Soldato torinese si uccide in caserma perché la fidanzata lo vuol lasciare
Soldato torinese si uccide in caserma perché la fidanzata lo vuol lasciare La tragedia di notte a San Dona di Piave Soldato torinese si uccide in caserma perché la fidanzata lo vuol lasciare Aveva 21 anni, era figlio unico - Tornato dopo una licenza, ha confidato ad un compagno: « La mia ragazza non vuol più saperne di me » - S'è sparato un colpo di fucile alla tempia (Dal nostro corrispondente) Venezia, 24 gennaio. Un artigliere di 21 anni si è wcczso con un colpo di moschetto alla tempia dopo avere ricevuto una lettera della fidanzata. Pare che la ragazza gli avesse scritto che voleva lasciarlo. E' accaduto lunedì notte nel cortile della caserma « Fiorentina » di San Dona di Piave, sede del primo gruppo artiglieria missili del 5" Reggimento di stanza a Mestre. Il giovane sì chiamava Carlo Gea, dì San Francesco al Campo, frazione Perrero (Torino). Era figlio unico: il padre, Giovanni, 55 anni, è operaio nel magazzino Cucirini di Torino; la madre Cristina ha 53 anni. Carlo era muratore. Gli amici lo descrivono di carattere allegro, esuberante, senza malinconie. Aveva una «500» con la quale la domenica andava nei paesi vicini, a Cirio. San Maurizio, Front Canavese per ballare. A Ciriè aveva conosciuto una ragazza di 17 anni. Una simpatìa durata qualche mese, poi si erano lasciati. Il 10 ottobre era partito per il servizio militare. Scriveva ai genitori: « La vita qui mi piace, ma ho tanta nostalgia di voi »; aveva mandato la fotografia in divisa. A Natale la prima licenza dì tre giorni. Il tempo di abbracciare i parenti, salutare gli amici. Aveva anche visto la diciassettenne, un incontro affettuoso. Ma la sera prima dì partire lo avevano incontrato solo al bar, vicino a casa. « Perché non vai dalla tua ragazza? ». Si era giustificato: « Ho la macchina rotta ». Sembrava sereno: « Per Carnevale sarò di nuovo qui. Ho vinto una licenza di una settimana ». Un soldato vicino di bran- da ha raccontato invece che era tornalo in caserma triste e sconvolto. Se ne stava sempre solo in un angolo. Domenica gli aveva confidato che la ragazza aveva deciso di lasciarlo: « Mi ha scritto che non ne vuol più sapere di me ». Il giorno dopo era di guardia nel cortile della caserma. Alle 2 di notte sì è sentito uno sparo. I primi accorsi lo hanno trovato bocconi vicino alla garitta, il capo trapassato da un proiettile. Per terra, vicino a lui, il moschetto con la canna ancora fumante. La morte era stata istantanea. g. gr. Carlo Gea, il soldato ventunenne morto a San Dona
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