Washington ha chiesto ad Hanoi «chiarimenti» per iniziare negoziati di Nicola Caracciolo

Washington ha chiesto ad Hanoi «chiarimenti» per iniziare negoziati Washington ha chiesto ad Hanoi «chiarimenti» per iniziare negoziati L'America vuole sapere « quando » comincerebbero le trattative e su « quali basi » - Informa che è disposta a sospendere i bombardamenti solo in cambio di colloqui di pace - Aspra protesta russa per una nave « attaccata » ad Haiphong: il « rammarico » del Dipartimento di Stato (Dal nostro corrispondente) Washington, 5 gennaio. Gli Stati Uniti, ha detto oggi il portavoce del dipartimento di Stato Robert MeCloskey, non sono in grado di smentire né di confermare che una nave sovietica è stata colpita da bombe americane nel porto nordvietnamita di Haiphong. Se il fatto è accaduto, ha detto McCloskey, gli Stati Uniti « se ne ram' maricano ». Egli si è rifiutato di esprimere un giudizio sulla minaccia, contenuta nella nota sovietica di protesta, secondo cui le navi russe in avvenire si difenderanno da sé. I sovietici potrebbero installare sui battelli attraccati nei porti nordvietnamiti dei cannoni antiaerei. Ciò comporta il rischio gravissimo di un confronto diretto tra americani e sovietici. Queste notizie hanno provocato a Washington un grave turbamento. Ci si chiede perché l'amministrazione Johnson abbia deciso d'intensificare i bombardamenti contro il Nord Vietnam quando per la prima volta dall'inizio del la guerra appaiono — come scrive oggi il Washington Post — concrete anche se tenui speranze di pace. La promessa del ministro degli Esteri del Nord Vietnam che negoziati avrebbero inizio dopo la fine dei bombardamenti contro il suo Paese è sempre al centro dell'attenzione generale. Il Dipartimento di Stato resta comunque cautissimo. Siamo in grado di precisare quali sono le richieste di chiarimento che gli Stati Uniti hanno fatto avere ad Hanoi. Essenzialmente si riducono a tre: 1) questioni di tempo. Gli americani vogliono una scadenza precisa per l'inizio dei negoziati. Il termine « dopo la fine dei bombardamenti » (usato dai nordvietnamiti) non gli basta. « Dopo » potrebbe anche essere tra sei mesi, un anno o un decennio; 2) gli argomenti sui quali Hanoi intende negoziare. La frase del ministro degli Esteri del Nord Vietnam parla di « questioni di mutuo interesse ». Ora tra Stati Uniti e Nord Vietnam gli argomenti da discutere sono molti: situazione ai confini tra il Nord e il Sud Vietnam, status dei prigionieri americani nel Nord Vietnam, Laos. Cambogia e cosi via. Gli americani sono pronti a interrompere i bombardamenti solo in cam bio di discussioni di pace; 3) questioni puramente militari. I nordvietnamiti non devono utilizzare la tregua per intensificare la guerra contro gli americani e i loro alleati nel Sud Vietnam. Le pressioni su Johnson perché giochi la carta dei negoziati tendono a diventare sempre più energiche. Robert Kennedy ha detto: « Noi americani abbiamo la responsabilità morale di fare tutto il possibile per porre termine alla guerra. Interrompendo i bombardamenti avremo almeno fatto un primo passo. Se ciò nonostante la guerra dovesse continuare possiamo sempre Ricominciare gli attacchi». Due giornali influenti come il New York Times e il Chicago Sun Times hanno preso nei loro editoriali di stamattina la medesima posizione. Il Vaticano, il ministro degli Esteri della Germania Occidentale, il governo italiano, il governo svedese, il governo danese, il segretario generale delle Nazioni Unite hanno suggerito una interruzione dei bombardamenti per mettere alla prova le vere intenzioni del Nord Vietnam. Una breve tregua è prevista per il Capodanno vietnamita alla fine di gennaio. Forse John son deciderà di prolungarla. Nicola Caracciolo

Persone citate: Johnson, Robert Kennedy