Altri aiuti dei nostri lettori nella tendopoli di S. Ninfa di Giorgio Lunt

Altri aiuti dei nostri lettori nella tendopoli di S. Ninfa Altri aiuti dei nostri lettori nella tendopoli di S. Ninfa Centinaia di uomini e donne che non hanno più nulla si sono strette attorno al nostro inviato - Distribuiti ieri 7.850.000 lire - In due giorni abbiamo consegnato ai capi-famiglia soccorsi in denaro per complessivi 15 milioni e mezzo (Dal nostro inviato speciale) Santa Ninfa, 20 gennaio. Eccomi nuovamente nella tendopoli di S. Ninfa per proseguire la distribuzione degli aiuti alle vittime del terremoto. Il maltempo contìnua ad aggravare la già drammatica situazione delle circa 1500 famiglie rifugiate nelle tende o sparse nella campagna circostante, dove il ricovero è costituito da pullman, autoveicoli, baracche tirate su alla meglio. Stamane sullo spiazzo che circonda la tendopoli sono giunti i primi camion di pietrisco, mentre le ruspe si preparano a sgombrare il terreno dallo spesso strato di fango nerastro e appiccicoso. Una decisione quanto mai opportuna, quella di liberare dalla melma questo triste paese di tela, e di cospargerlo di ghiaia. Altrimenti solo chi ha la fortuna di possedere un- paio di stivali o scarponi è ìn grado di avventurarsi fino alle tende. Aumenta anche l'affluenza dei soccorsi ìn natura, dalle coperte alle vettovaglie. Resta, per questi sventurati, il problema di immediati aiuti in denaro: quello che i lettori de « La Stampa » cercano di risolvere con generoso slancio. All'ingresso della tenda gialla che funge da municipio, lunghe code di profughi: gente che vuole partire, sottrarsi al disagio della tendopoli. Il viaggio potranno effettuarlo gratis, ma con quale stato d'animo affronteranno intere giornate in treno senza il minimo indispensabile per acquistare un panino, una bevanda, un pacchetto di sigarette? Ecco perché i certificati che il comune rilascia si moltiplicano, ma l'esodo non corrisponde al loro numero. Molti aspettano, per andarsene, che qualcuno gli offra quel po' di denaro a cui accennavo. Per ora solo « La Stampa » costituisce la speranza di questi sventurati. La consegna diretta delle 50 o delle 100 mila lire a nome dei nostri lettori è stata oggi più movimentata. Ieri avevo potuto procedere con relativa regolarità, visitando ì nuclei familiari nelle rispettive tende. Oggi il mio ritorno non era più inatteso, appena ho messo piede nel « Centro di raccolta » sono stato circondato da centinaia di uomini e donne. La necessità non conosce la pazienza, ciascuno teme di arrivare in ritardo. Impossibile riprendere la distribuzione dal punto ih cui l'avevo iniziata, e con lo stesso sistema. Il sindaco, l'arciprete, alcuni volenterosi agenti e carabinieri cercano di agevolarmi il compito. Il cofano di una utilitaria si trasforma in tavolino, a stento si riesce ad incolonnare i capifamiglia. Piove, tira vento, si sguazza nel fango. In quest' atmosfera caotica — che conferma la portata del dramma della Sicilia e l'ansia di ricevere un modesto aiuto in denaro — scrivo nomi su nomi, faccio apporre firme o segni di croce. La ressa aumenta di minuto in minuto, nessuno pensa più che è l'ora del pranzo 0 della consegna dei viveri. Avanza vacillando, sorretto da un parente, Vincenzo Mantallo. E' quasi completamente paralizzato, ha 60 anni, moglie e cinque figli. Merita la quota più alta, 100 mila lire. Come il suo coetaneo Vito Rubino, che ha a carico la moglie e sei figli. La stessa somma riceve una giovane donna in gramaglie, Francesca dulia, di 32 anni. Era emigrata in Germania con il marito e la bambina di 9 anni, l'uomo è morto per una malattia contratta sul lavoro. Lei è tornata al paese, presso 1 genitori: il terremoto le ha dato il colpo di grazia buttando giù la casa. Centomila lire consegno anche a Calogero Raia, di 40 anni. Ha sette figli, il maggiore non è ancora in età di lavorare. La dolorosa sfilata mi svela altre miserie, materiali e fisiche. Dò il contributo ad un vecchio cieco accompagnato dalla moglie, a donne in attesa di una creatura — speriamo non debba nascerà nella tendopoli, in circostanze così squallide —, a donne che hanno il marito in manicomio, a ragazzi orfani di padre e con la madre impossibilitata a venire perché il loro rifugio è nella campagna, un paio di chilometri di distanza. I soldi che ho portato fanno presto a terminare, mentre vedo ancora centinaia di persone in attesa del loro turno. Dovrò tornare per la terza volta, forse non basterà. Oggi comunque sono riuscito a distribuire altri 7 milioni e 850 mila lire: in due giorni, nella tendopoli di Santa Ninfa la solidarietà dei nostri lettori si è concretata in 15 milioni e mezzo (altri 7 milioni e 500 mila lire li avevo ripartiti ieri fra i sinistrati della vicina Partanna). Giorgio Lunt

Persone citate: Calogero Raia, Vincenzo Mantallo, Vito Rubino

Luoghi citati: Germania, Partanna, Santa Ninfa, Sicilia