«Arpiade»: musica di Vogel compositore russo d'avanguardia

«Arpiade»: musica di Vogel compositore russo d'avanguardia Opere moderne «II' iludìtoriun* «Arpiade»: musica di Vogel compositore russo d'avanguardia Il concerto, diretto da Ernest Bour, comprendeva brani di Strawinsky e JRavel Nel secondo concerto del maestro Ernest Bour (tenuto ieri sera all'Auditorium) si è avuto modo di conoscere un'opera che ha fatto assai parlare di sé, la Arpiade di Wladimir Vogcl, il compositore russo che fu allievo di Busoni a Berlino, e che vive ormai da molti anni in Svizzera, avendone assunto la cittadinanza. Scritta nel 1954, Arpiade è una specie di cantata su poesie tedesche e francesi dello scultore, pittore e poeta bilingue Hans Arp, morto due anni fa ad Ascona, il paese della Svizzera italiana dove Vogel dimorò a lungo, e dove appunto s'era stabilito tra i due artisti un legame di solidarietà e di simpatia. Con un accompagnamento di pochi strumenti, e precisamente gli stessi cinque cne servirono a Schoenberg per Pierrot lunaire, Arpiade tratta otto poesie surrealiste, ora di carattere lirico affettivo, ora drammatico e grottesco, affidandone 4 a una voce di soprano e quattro al coro parlato (che interviene anche in due delle poesie solistiche, concertando con la voce di soprano). Le quattro liriche vocali sono pagine di stesura rigorosamente dodecafonica, tra le quali si distingue specialmente Jote noire,. per la eleganza caricaturale del suo ritmo di valzer. Il coro parlato è la specialità di Vogel, che proprio in questo lavoro ne'aveva messo a punto la tecnica in modo definitivo. Suddivise in quattro parti, le voci del piccolo Kammersprechchor di Zurigo scandiscono le sillabe dei testi, senza intonare note, ma spaziando, ognuna nel suo registro, attraverso cinque gradi di altezze. Tutte le risorse della scrittura corale, l'unisono, la scrittura a canone, e certi effetti speciali come gli ostinati, la dislocazione degli accenti, la valorizzazione delle consonanti (che riesce specialmente bene nei testi tedeschi) forniscono i mezzi di un lessico fonetico, volto a valorizzare la parola nella sua concretezza sonora e a sovrapporre sul suo valore semantico altri significati e nessi. La cosa riesce particolarmente bene nel primo pezzo della cantata, La lancetta dei secondi, dove il pretesto onomatopeico che rinvia al tic-tac dell'orologio, consente una facile esemplificazione delle possibilità attribuite al nuovo mezzo. L'eccellente coretto svizzero e il soprano Liliana Poli, che si è inserita con sicurezza nel ristretto numero delle grandi interpreti vocali di musica moderna, è stato vivamente applaudito, insieme ai cinque strumentisti: Giorgio Finazzi, flauto; Emo Marani, clarinetto; Enzo Francatane!, viola; Giuseppe Ferrari, violoncello; Alberto Bersone, pianoforte. Ad apertura e chiusura del programma, la suite di Apollon Musagète di Strawinsky, documénto neoclassico che sembra talvolta un quadro di De Chirico, e La Valse di Ravel, valsero cordiali applausi al maestro Ernest, Bour per la sua scientifica direzione. m. m.

Luoghi citati: Ascona, Berlino, Svizzera, Zurigo