Le «Izvestia» annunciano il processo agli scrittori di Ennio Caretto
Le «Izvestia» annunciano il processo agli scrittori Dopo quattro giorni di silenzio Le «Izvestia» annunciano il processo agli scrittori Il giornale cerca di togliere al «caso» ogni aspetto politico - Galanskov (che sconterà 7 anni) presentato come un «esaltato»; Ginzburg (5 anni) come «un individuo disintegrato moralmente e fisicamente» - Con Dobrovolski partiranno per un campo di lavoro forse in settimana - La Lashkova sarà liberata: ha già scontato la pena (Dal nostro corrispondente) Mosca, 16 gennaio. A quattro giorni «alla sua conclusione, il processo contro i quattro giovani Intellettuali moscoviti Ginzburg, Galanskov, Dobrovolski e Lashkova, ha finalmente raggiunto le pagine dei giornali sovietici. Le Isvestia, l'organo governativo, ne hanno pubblicato questa sera un ampio resoconto, fornendo altresì particolari biografici sui condannati. Non è un evento da sottovalutare, sia per il peso della testata del giornale, sia perché indicativo degli attuali orientamenti del Kremlino. Due punti le Izvestia vogliono soprattutto sottolineare: che non si sarebbe trattato di un processo contro V Intellighenzia, ma contro singoli teppisti, collegati ad una organizzazione straniera, VNts, mirante a rovesciare il regime; e che nel processo sarebbe stata rigorosamente rispettata la « legalità socialista » nella forma e nella sostanza. Le condanne sono note: sette anni di detenzione per Galanskov, cinque a Ginzburg, due a Dobrovolski e uno alla Lashkova, tutte in base all'articolo 70 del Codice, per « attività anti-sovietica ». I quattro giovani intellettuali hanno presentato istanza d'appello e si trovano ancora nelle carceri di Mosca. Amici hanno dichiarato che difficilmente l'istanza verrà accolta, « ma che sarà fatto il possibile per tirarli fuori ». Probabilmente, essi partiranno per un « campo di lavoro » o alla fine di questa settimana o all'inizio della prossima. Farà eccezione la Lashkova, che riacquisterà la libertà: i condannati, arrestati il gennaio del '67, hanno infatti già trascorso tutti un anno di prigione. Sembra che Galanskov soffra di disturbi allo stomaco e i familiari ne siano preoccupati. Le, Izvestia non accennano alla pubblicazione del « Libro bianco sul processo Sinyaski Daniel » di Ginzburg, né della rivista «Fenix 66» di cui Galanskov era il principale responsabile. Tacciono altresì le petizioni rivolte dalVIntellighenzia o ai leaders sovietici o al Tribunale in favore dsi quattro condannati, prima e durante il processo. Della denuncia di Litvinov, il nipote del defunto ministro degli Esteri, e della signora Daniel contro la «farsa » del processo, non fanno parola. A differenza di quanto avvenne per Sinyaski Daniel, si è tolto alla vicenda ogni aspetto di oppressione culturale. E' il segno che nelle file del partito è in corso un rapporto sulla libertà dell'arte dal quale, nonostante le dure condanne contro Ginzburg, Galanskov, Dobrovolski e Lashkova potrebbero scaturire sviluppi positivi. L'articolo delle Izvestia è imperniato sulla deposizione di uno dei principali testimoni per l'accusa, lo studente venezuelano Sokolov, figlio di emigrati russi. Sokolov fu arrestato a dicembre, sempre per spionaggio, tre giorni dopo il suo arrivo a Mosca. La polizia segreta aveva scoperto che era stato mandato dall'/Vts ad aiutare i quattro giovani intellettuali moscoviti. Avrebbe avuto " in suo possesso le loro fotografie, una ingente somma di denaro, uno strumento per copiare documenti, opuscoli di propaganda anti-sovietica. In Tribunale, Sokolov raccontò d'essere stato avvicinato dall'organizzazione straniera all'Università di Grenoble, in Francia, dove studiava. « Fui ingaggiato due volte — avrebbe detto secondo le Izvestia. — Mi assicurarono che si trattava di scrittori, e mi accorgo invece che non è vero. Mi assicurarono anche che nei pacchi c'era roba inoffensiva, ed era invece equipaggiamento da spie. Mi dispiace dì aver involontariamente infranto la legge di questo Paese ». Le Izvestia infine hanno descritto Ginzburg, come un individuo « disintegrato » moralmente e fisicamente, Galanskov come un esaltato, Dobrovolski come un debole, la Lashkova come succuba degli altri. L'autore del « Libro bianco sul processo Sinyaski Daniel » era già stato due volte in carcere, come i suoi compagni aveva fatto solo le scuole superiori, passando poi da un lavoro all'altro, e vivendo spesso, secondo le Izvestia, alle spalle della madre. Ha concluso il giornale che « la loro colpa criminale » è stata dimostrata da « documenti irrefutabili, altre prove e le deposi¬ zioni di. testimoni ». Il pubblico presente in e"la avrebbe accolto la sentenza con applausi. E' da notare che l'ammissione era stata concessa solo su speciale lasciapassare; e che i congiunti dei condannati, presenti al processo, non erano mai più di cinque o sei insieme. Ennio Caretto
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