Sofia Bassi trasferita nella prigione comune

Sofia Bassi trasferita nella prigione comune Sofia Bassi trasferita nella prigione comune Superata la depressione nervosa, ha lasciato l'infermeria - E' con altre 14 donne (Nostro servizio particolare) Acapulco, 12 gennaio. (r. s.) I dottori Carlos Zuluaga ed Enrique Munusiri (il primo medico di famiglia, il secondo specialista di malattie nervose) hanno visitato Sofia Bassi nell'infermeria del carcere. Hanno rilevato nella donna il superamento della crisi di depressione nervosa che aveva consigliato di isolarla. Stamane, pertanto, ia detenuta è ritornata nella cella comune, dove si trovano altre 14 donne. Esse finiranno col godere, indirettamente, delle facilitazioni che la legge messicana consente a chiunque possa pagarsele (in Messico, la privazione della libertà personale non viene accompagnata da altre afflizioni: ciascun detenuto, ad esempio, ha diritto a periodici colloqui intimi con la persona cui è legata da vincoli matrimoniali o sentimentali). La famiglia Bassi ha disposto per rimpianto 'li un ventilatore nella cella, e già sono arrivati un capace armadio, un frigorifero e un televisore. Un'invasione di oggetti che finirà col riverberare almeno un tenue ràggio di comfort anche sulle misere compagne di pena della nobildonna messicana. I difensori di Sofia Bassi hanno chiesto che la loro assistita sia sottoposta a perizia psichiatrica. La mossa rientra in un'offensiva a largo raggio, intesa a dimostrare che, dopo il primo accidentale colpo di rivoltella, Sofia Bassi premette altre quattro volte il grilletto contro il genero Acquarone a causa di una « temporanea incapacità mentale »: spiegabile, a giudizio dei difensori, con l'emozione che poteva facilmente sopraffare un soggetto iperteso e da tempo affidato alle cure dei medici. Si spera, in tal modo, di far declassare il reato da omicidio volontario ad omicidio colposo: in questi termini suona, del resto, l'appello ri¬ volto dalla difesa alla suprema magistratura dello Stato. Questa dovrà tuttavia valutare anche l'appello presentato dall'accusa perché Sofia Bassi venga " incriminata per omicidio premeditato. Come si ricorderà, il vice-procuratore distrettuale Ramon Palacios aveva richiesto, dopo un'indagine preliminare, l'incriminazione per omicidio di primo grado, con le aggravanti della « proditorietà » (perché la sparatrice tradì la fiducia di un parente) e del « vantaggio » (perché la vittima era indifesa). Difesa e accusa si cimentano dunque in un tiro alla fune dali'esito incerto. E incerta appare anche la data del processo, che in ogni caso non verrà istruito prima che siano passati alcuni mési. Molte cose infatti restano, ancóra da chiarire, è bene che siano lasciate « depositare », in questa singolare vicenda di sangue. Poche le novità fuori dalle mura del vecchio carcere. Si sa soltanto che Claire Diericx, la vedova di Cesare Acquarone, desidera compiere al più presto possibile un viaggio a Verona. Attende soltanto che le sia restituito il passaporto, e la cosa dovrebbe avvenire presto, dal momento che nulla è emerso a suo carico. Vuole abbracciare 4a suòcera, la duchessa Madeleìne Trezze, rimasta sola, murata con il suo dolore, nella villa fuori Verona. Ci sono troppe cose da chiarire. Prima ancora di arrivare alla tragedia, agli oscuri inesplicabili colpi di pistola, ci sono le illazioni e le ombre che si sono proiettate negli ultimi tempi su un matrimonio — quello tra Cesare e Claire — che, sembrava perfetto. E c'è il destino della piccola Chantal. Quello fra le due donne è un incontro procrastinato dal giorno dei funerali di Acquarone, quando le autorità messicane impedirono alla vedova di accompagnare la salma. Sofia Bassi De Celorio nell'infermeria del carcere ad Acapulco (Telefoto Ansa) Gianfranco Bassi abbraccia ia moglie Sofia durante una visita In carcere (Tel. A.P.)

Persone citate: Acquarone, Cesare Acquarone, Claire Diericx, Gianfranco Bassi, Ramon Palacios, Sofia Bassi, Sofia Durante

Luoghi citati: Acapulco, Messico, Sofia, Verona