L'umanità continua a crescere più in fretta dei mezzi di vita

L'umanità continua a crescere più in fretta dei mezzi di vita DW PROBLEMA DA AFFRONTARE IN MODO REALISTICO L'umanità continua a crescere più in fretta dei mezzi di vita Ogni giórno la popolazione mondiale aumenta di 167 mila nuove « unità » - Siamo tre miliardi e mezzo ; a questo ritmo, nel 2000 saremo il doppio - Gli abitanti aumentano due o tre volte più in fretta nei paesi poveri, come il Brasile e l'America Centrale - La produzione agricola non progredisce con ritmo sufficiente, né si possono attendere miracoli dalle invenzioni scientifiche - E' indispensabile la « pianificazione » demografica Secondo informa il bollettino della International Planned Parenthood di questo gennaio, una media di 167.000 persone si sono aggiunte alla popolazione mondiale in ciascuno dei ^giorni intercorsi dalla méta del 1965 alla metà del 1966: portando, a quest'ultima data, l'ammontare numerico del genere umano alla cifra (ora sorpassata) di tre miliardi e 356 milioni. Al tasso presente di accresciménto (che è dell'1,9 per cento), la popolazione mondiale sarà raddoppiata nel 2005; sempre beninteso che non sopravvengano ragionevoli o temibili rimedi. Questi dati sono ricavati da una fonte non sospetta, l'Annuario Demografico delle Nazioni Unite, pubblicato 10 scorso novembre. Lo stesso documento rileva che il 72 per cento degli abitanti della Terra vivono in regioni in via di sviluppo, dove 11 41 per cento hanno età inferiore ai 15 anni. Il massimo tasso di accrescimento (3,5 per cento annuo) si ha nei Paesi del Centro America, mentre il più basso (0,6 per cento) in alcuni Stati europei. Se il presente andamento dovesse continuare fino alla fine del secolo, la popolazione della Cina raddoppierebbe, quella dell'India triplicherebbe, nel Brasile si moltiplicherebbe per quattro, negli Stati Uniti e Unione Sovietica per due. Dati suppergiù concordi con quelli precedenti, compaiono di frequente negli scritti che anticipano le condizioni dell'umanità, soprattutto per la tappa del Duemila: sono le previsioni elaborate da una scienza (o pseudoscienza), che è detta anohe « futurologia ». Come si sa e si conferma nella sopra citata statistica, nei paesi più ricchi l'accrescimento della popolazione ha tassi più modesti -che in quelli sottosviluppati: nei primi, sono più applicati i metodi e soprattutto il costume della regolazione delle nascite; ciò non avviene in quegli altri paesi, dove prevale un atteggiamento pigro o fatalistico, più o meno sorretto da superstizioni o religioni. Questo differente comportamento non promette bene per il futuro dell'umanità: cresce il numero delle persone imbevute di una filosofia irresponsabile, in confronto con quelle sollecite verso i figli, che pensano al dovere dei genitori di crescerli nutriti, istruiti, educati. Tutto ciò avviene mentre la medicina, cui si deve la vittoriosa azione contro la mortalità infantile e contro molte malattie infettive, prosegue i suoi sforzi per contendere alla morte, quanto e possibile, la nostra fragile esistenza, e cioè indirettamente per accrescere vieppiù la popolazione; ed inoltre inventa tecniche di un ardimento che l'avvenire giudicherà benefico o crudele, secondo che le pratiche, che oggi riempiono le cronache dei giornali,' sfoceranno o no in successi. Ciò avviene anche mentre si annunzia che i « surplus » alimentari che gli Stati Uniti hanno profuso a benefizio dei paesi più affamati vanno esaurendosi o sono già esauriti; mentre il cibo disponibile prò capite, computato su scala mondiale, va riducendosi. V'è infatti nel mondo (e anche da noi in Italia) la tendenza a ritenere che la ricchezza sia fabbricata soprattutto nelle officine, nelle industrie: e si direbbe che sia così, dal momento che l'industria retribuisce meglio i suoi addetti e dirigenti: e l'accrescimento della -produzione industriale ha tassi multipli rispetto a quella agricola. Ma si è portati a dimenticare che i beni essenziali, insostituibili, sono pur sempre quelli che ci dà la terra (e in minor misura il mare): che noi potremmo, per dirne una, vivere senza elettrodomestici, ma non senza cereali o verdure o carni o grassi. Si dimentica che i conti in dollari o in oro o in altri simboli monetari hanno valore, in quanto con essi siano acquistabili 1 beni neces¬ sari alla nostra esistenza « biologica ». Se dovesse prodursi una crisi politica, una guerra, con blocco dei commerci, ci troveremmo con una fame nera, peggio che negli ultimi conflitti mondiali. Circa gli apporti che la scienza ha promesso per risolvere i problemi dell'alimentazione e della popolazione, non sono mancate delusioni. Per dir di una sola, si era sperato nella prossima invenzione di un reattore a plasma, nella produzione di energia controllata, grazie a un processo di fusione nucleare di isotopi dell'idrogeno. Una tale invenzione, si disse e si ripete, metterebbe a disposizione dei tecnici una sorgente di energia inesauribile (attinta all'acqua stessa degli oceani, che ha in sé una percentuale dì deuterio), al punto da rendere fattibili progetti arditissimi (come l'irrigazione, a scopo di restituzione all'agricoltura, di immense plaghe desertiche). Ebbene, senza colpa di alcuno, a questa invenzione, intraveduta nelle sue linee teoriche, non si è finora arrivati. In realtà il credito indefinito che si fa al progresso tecnico, e che dovrebbe bilanciare ogni conseguenza negativa dell'irrazionale comportamento dell'umanità, presa nel suo complesso, è a dir poco irrazionale esso stesso. Il problema della popolazione va affrontato con piena coscienza della sua importanza. A tenerlo presente si interpretano in modo più lucido anche certi avvenimenti politici; come l'irrequietezza dell'Asia, i fermenti rivoluzionari dell'America Latina. Problemi presentati sotto, le speciose vesti di conflitti sociali, ideologici, o di eresie e reciproche scomuniche nel seno di determinate ideologie, quando siano visti come conseguenze di pressioni demografiche, come problemi di numero, di alimentazione, di lotta per l'esistenza (per usare una locuzione biologica, darwiniana), acquistano una loro ben più lucida interpretazione. Sgombrare la mente da vani idoli, guardare in faccia la realtà, cercare rimedi per le vie più dirette, far conoscere insomma le cose come stanno, non come sono presentate da passioni alimentate da propagande di vario genere, è una onesta quanto indispensabile esigenza; è un dovere. Didimo