Il PM chiede sette anni per il direttore della «Cassa Rurale» del Vogherese
Il PM chiede sette anni per il direttore della «Cassa Rurale» del Vogherese Il PM chiede sette anni per il direttore della «Cassa Rurale» del Vogherese Su dieci imputati l'accusatore pubblico ha proposto due assoluzioni (il conte Melzi d'Eril e Felice Ascagni) e otto condanne: le pene minori variano da cinque anni e mezzo a un anno e tre mesi - Oggi parlano i difensori, forse stasera la sentenza (Dal nostro inviato speciale) Voghera, 24 gennaio. Oggi il P. M. dottor Santachiara ha pronunciato la requisitoria nel processo per il dissesto della « Cassa Rurale ed Artigiana » di Torrazza Coste — nel Vogherese — fallita con una perdita di 78 milioni: l'accusatore ha chiesto l'assoluzione di due imputati e la condanna degli altri otto a pene varianti fra i sette anni di carcere e un anno e tre mesi. Subito dopo sono cominciate le arringhe; la sentenza è prevista nella tarda serata di domani. La condanna maggiore è stata proposta per l'ex direttore dell'istituto di credito, il rag. Alide Adaglio: 7 anni, due mesi e quindici giorni per bancarotta fraudolenta, appropriazione indebita, truffa e falso. Ecco le altre richieste: An tonino Papalia (bancarotta. truffa e falso) 5 anni e quindici giorni; Livio Catenacci (bancarotta) 5 anni e sei mesi; Silvio Battista Curti (bancarotta e falso) 5 anni e sei mesi; Giulio Panigatti (truffa e falso) 3 anni e due mesi; Italo Manfredi (bancarotta) 4 anni e sei mesi; Luigi Ceroni (truffa e falso) 1 anno tre mesi e dieci giorni; Fiorella Mangiarotti in PapaIla (truffa e falso) 1 anno tre mesi e quindici giorni. Il P. M. ha inoltre chiesto che Catenacci e "Panigatti, in considerazione dei loro precedenti penali, vengano dichiarati delinquenti abituali e assegnati, a pena scontata, ad una casa di lavoro per un periodo minimo di due anni. Il P. M. ha invece proposto che il conte Alberto Melzi ci'Eril sia assolto dall'accusa di falso per non aver commesso il fatto e Felice Ascagni da quella di concor¬ so in bancarotta per insufficienza di prove. L'odierna udienza (la terza dinanzi al Tribunale di Voghera) è iniziata nel pomeriggio. Ha preso per primo la parola l'unico patrono di parte civile, l'aw. Novarini, che rappresenta il fallimento del geom. Giancarlo Danesini, di 38 anni, da Broni, travolto per diversi milioni dalle truffaldine operazioni bancarie. L'aw. Novarini, dopo aver sostenuto che il Tribunale deve dichiarare la responsabilità dell'Adaglio, ha chiesto che l'ex direttore venga condannato al risarcimento dei danni alla parte civile nella misura di 33 milioni. E' seguita la requisitoria del dottor Santachiara. Definito l'Adaglio « figura sconcertante e patetica », abbindolato dalla « cricca dei quattro maggiori truffatori» (Papalia, Curti, Catenacci e Man¬ fredi), il P. M. ha sostenuto che non sussistono dubbi sulle responsabilità penali dell'ex direttore in merito a tutti i reati. « Vi sono poi prove logiche — ha detto il dott. Santachiara— che Papalia, Manfredi, Curti e Catenacci, accusati di bancarotta, si rendevano conto che con le loro operazioni concorrevano a minare le basi patrimoniali della " Cassa Rurale ". Avevano trovato la mucca da mungere e la munsero con tutto lo scrupolo degli imbroglioni. Mancano invece le prove della partecipazione dell'Ascagni ». Il P. M. ha affermato che sono evidenti tutti gli altri reati, mentre è indubbio che il conte Melzi d'Eril tosse all'oscuro dei raggiri: il falso libretto di conto corrente formato col suo nome venne preparato a sua insaputa. L'udienza si è conclusa con le arringhe dei difensori del Melzi e dell'Ascagni, avvocati Bonomi e Bobba. Domani mattina e pomeriggio parleranno i legali degli imputati maggiori (gli avvocati Langscedel, Azzali, D'Ajello, Dell'Acqua, De Blasi, Sordillo, La Manna e Barbetta); quindi per la tarda serata è prevista la sentenza. f. m. *
Luoghi citati: Broni, Torrazza Coste, Voghera
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