Il "Bagutta,, a Piero Chiara

Il "Bagutta,, a Piero Chiara Assegnato nella storica trattoria milanese Il "Bagutta,, a Piero Chiara Lo scrittore lombardo ha vinto l*«aristocratico» premio letterario col romanzo «Il balordo» - Fino all'ultimo gli hanno conteso il successo le opere di Camilla Salvago Raggi e Fulvio Tomizza (Nostro servizio particolare) r Milano, 15 gennaio. Riccardo Bacchelli è uomo autorevole e autoritario. Da anni, nella sua qualità di presidente del Premio Bagutta, si batte perché i componenti la giuria non si lascino sfuggire in anticipo il nome del vincitore. E da anni, nonostante le sue accalorate rampogne, perde regolarmente la battaglia. Da qualche giorno nell'ambiente letterario milanese circolala la voce che il Bagutta '68, trentaduesimo della serie, era stato assegnato a Piero Chiara per il suo romanzo Il balordo. Domenica poi un giornale milanese aveva pubblicato uno scherzoso gioco di parole: «rutti lo sanno, ma nessuno lo dice. Potrà darsi il caso che, pur premiando un libro " balordo ", la sentenza sia ritenuta giusta e " chiara " ». Cosi, stasera, fra la folla elegante ma meno numerosa del solito che gremiva la storica trattoria dei fratelli Pepori — c'erano anche il sindaco Aniasi, Arnoldo Mondadori e Valentino Bompiani — il fattore sorpresa è mancato del tutto. Comunque, alle dieci in punto, al levar delle mense, Bacchelli ha dato l'annuncio ufficiale e Piero Chiara, sotto la luce dei riflettori, ha percorso il lungo corridoio, si è accostato al tavolo della giuria e s'è sottoposto al rituale abbraccio accademico. Piccolo, minuto, giovanile nonostante i capelli bianchi e gli occhiali, è letteralmente scomparso sotto la grande mole di Bacchelli. « Satirico, sarcastico, perfido, velenoso», i sarcastico, pefi, , 10 ha definito con bonarietà 11 presidente liberandolo dall'abbraccio ed ha lodato le sue eccezionali « doti di linguaggio » e la sua « nobile tristezza ». Premiando il libro di Chiara la giuria del Bagutta s'è mantenuta fedele al suo stile, che in questi anni di presidenza baechelliana s'è sempre ispirato a criteri di rigorosa aristocrazia letteraria. I successi mondani, i libri da centomila copie, il Bagutta, si sa, li lascia ad altri. Le sue pre¬ ferenze vanno a scrittori appartati e schivi (premiati con la cifra poco più che simbolica di 100 mila lire). Lo dimostrano non soltanto la personalità e l'opera del vincitore, ma anche quelle degli altri due scrittori che gli hanno conteso la vittoria fino all'ultimo: Camilla Salvago Raggi con Dopo di me e Fulvio Tomizza con Trilogia istriana. Nessuno dei tre abita a Roma, a Milano o in qualche altra grande città; nessuno dei tre fa parte di gruppi letterari o di conventicole mondane. Piero Chiara vive e lavora a Varese; ma i suoi romanzi sono ambientati tutti nella sua città natale, Luino. Fulvio Tomizza vive a Trieste, dove resiste alle attrattive delle metropoli proprio per mantenersi fedele alla sua ispirazione cosi strettamente legata alla terra di origine. Camilla Saivago Raggi, giovane nobildonna piemontese, moglie dello scrittore Marcello Venturi e nipote d'un senatore del regno che fu anche ambasciatore a Parigi e governatore in Africa, vive nel Monferrato, nella vecchia proprietà di famiglia. Il romanzo premiato — Il balordo — narra le vicende di un omaccione tutto ciccia, alto due metri, pesante centoquaranta chili, tanto imponente nel corpo quanto ingenuo e infantile di mente; uno di quei personaggi strampalati che, soprattutto in provincia, finiscono per dar corpo a interminabili leggende. Suonatore di pianoforte ai tempi del cinema muto, membro di orchestrine da strapazzo, girovago, capro espiatorio di infinite colpe, durante il fascismo viene confinato nel Meridione da dove risalirà trionfalmente al suo paese insieme con le truppe liberatrici: Ma più e meglio di quella del protagonista rimangono impresse nella memoria le cento figure che gli fanno contorno: gli impiegati, i barbieri, i piccoli gerarchi della indimenticabile Luino di Chiara. Gaetano Tumiati

Luoghi citati: Africa, Milano, Monferrato, Parigi, Roma, Trieste, Varese