Fotografare sulla neve

Fotografare sulla neve LIETE VACANZE IM fi O SITA GIS A Fotografare sulla neve E' uno svago che richiede buon gusto, sicurezza e un certo « occhio » - Essere padroni della macchina - Accorgimenti per evitare il riverbero, apertura dell'obiettivo e pellicola da usare - L'impiego dei filtri - Le difficoltà del colore Difficile fotografare sulla neve? Molti dilettanti, a giudicare dai loro primi deludenti risultati, risponderanno senz'altro di si: « rollini » interamente bruciati, foto sfocate, colori sbiaditi. Quali sono le cause? Le moderne macchine, quasi perfette e completamente automatiche, hanno « viziato » i proprietari. Basta premere l'otturatore ed è tutto fatto: la foto riesce sempre. Ma d'inverno in montagna esistono delle condizioni ambientali, degli effetti di luce, che ingannano anche le « cellule » degli apparecchi più costosi. Ridiventa così necessaria la « correzione » del fotografo (d'altra parte quasi sempre indispensabile per ottenere risultati di un certo livello). Per scattare qualche istantanea non occorre né una tecnica particolare né una attrezzatura molto costosa, da « professionista ». E' necessario solo qualche accorgimento, una maggior attenzione, e modesti accessori, il cui costo è limitato a poche migliaia di lire. Sempre indispensabile il paraluce. Anche quando il cielo è coperto, la luminosità può essere molto intensa: la neve fa da « specchio » creando degli effetti diffìcilmente controllabili. Da ricordarsi, naturalmente, per il bianco e nero di non usare pellicole ad elevata sensibilità, magari quelle impiegate per gli « interni » in città. Per la pellicola a colori è consigliabile il filtro contro i raggi ultravioletti: elimina quei riflessi azzurrini che avrete sovente riscontrato nelle stampe e nelle diapositive. Questo filtro ha valore « zero », cioè non deve essere affatto calcolato nella taratura degli esposimetri. Per il bianconero usare invece il filtro giallo (da calcolare secondo la sua gradazione). C'è chi ne abusa in ogni occasione e pbi se ne dimentica quando è veramente utile. Esso accentua i contrasti: non serve solo, come dicono alcuni, « per fare venire le nuvole». Il filtro metterà in risalto ogni piccolo rilievo della superficie innevata. Se non si vuole compromettere ogni risultato bisogna seguire con particolare cura i dati dell'esposimetro o della cellula incorporata. Se in pianura, ed in altre condizioni, qualche «scarto» veniva perdonato dall'obiettivo, in montagna ogni errore anche lieve provoca autentici « disastri ». Ad esempio, se volete fotografare un gruppo di amici non dovrete calcolare tempo e diaframma in base alle indicazioni fornite dalla cellula nel luogo in cui scattate: il riflesso della neve può trarvi in ingenno e fornire un valore della luce completamente diverso da quello del posto dove si trova il soggetto da riprendere. I dati esatti vanno calcolati avvicinando l'esposimetro al volto della persona da fotografare e, in caso di cellula incorporata nella macchina, inclinando l'obiettivo verso il basso. Le foto più affascinanti in montagna rimangono sempre quelle di sciatori in movimento. Tutti sogniamo di scattare « istantanee » vive, piene di slancio e di spontaneità. Forse non riusciremo ad ottenere i risultati dei « professionisti » che impiegano teleobiettivi o costose macchine speciali che scattano fino a qu-ttro fotogrammi al secondo, ma potremo ottenere ugualmente qualcosa di soddisfacente Unica condizione, posse dere una macchina che abbia una velocità di almeno un 500" di secondo ad evi tare che il soggetto venga « mosso ». Non si dovrebbe mai riprendere lo sciatore frontalmente: sulla foto vedremo solo un uomo accoccolato sugli sci, come se fosse immobile. L'Inquadratura ideale è di fianco o di trequarti. Risalteranno cosi perfettamente gli spruzzi di neve che si alzano dagli sci, dando l'idea della velocità e la « posizione » assunta dal soggetto verrà «fermata» nel pieno dello slancio. Un suggestivo «controluce», un'immagine piena di poesia e di vitalità. Il fotografo non ha usato apparecchi particolari; ha soltanto avuto l'accortezza di chiudere al massimo l'obiettivo e di usare un «tempo» molto rapido: 1/500 di secondo

Persone citate: Sita