgrado i suoi ruggiti, anche se non è del tutto una tigre di carta, non è ancora pericolosa e pronta a scattares'dal suo covo ». L'articolista comunica quindi dati sulle forze di Pechino. Gli eflettivi dell'esercito dovrebbero essere valutati tra i 2.250.000 e i 2.600.0000 uomini; di questi effettivi, 600.000 uomini sono concentrati nelle regioni costiere dell'Est e del Sud-est, davanti a Formosa ed alla flotta americana. Mezzo milione di uomini sono incaricati della difesa di una zona, che si estende a sud della Manciuria, comprendente la regione di Pechino e lo Schantung, regione industriale ed estremamente importante dal punto di vista politico e strategico. Altri cinquecentomila uomini sono schierati nella regione che va dal Sinkiang allo Heilungkiang. Queste forze potrebbero essere eventualmente opposte ai sovietici o ai mongoli. Quattrocentomila uomini sono schierati lungo le frontiere meridionali, dal Pamir al golfo del Tonchino, dinanzi all'India e al Sud-est asiatico. Infine, 300 mila soldati sono concentrati all'interno7 della Cina. La rivista afferma: « Questo esercito possiede un armamento ormai omogeneo, guasi interamente di tipo sovietico e di fabbricazione cincse. Le possibilità dell'industria degli armamenti non sono trascurabili, ma risultano limitate Qualitativamente e Quantitativamente ». Sempre secondo la Revue de Defense Nationale, la Marina cinese comprende 200 mila uomini dei quali 65 mila sono imbarcati su circa un migliaio di unità per un totale di 280 mila tonnellate. Le navi da guerra sono in maggioranza motovedette e navi di pattuglia. Ad esse si debbono aggiungere una dozzina di cacciatorpediniere, i più grandi dei quali feeduti dall'Urss nel 1954-1955) non sono molto moderni. La Cina dispone anche di 35 sommergibili convenzionali e di uno o due di tipo « G », lanciamissili in superficie, di cui si ignora quando saranno operativi. Quanto all'Aviazione, essa è forte di 2700 aerei, in prevalenza « Mig-17 », « Mig-19 » e aerei di intercettazione simili al « Sukhoi 7 », che vengono tutti costruiti in Cina al ritmo rii una ventina ogni mese. I bombardieri sono invece poco numerosi: si tratta soprattutto di « 11-28 » a reazione, di vecchio modello e di fabbricazione sovietica. Secondo l'articolista della Revue de Defense Nationale. gli osservatori ritengono che « nel campo dei vettori, la Citta voglia saltare la tappa del bombardieri, così come ha saltato quella del plutonio nel campo nucleare ». « E certo — aggiunge — che la Cina dispone di una riserva di bombe e di ogive. Ma il problema dei vettori non è ancora risolto in maniera soddisfacente. Quando lo sarà, il divario fra la torza d'urto citiese e quella americana resterà sempre considerevole, se non aumentato ». Dopo avere affermato che, pur disponendo di una debole capacità offensiva, l'esercito cinese costituisce una minaccia reale per i vicini della Cina, ma che non sembra che « eventuali successi iniziali, anche facili, possano essere sfruttati militarmente nel caso di un allargamento del teatro d'operazioni», l'articolista conclude: « Dietro al clamore propagandistico di Pechino non vi è ancora una vera minaccia militare per l'Occidente. Tuttavia, la Cina preoccupa perché rappreseli ta un'altra minaccia, una minaccia per la pace del mondo. Un suo gesto, forse sconsiderato, può farla divenire il detonatore di un conflitto mondiale. E in tal caso essa farebbe del suo meglio per sedersi, come dice, in cima alla montagna e di lassù osservare, in basso, la lotta delle tigri vere ». (Ansa) sz