Nino: «Auguro a molti una famiglia come la mia»

Nino: «Auguro a molti una famiglia come la mia» Il triestino risponde alle «voci» sulla sua vita privata Nino: «Auguro a molti una famiglia come la mia» (Dal nostro inviato speciale) Roma, 18 gennaio. Nino Benvenuti si prepara al terzo combattimento con Griffith, mentre attorno al suo nome sorgono discussioni e polemiche. Il pugile triestino però sembra tranquillo, si sente molto vicino all'atmosfera di un anno fa quando si preparava al primo match con il pugile negro. Lo ha confessato lui stèsso, rispondendo alle nostre domande, nella tranquilla atmosfera del suo « ritiro », un albergo sulla strada fra Roma ed il Lido di Ostia. — Lei si conosce più di ogni altro — gli abbiamo chiesto — e l'amara espe- i rienza del settembre scorso le consente di giudicarsi con la necessaria severità. Si ritiene, come condizione fisica e psicologica, più vicino al Benvenuti che trionfò un anno fa su Griffith, o a quello che fu sconfitto nella rivincita? — Parto con l'intenzione di vincere con Griffith e mi sento più vicino quindi al Benvenuti di un anno fà. Tanto più che ora sono sfidante e la carica aggressiva di chi deve conquistare un primato è naturalmente più completa di quella di chi deve limitarsi a difenderlo. — Ammette di avere compiuto degli errori in occasione del secondo incontrò con Griffith? E quali? — Errori se ne fanno sempre e quando si perde saltano tutti all'occhio, lo dico che ho perso e basta. Avrei potuto fare di più? Non ho perduto nettamente e ciò malgrado le mie condizioni, che tutti hanno definito precarie e che tuttavia io ritenevo sufficienti per farmi vincere. Non ho nessun rimprovero da far- mi tranne quello di aver perduto ed aver deluso me stesso e quanti credevano in me. — Griffith era impegnato a Roma nello stesso programma in cui figura lei, ma ha preferito ricorrere ad un pretesto per rinunciare al match e pensare solo al titolo mondiale. Ha ragione Griffith che non ha voluto correre rischi, o lei che invece affronta il pericoloso Austin? — Ognuno cura il suo fisico come meglio crede. A Griffith evidentemente può bastare la palestra, a me, che non combatto dal settembre scorso, era necessario un coUaudo impegnativo. Un avversario di comodo non. ayrebhe .comportato rischi, ma non sarebbe servito a niente. — Malgrado le polemiche, continuerà la « ginnastica Golinelli »? — Il mio allenatore Golinelli è sempre qui con me e ciò significa che sono sempre d'accordo con i suoi metodi. Se qualcosa si può migliorare o modificare, Io faremo insieme, in base alle comuni esperienze. — Quali sono le sue attività extrasportive? Quale di esse diventerà per lei la dominante, alla fine della carriera pugilistica? — Ho numerose attività, tutte discretamente avviate: una fonderia, un'agenzia assicurativa, una palestra di cultura fisica. AI mio ritiro dallo sport non è detto però che io debba occuparmi di esse. Può uscir fuori qualche nuovo interesse, magari anche in campo sportivo. Potrei iniziare la carriera di procuratore di boxe in società con Amaduzzi, potrei dedicarmi all'automobilismo, che mi ha sempre attirato molto. Vedremo al momento giusto. — Il suo mestiere le piace ancora od incomincia ad essere stanco della boxe? — Diciamo che sono semplicemente stanco, soprattutto se per boxe si intende anche tutto quello che le gravita attorno. Lo sport in se stesso lo faccio ancora con la passione di sempre. — Perché si atteggia a capellone? — Non sono un capellone e. non ho niente a che fare con le istanze sociali di questo gruppo. Tengo i capelli lunghi perché mi va, e basta. L'importante è non fare del male a nessuno. Del resto esistono degli sfaticati coi capelli lunghi ma almeno altrettanti coi capelli corti. — Si è parlato molto dei presunti dissapori fra lei e sua moglie. Certi periodici satirico-sportivi hanno fatto di lei il protagonista di vignette di dubbio gusto. Norf sente il bisogno di reagire? — Reagendo, non si fa che riproporre Io stesso antipatico argomento, e sarebbe peggio. Dissapori familiari possono esistere per ciascuno di noi. Io forse sto meglio di tanti altri. Le mie vicende private interessano perché sono un personaggio che fa notizia ed un bisticcio senza conseguenze diventa perciò un fatto di cronaca, se mi ha come protago- J nista. Ripeto che non ho da lamentarmi ed augurerei a molti di poter avere una situazione familiare come la mia. Del resto tutto dipende da Griffith. Se lo batterò, ridiventerò bravissimo per tutti, anche per quelli che negli ultimi mesi hanno sparato a zero su di me... Gianni Pignata Benvenuti è fiducioso nelle sue possibilità (Telefoto)

Luoghi citati: Lido Di Ostia, Roma