Torna la normalità in Svizzera ma molte valli sono ancora isolate

Torna la normalità in Svizzera ma molte valli sono ancora isolate Torna la normalità in Svizzera ma molte valli sono ancora isolate Tragico bilancio dell'ondata di valanghe: 22 morti, ingenti danni materiali - I turisti stranieri s'affrettano a tornare in patria : molti hanno pagato anche 50 mila lire per un posto in elicottero (Dal nostro corrispondente) Berna, 29 gennaio. Grazie al ritorno del bel tempo, la situazione è notevolmente migliorata nelle vallate a nord delle Alpi elvetiche. Un bollettino diramato oggi dal « Centro federale per il controllo delle valanghe » ha precisato che nelle ultime ventiquattro ore si è registrato un soddisfacente assestamento dei vari strati di neve, per cui il pericolo della caduta di nuove slavine appare scongiurato. Gli sciatori vengono tuttavia invitati a dare prova della massima prudenza, evitando le piste in zone tuttora minacciate dalle valanghe. Terminate le operazioni di soccorso, le autorità elvetiche hanno annunciato in serata che le valanghe hanno provocato, in complesso, la morte di ventidue persone: undici a Davos (sette vittime in questa località sono turisti tedeschi che nonostante gli ammonimenti della polizia s'erano rifiutati di abbandonare i loro chalets), sette a Silenen e quattro ad Urigen (questi ultimi due villaggi sono situati nel Cantone di Uri). I danni materiali vengono valutati in alcune decine di milioni di franchi svizzeri. Risulta, tra l'altro, che in seguito alla caduta delle valanghe sono state uccise alcune centinaia di capi di bestiame. Nel centro turistico di Davos la situazione si è normalizzata: stamane è stato possibile ripristinare il traffico sulla strada che porta in pia nura, e precisamente a Coirà, capoluogo del Cantone dei Grigioni. Centinaia di turisti stranieri — in maggioranza tedeschi ed inglesi —, che da giorni vivevano sotto l'incubo delle valanghe, hanno fatto in fretta le valige, lasciando Davos per far ritorno in patria Già ieri alcune decine di turisti si erano allontanati da Davos, sborsando la somma di 350 franchi (circa 50 mila lire) pur di trovare un posto su un elicottero che li portas-1 se nella vicina località di Klo- j sters. | Le autorità di Davos hanno precisato che se i turisti stranieri, e soprattutto i tedeschi, si fossero uniformati alle direttive impartite venerdì scorso sarebbe stato possibile limitare al minimo il numero delle vittime. Risulta infatti che alcune famiglie di tedeschi si sono rifiutate di abbandonare i loro chalets, costruiti ai piedi del Weisshorn. Giovedì scorso il sindaco di Davos, dott. Jost, si era messo personalmente in contatto con i proprietari di alcune case particolarmente minacciate, esortandoli a recarsi insieme con le famiglie, in zona più sicura; molti si limitarono a rispondergli: « Non abbiamo paura ». Nonostante il miglioramento delle condizioni meteorologiche, numerose vallate dei Cantoni di Uri, Berna, Friburgo, del Vallese e dei Grigioni continuano ad essere completamente isolate dal resto del mondo. Nella località di Laeche-les-Bains, nel Vallese, sono presenti oltre trecento turisti. Per rifornire le persone isolate è stato istituito oggi un ponte aereo. In compenso, gli abitanti di alcuni villaggi sgomberati nella giornata di sabato sono stati autorizzati oggi a far ritorno a casa. Le comunicazioni stradali e ferroviarie, che venerdì,e sabato avevano subito gTavi intralci, sono ritornate normali in quasi tutto il Paese. Sulla linea del San Gottardo e del Loetschberg i convogli internazionali circolano regolarmente e senza alcun ritardo Soltanto nel Cantone dei Grigioni alcune importanti linee ferroviarie sono ancora chiuse al traffico, come la linea Coira-Davos. Siccome nella regione del passo di Wolfgang è stato distrutto un ponte, si teme che soltanto tra una settimana possa essere riattiva to il traffico ferroviario. Luigi Fascetti

Persone citate: Coira, Jost, Luigi Fascetti, Vallese

Luoghi citati: Berna, Davos, Svizzera, Uri, Urigen