La tragedia di Silvio Pellico

La tragedia di Silvio Pellico CRONACA TELEVISIVA La tragedia di Silvio Pellico Si è conclusa la riduzione de «Le mie prigioni»: dopo tre puntate positive, l'ultima è apparsa fiacca e verbosa - Ma nel complesso l'opera ha testimoniato un grande impegno - Stasera la commedia « Amarsi male » di Mauriac e « Ieri e oggi » Anche nel dare un giudizio definitivo su « Le mie prigioni » televisive bisogna tenere conto delle intenzioni di base del regista Bolchi e degli autori del copione Campana, Guardamagna e Mandarà: essi hanno voluto non tanto sceneggiare per il video il famoso libretto di Silvio Pellico quanto ricavarne il dramma del condannato politico nell'Ottocento e sottolinearne in un crescendo angoscioso la perdita di libertà, l'umiliazione, la solitudine. Per tre puntate queste intenzioni hanno trovato nello spettacolo una coerente, coraggiosa rispondenza. Pur non rinunciando ad alcuni degli abbondanti risvolti sentimentali dell'opera, Bolchi e i suoi collaboratori hanno puntato tutto, come del resto avevano promesso, sul rapporto uomo-carcere, un rapporto pieno di echi recenti e di dolorosa attualità: e con l'aiuto di documenti, di indagini, di atti di interrogatori e di processi (e attingendo alle «Addizioni» del Maroncelli che fornisce sullo Spielberg crude informazioni, assai diverse da quelle misurate e prudenti del più illustre compagno) sono riusciti a darci dei dieci anni sofferti in prigionia dal Pellico un quadro aggressivo, spietato, senza addolcimenti patetici o mistici. Ad un certo punto diremmo che il Pellico televisivo è diventato il simbolo dell'individuo perseguitato dalla tirannia che lentamente ma inesorabilmente, con metodo feroce, per anni e per anni, mira a fiaccarne la resistenza fisica e morale. Così Bolchi ha visto « Le mie prigioni »: una dura tragedia dell'Ottocento, resa con un vigore che non escludeva qualche pesantezza (ma che escludeva, ed è questo l'importante, il fumetto o il melodramma). Ma le puntate non sono state tre, bensì quattro. Purtroppo. La quarta è stata trasmessa domenica e .francamente non ci è piaciuta: gli autori si sono trovati nell'obbligo di mostrarci il protagonista dopo il carcere e dopo la pubblicazione del libro, e — divisi tra l'immagine di un Pellico forte, dignitoso e schivo, come qualcuno sostiene, e quella di un Pellico estraneo alla polìtica e tutto preso dalla religione e mestamente lontano da ogni battaglia — ci hanno dato un capitolo confuso, sforzato, predicatorio che è meglio dimenticare. Ripetiamo, restano le prime tre puntate: le quali testimoniano un impegno sincero e intelligente, una sceneggiatura serrata, una regìa che sapeva andare a fondo e non raccontare in superficie. Aggiungiamo una lode per la recitazione che (esclusa la quarta puntata dove ognuno faceva il conferenzie- re piti che l'attore) è sempre stata contenuta in termini di interiore drammaticità: e le sottolineature e smagliature rilevate nella terza puntata non tolgono nulla all'efficacia dell'interpretazione complessiva, sostenuta validamente da Raoul Grassilli, Tino Carraro, Arnoldo Foà, Paolo Carlini. * -k Ieri sera l'incontro del prof. Barnard con ì colleghi italiani (di cui riferiamo ampiamente in quinta pagina) ha rivoluzionato i programmi. L'incontro è andato ad occupare, com'era giusto, il posto d'onore del canale nazionale; ha fatto seguito il rotocalco sportivo «Sprint» trasferito eccezionalmente dal secondo al primo canale. Sul secondo canale è finito invece il film « L'avamposto degli uomini perduti » di Gordon Douglas. Nella presentazione, sempre acuta, di Tullio Kezich, detta con disinvolta autorità da Sergio Fantoni, è stato rilevato che la pellicola risente delta guerra di Corea: è infatti un western militaresco, condotto con indiscutibile mestiere e sapienza di effetti, ma non privo di retorico cipiglio. Interprete Gregory Peck circondato da una banda dì ceffi sinistri. Stasera il canale nazionale offrirà una rappresentazione di prosa di notevole interesse: «Amarsi male» (1945) dello scrittore cattolico francese Francois Mauriac: aspra commedia psicologica che ebbe a suo tempo un grande successo e suscitò non poche discussioni. Comunque, un testo da non perdere. L'allestimento è stato affidato al regista Mario Ferrerò (che di recente ha diretto sul video, molto bene «Gallina vecchia» di Novelli). Tra gli interpreti. Giuliana Lojodice. Aroldo Tieri, Ludovica Modugno. Sul secondo canale andrà in onda la terza puntata di « Verso il futuro », un programma che sino ad ora è sempre stato di buon livello: stasera saranno illustrati i più avanzati e arditi esperimenti sul cervello. Seguirà l'amabile show di vecchie trasmissioni « Ieri e oggi ». Segnaliamo per la « fascia meridiana » mezz'ora di comiche, la prima delle quali con Buster Keaton. E' imminente Milva racconta Milva, un numero unico in cui la cantante si esibirà con Nino Castelnuovo, Arnoldo Foà, Ernesto Colindri, Paolo Carlini, Franco Volpi; interverranno Paolo Grassi e il marito di Milva, Maurizio Corgnati. Si sta preparando la nuova irasmissione Europa giovani a cura di Gian Paolo Cresci, in tredici puntate, che sarà la continuazione ideale della rubrica Giovani. u. bz.

Luoghi citati: Corea, Europa