Condannato a sei anni il direttore della «Cassa rurale» del Vogherese

Condannato a sei anni il direttore della «Cassa rurale» del Vogherese La sentenza dopa quattro ore di riunione Condannato a sei anni il direttore della «Cassa rurale» del Vogherese I giudici gli hanno inoltre negato la libertà provvisoria - Ritenuto responsabile di bancarotta, truffa e falso, dovrà rifondere i danni - Pene da 9 mesi a due anni e mezzo ad altri sette accusati - Due assoluzioni (Dal nostro inviato speciale) Voghera, 27 gennaio. (/. in.) Oggi alle 14, al Tribunale di Voghera, s'è concluso il processo per il dissesto della « Cassa Rurale e Artigiana » di Torrazza Coste nel Vogherese, fallita con la perdita di un centinaio di milioni: i giudici hanno ritenuto il rag. Alide Adaglio, di 56 anni, da Voghera, ex-direttore dell'istituto di credito, responsabile di ban carotta fraudolenta, truffa, falso ed appropriazione inde¬ bita condannandolo a 6 anni, un mese e dieci giorni di reclusione col condono di due anni. Hanno respinto la richiesta di libertà provvisoria avanzata dai difensori. Alide Adaglio è in carcere dall'ottobre 1966. La sentenza è stata emessa dopo quattro ore di riunione. Anche sette degli altri nove imputati sono stati condannati: Livio Catenacci, di 40 anni, da Voghera (detenuto) ed Italo Manfredi, di 47, da Milano, ritenuti colpevoli di bancarotta fraudolenta, hanno avuto 3 anni ciascuno (al primo è stato condonato un anno, al secondo due). A Silvio Battista Curti, di 44 anni, da Mezzana Bigli, latitante, sono stati inflitti due anni e sei mesi per bancarotta e falso. Per truffa e falso sono stati condannati Antonino Papalia, quarantenne, abitante a Pavia, sua moglie Fiorella Mangiarotti, di 35 anni, e il milanese Giulio Panigatti, di 42 anni: il primo ad un anno di reclusione, la donna a 9 mesi e il Panigatti ad un anno e 9 mesi. Tutte queste pene sono interamente condonate. Dieci mesi di reclusione (anch'essi condonati) sono stati inflitti a Luigi Ceroni, di 46 anni, residente a Certosa di Pavia, per falso e truffa. I giudici hanno assolto con formula piena il conte Alberto Melzi d'Eril, di 46 anni, da Milano, accusato di falso, e per insufficienza di prove il quarantaduenne Felice Ascagni, di Corvino San Quirico, che doveva rispondere di bancarotta. Il Tribunale infine ha condannato l'Adaglio al risarcimento dei danni alla parte civile in misura da definirsi in separata sede. L'odierna udienza è iniziata con una breve replica del p. m. Santachìara e di due dei difensori, gli avvocati Azzali e Bob ba. I giudici si sono quindi ritirati in camera di con- siglio La « Cassa Rurale e Artigiana » di Torrazza Coste fu posta in liquidazione nel gennaio 1964 e dichiarata poi insolvente il 16 novembre con una sentenza del Tribunale di Voghera. Nel corso delle indagini per stabilire le cause del dissesto, che aveva coinvolto un centinaio di agricoltori del Vogherese, venne rilevato che il rag. Adaglio — assunto nel 1961 come cassiere p subito nominato direttore — aveva trasformato gli scopi dell'istituto di credito, divenuto in breve tempo il finanziatore di persone dissestate e di speculazioni destinate al fallimento sin dalla nascita. Per far ciò il direttore della Cassa aveva commesso, con complicità, una serie di illeciti che portarono ben presto il piccolo istituto di credito in stato di totale dissesto; di questa situazione mai sì erano resi conto il presidente, don Luigi Casella, parroco di Torrazza Coste, né il consiglio di amministrazione formato da onesti agricoltori. Nel corso dell'istruttoria venne ordinato l'arresto dell'Adagilo, del Catenacci, del Manfredi, del Papalia e del Curti; i primi due sono tuttora detenuti, Manfredi e Papalia ottennero la libertà provvisoria. Il Curti è lati¬ tante. Alide Adaglio, leggermente indisposto, non era presente alla lettura della sentenza. Il verdetto gli è stato comunicato in carcere: nell'apprendere le decisioni dei giudici l'ex direttore ha avuto una crisi di sconforto. 4