II presidente degli evangelici italiani e la preghiera del Papa per la pace

II presidente degli evangelici italiani e la preghiera del Papa per la pace LETTERE A. Tv DIRETTORE II presidente degli evangelici italiani e la preghiera del Papa per la pace Signor Direttore, solo recentemente sono venuto a conoscenza della forma con cui il Suo pregiato quotidiano (31-12-1967, pag.9) sotto il titolo « Il Papa domani invocherà pace agli uomini di tutte le razze » e con il sottotitolo « La stessa preghiera sarà letta dal pastore Sbaffl, presidente della Federazione evangelica italiana », ha dato notizia della visita, fattami nel mio ufficio, da mons. Cunial. Nel testo dell'articolo si legge inoltre che, nel corso dell'incontro, io avrei affermato che, in una riunione di culto avrei dato lettura « della preghiera del Papa per la pace ». Desidero innanzitutto precisare che nel corso della cortese visita da parte di mons. Cunial non si fece parola di una « preghiera del Papa » né, tantomeno, di una mia eventuale utilizzazione di tale preghiera nel culto di Capodanno. Si parlò solo di « preghiera per la pace » ed io informai mons. Cunial che non solo nei nostri culti si prega ogni domenica per la pace, ma che la Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, in un suo messaggio diretto a tutte le comunità evangeliche italiane aveva, sin dal 27 novembre u.s., invitato tali comunità a « lare del giorno di Natale un gior no di coraggiosa riflessione e di umile accettazione di ciò che comporta, per la Chiesa, essere non solo messaggera ma facitrìce di pace». Nel congedarsi, uno degli accompagnatori di mons. Cunial, mi lasciò gentilmente alcune copie, in varie lingue, del testo della « preghiera per la pace » ed io, in un successivo colloquio telefonico con lui ebbi a dirgli che avendo trovato il testo liturgicamente valido anche per noi evangelici, lo avrei utilizzato nel corso del culto di Capodanno. Vorrei, in secondo luogo chiarire un dato di natura ecclesiologica. Dal risalto dato alla mia persona nel sottotitolo dell'articolo in parola, si può aver pensato, rifacendosi anche ad una concezione dell'autorità e della gerarchia che non trova riscontro nelle Chiese evangeliche, che il Presidente della Federazione delle Cinese evangeliche in Italia assolva un particolare ministero carismatico o sia per lo meno un « superiore » la cui azione personale diventa normativa per gli altri. Ora, la Federazione non è una Chiesa ma, semplicemente, « uno strumento comune di servizio e di testimonianza ». A mapgior ragione il suo presidente è un pastore — ma potrebbe essere anche un laico — in tutto eguale agli altri pastori, senza nessuna particolare dignità od auto¬ rità, il quale è stato chiamato, da una Assemblea, ad assolvere, per un dato tempo, un particolare « servizio » o, se si vuole, una particolare « diaconia ». Solo i Sinodi o le Assemblee delle Chiese, in quanto costituiti da rappresentanti delle comunità locali — pastori e laici — possono prendere decisioni che impegnano l'insieme della Chiesa. La mia azione è stata quindi quelle di un credente che ha ritenuto di potersi unire, nella preghiera, ad altri credenti, senza distinzione dì confessione cristiana, perché Iddio doni al mondo quella pace che gli uomini, con le loro sole forze, non potranno mai realizzare che in modo parziale. Mario Sbaffl presidente della Federaz. delle Chiese evangeliche in Italia Nelle edicole il primo numero mi» LAGRANDE GUERRA 36 fascicoli settimanali a L. 300 A cinquantanni dalla vittoria finalmente la storia vera del primo conflitto mondiale. Un racconto inedito e drammatico con 2000 immagini eccezionali da tutti i fronti di operazione.

Persone citate: Cunial, Mario Sbaffl

Luoghi citati: Italia