Lo studio dei «ritmi» dalla musica alla biologia

Lo studio dei «ritmi» dalla musica alla biologia Lo studio dei «ritmi» dalla musica alla biologia Un recente convegno a Lione - Problemi estetici affrontati con mezzi tecnici - La ricorrenza « quasi-diurna » di alcuni fenomeni della vita dalla temperatura corporea, al battito del cuore - Il sonno e il sogno Recentemente si è tenuto a Lione un colloquio sullo studio dei ritmi in audiofonia, al quale hanno partecipato numerosi studiosi di diverse nazioni. L'argomento si presenta quanto mai interessante, in quanto si cerca di indagare le eventuali relazioni fra il ritmo musicale' e poetico e quello naturale di determinate funzioni biologiche: il ritmo dei movimenti muscolari, quello respiratorio, quello cardiaco. La musica è nata ritmica, per accompagnare danze e movimenti rituali o magici, e solo in un secondo tempo, nell'evoluzione della musica, il ritmo ha assunto un valore espressivo ed emotivo. La prima difficoltà nello studio del ritmo è dovuta alla mancanza di una precisa definizione di questo termine. Questa difficoltà sta sovrattutto nel fatto che a questa parola si attribuiscono molti significati: si parla di ritmo per gli impulsi nervosi che si susseguono a intervalli di millesimi di secondo e per fenomeni cosmici, quali l'alternarsi del giorno e della notte, il susseguirsi delle lunazioni e delle stagioni. In alcune discipline si parla soltanto di ritmi periodici, come in fisiologia, o di ritmi ricorrenti, come nella musica e nella metrica classiche, mentre in espressioni artistiche moderne, poetiche o musicali, il ritmo perde il suo carattere di periodicità. Le definizioni più antiche risalgono ad Aristotele; soprattutto ad Aristosseno è dovuta la ritmica, che stabilisce le basi di questo aspetto della musica e della prosodia, distinguendo e denominando vari tipi : di ritmi. Per molto tempo si è considerato il ritmo in varie discipline, senza preoccuparsi di eventuali interconnessioni, anche se era ben noto che determinati ritmi possono esaltare sentimenti di misticismo o di eroismo, od altri stati emotivi, dovuti nel campo musicale ad interconnessioni ed interdipendenze fra modo, ritmo e tessuto timbrico, e relative percezioni. I maggiori scambi tra studiosi di discipline diverse, insieme con l'apporto della tecnica, danno nuovo impulso allo studio della ritmica, che potrà portare a risultati nuovi. Ad esempio, un brano poetico può essere letto con diversa interpretazione da vari dicitori e l'efficacia artistica ed emotiva che ne risulta dipende da molti parametri. Tra questi, fondamentali sono il ritmo melodico e quello di intensità: i due elementi possono venire registrati in funzione del tempo per ricercarne eventuali ricorrenze e correlazioni. La ricerca. dei ritmi, intesi come ricorrenze periodiche, melodiche o di intensità, ma anche di altra natura, viene poi facilitata dall'ausilio di calcolatori elettronici che consentono di metter in evidenza tutti i possibili casi di correlazione. II problema estetico viene ormai affrontato anche con mezzi tecnici, analizzato con mezzi matematici o statistici su composizioni poetiche di lingue e di epoche diverse. E' noto che l'analisi lessicale, condotta con metodi statistici, consente di stabilire con buone probabilità l'attribuzione di uno scritto a un determinato autore ed anche a stabilirne il periodo: orbene, l'analisi ritmica, condotta con metodi sperimentali, sembra possa raggiungere lo stesso risultato, in quanto si è constatato che, per alcuni autori, il linguaggio poetico si evolve secondo una linea definita e presenta caratteristiche determinate. Un nuovo capitolo suggestivo della ritmica è la ricerca sistematica dell'interconnessione fra il ritmo musicale e fonetico e quello biologico. Recenti esperienze avrebbero messo in evidenza che lo stesso ritmo cardiaco può sincronizzarsi su ritmi sonori, non troppo lontani da quello proprio. In molti fenomeni biologici si nota il cosiddetto ritmo «quasi-diurno» (circa diem), per il quale diverse funzioni biologiche, quali la temperatura, il ritmo cardiaco, subiscono periodiche variazioni nelle 24 ore. Non entriamo nel merito dell'esistenza di un orologio biologico interno; come che sia, questi ritmi vengono studiati sperimentalmente, ponendo animali o persone in ambienti speciali, completamente isolati da influenze esterne, in cui il ritmo di 24 ore di illuminazione, temperatura ecc. viene modificato come durata, o eliminato. Si è constatato che in correlazione con i ritmi biologici diurni varia il gradimento di una musica, la velocità di dizione di un parlatore. Fra i ritmi biologici di carattere diurno più importanti sono quelli del sonno e della veglia. Attraverso rilievi elettroencefalografie!, di attività muscolare ed oculare, Jouvet distingue il sonno in due gradazioni, a seconda che si svolga con sogni o no. L'attività onirica corrisponde ad un sonno più profondo. Si ' riscontrano attività ritmiche che contraddistinguono i due tipi di sonno. L'esperienza è stata condotta su molti animali; seguendo la scala zoologica, si constata che l'attività onirica è brevissima negli uccelli, si sviluppa nei mammiferi per raggiungere il massimo nell'uomo. Ritornando alla questione fondamentale dell'importanza del ritmo nei problemi di fonetica e di musica, ci si può riattaccare a quanto può dirci in merito la teoria dell'informazione. Come è noto, questa teoria ci insegna che un fenomeno temporale, quale la musica, il linguaggio, contiene una quantità tanto maggiore di informazione quanto più imprevedibile è il seguito del messaggio. Quindi un ritmo continuamente ripetuto non porta in sé informazione, in quanto ne è perfettamente prevedibile il seguito. Nel linguaggio musicale però, oltre alla portata informazionale o semantica, si ha un aspetto di carattere puramente estetico, ed il ritmo dà apporto essenzialmente a questo secondo aspetto: soprattutto se il ritmo, che basalmente può essere lo stesso, corrisponde ad una continua modificazione di altri aspetti. Uno studio statistico di opere musicali mostra che il periodo delle frasi melodiche copre approssimativamente l'intervallo della durata della memoria. Queste frasi costituiscono dei «pacchetti di informazione melodica»: quanto più si eleva il contenuto di informazione semantica, tanto più si semplifica la tessitura musicale, affinché essa sia interamente assimilabile dall'ascoltatore. Da questi pochi cenni si intrawede quanto complesso e vasto sia l'argomento. prof. Gino Sacerdote Istituto Elettrotecnico Nazionale Galileo Ferraris - Torino

Persone citate: Galileo Ferraris, Gino Sacerdote, Jouvet

Luoghi citati: Aristotele, Lione, Torino