la suocera di Acquarone incriminata per l'uccisione premeditata del genero

la suocera di Acquarone incriminata per l'uccisione premeditata del genero Ad una svolta il "giallo» misterioso di Acapulco la suocera di Acquarone incriminata per l'uccisione premeditata del genero Il magistrato ne ha ordinato l'arresto senza possibilità di cauzione - La perizia balistica ha confermato che il patrizio è stato vittima di un delitto - Si prospetta l'ipotesi del movente passionale - Bloccali ad Acapulco tutti i familiari del conte - Forse domani la salma partirà per l'Italia (Nostro servizio particolare) Acapulco, 6 gennaio. Al termine di una giornata di indagini tesa ed intensa, il vice procuratore di Stato Ramon Palacious ha formalmente incriminato la suocera del conte Cesare Acquarone, accusandola di omicidio premeditato e ordinando che venga incarcerata senza cauzione. Il magistrato ha comunicato ai giornalisti che il fattore decisivo per l'incriminazione è la prova effettuata da due esperti balistici con la « Walther » semiautomatica che ha abbattutto il conte Acquarone. Secondo le risultanze della perizia, la pistola non può avere sparato una serie di cinque colpi; la sparatrice ha dovuto premere ogni volta il grilletto: cade quindi la sua linea di difesa impostata su un tragico incidente fulmineo e imprevedibile. Sofia Bassi De Celorio, che ha appreso la notizia dal giornalisti nell'infermeria del carcere, ha avuto ima terribile crisi ed è svenuta. Il magistrato ha ammesso anche che, secondo certe informazioni in suo possesso, il delitto potrebbe avere un movente passionale. Tuttavia mancano per il momento precise conferme. L'accusa formale è stata presentata al giudice del secondo distretto, Artemio Arellano, che ha tempo fino alle ore 16 di martedì per decidere sulla sua validità. Il giudice sentirà in proposito le deposizioni del procuratore, della difesa e dei testimoni. Quindi stabilirà se mettere in libertà la nobildonna, cambiare il dispositivo dell'accusa oppure ordinare che venga avviato senz'altro il processo. In Messico, dove non esiste la pena di morte, l'omicidio di primo grado viene punito con un minimo di 15 ed un massimo di 30 anni di reclusione. Il vice procuratore ha ordinato a tutti i membri della famiglia Bassi-Diericx di restare ad Acapulco, a disposizione dell'autorità giudiziaria, fino a nuovo avviso. La salma del conte Cesare Acquarone, che era stata trattenuta, in Messico per sottoporla ad una seconda autopsia, è stata consegnata al familiari. Adempiute le formalità di legge, non esistono ostacoli per il suo trasferimento in Italia. Si ritiene che già domani essa possa lasciare Acapulco. La svolta nel « giallo » di Acapulco è giunta al termine di una giornata di incertezze, caratterizzata tuttavia da una febbrile attività. Nonostante il riserbo degli inquirenti, le indagini avevano assunto un ritmo febbrile che lasciava presagire vicina la soluzione dell'intricata vicenda che sta appassionando il Messico, e particolarmente la « costa dei miliardari ». Dagli ambienti giudiziari erano del resto emersi ,in via ufficiosa, elementi dì straordinaria importanza. I cinque colpi di rivoltella, intanto. Gli esperti balistici, il generale Antonio Mejia Castro e il capitano José Guillermo, escludevano la tesi della raffica. Un risultato di eccezionale gravità, anche se Sofia Bassi De Celorio aveva cercato di modificare la sua posizione difensiva, introducendovi una sensibile variante. Nell'ultimo Interrogatorio aveva infatti sostenuto che l'arma sparò mentre il genero tendeva la mano per prenderla ed esaminarla, e anzi il conte l'avrebbe afferrata nei primi sussulti del suo corpo ferito a morte. Per questo, altro importante elemento della giornata, è stata effettuata una nuova autopsia sulla salma. Essa è avvenuta su richiesta dell'avvocato Riccardo Franco, un legale dell'ambasciata italiana a Città di Messico: aveva appreso che, nella prima ricognizione, i medici avevano esaminato il torace, non il cervello e l'addome della vittima. Con l'occasione, egli ha voluto che fosse applicato al le mani del conte il « guanto di paraffina »: perché eventua li tracce di polvere da sparo confermassero la deposizione di Sofia Bassi. Non necessa riamente a sua difesa: una prova positiva della paraffina avrebbe anche potuto generare il sospetto di una collutta zione tra la donna e la sua vittima. L'avvocato Franco ha Invitato i magistrati ad invia re i dati relativi al « test » ad un laboratorio americano, per una prova di riattivazione nu cleare che offre un risultato non contestabile. II clan Bassi-Diericx ha continuato, per tutta la giornata, a fare fronte compatto intorno all'imputata. Nessuno ha avanzato dubbi od eccezioni. Tutti hanno ripetuto ccman con monotonia davanti al giudice la tesi della disgrazia. La nobildonna Helena Diericx, suocera della sparatrice, che pare si trovasse non molto lontana dalla piscina al momento del dramma, non ha saputo dire molto, anche per l'età avanzata. Claire, la vedova, sostiene che allora dormiva: non si è svegliata perché aveva preso sedativi e aveva infilato batuffoli di cotone negli orecchi. Temeva di essere disturbata dalle esplosioni di mine provenienti da un vicino cantiere stradale. Particolarmente lungo e impegnato è stato l'interrogatorio di Gianfranco Bassi, il figlio tredicenne di Sofia Bassi De Celorio e cognato della vittima. Si è presentato da- vanti al giudice in atteggiamento sicuro e persin spavaldo. «Smisi di leggere — ha raccontato — perché anch'io, come mia madre, volevo imparare ad usare la pistola. Il conte era inginocchiato accanto alla piscina quando mia madre gli consegnò l'arma. Echeggiarono gli spari, uno dopo l'altro, rapidamente. Corsi verso mia madre. Gridata e piangeva. Pensai che fosse ferita, cercai di toglierle la pistola e partì un altro colpo. Non so dove sia andata a finire la pallottola. Comunque riuscii a strapparle la pistola, mentre gli altri accorrevano dall'interno della casa. Consegnai la pistola a un domestico ». Una versione che collimava perfettamente con la linea di difesa adottata dalla madre e che, questa sera, si prospetta come un gesto di filiale pietà. r. s. Claire Diericx, vedova di Cesare Acquarone, fotografata all'uscita dall'ufficio di polizia di Acapulco con i fratelli Harelin ed il tredicenne Gianfranco (Tel. A.P.)

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