«Ero ubriaco, non so perché ho sparato» dice l'assassino del carabiniere di Napoli

«Ero ubriaco, non so perché ho sparato» dice l'assassino del carabiniere di Napoli «Ero ubriaco, non so perché ho sparato» dice l'assassino del carabiniere di Napoli Il trentatreenne Giuseppe Cosenza (catturato la scorsa notte a Torre del Greco) è stato denunciato per omicidio, ferimento e resistenza - Il giovane racconta: «Avevo passato la giornata all'osteria, bevendo più d'un litro di vino» - Pare ch'egli avesse commesso altri reati, in Liguria e Piemonte Il bandito Giuseppe Cosenza è trasferito al carcere di Poggioreale (Tel. Ansa) (Dal nostro corrispondente) Napoli, 2 gennaio. Il trentatreenne Giuseppe Cosenza, che per non scontare dieci giorni di carcere il 29 dicembre scorso uccise il carabiniere Giuseppe Piani e ferì il brigadiere Antonio Pizza, dopo un lungo interrogatorio al comando di polizia giudiziaria di Napoli è stato trasferito stasera alle carceri di Poggioreale. Il giovane è stato denunciato alla magistratura per omicidio volontario, ferimento e resistenza alla forza pubblica. Era intenzione delle autorità inquirenti di istruire per direttissima il processo a suo carico ma la cattura — avvenuta un giorno dopo la chiusura dell'anno giudiziario — non consente di attuare questo provvedimento: il procedimento penale avverrà quindi dopo l'istruttoria som maria, affidata al giudice dott. Francesco Ceravo. Sulla deposizione resa da Giuseppe Cosenza nel corso del lungo interrogatorio — protrattosi per tutta la not te e gran parte del pomerig gio di oggi — nulla si sa dì preciso Le dichiaraziont del giovane sono coperte dal se greto istruttorio e ncll'am biente giudiziario sono trapelate soltanto Li-discrezioni. Sembra che il Cosenza non abbia voluto spiegare t motivi del suo gesto. Rievocando il delitto il Cosenza avrebbe detto di non ricordare a con precisione » i particolari della tragica sequenza, poiché si trovava in uno stato di ebbrezza alcoolica: poco prima (secondo il suo racconto) avrebbe bevuto con gli amici in un'osteria del paese j mggps pugnata più di un litro di vino. Il Cosenza avrebbe inoltre confessato di aver trascorso due anni (dal 1961 al 1963) nella Legione straniera. L'omicida ha poi spiegato che, isubito dopo avex compiuto'^ delitto, fuggV'4 bordo della sua auto percorrendo strade di campagna nell'agro di Torre del Greco. La prima notte (il 29 dicembre) la trascorse in un pagliaio; il giorno dopo riuscì a passare attraverso la rete tesa dai carabinieri percorrendo strade secondarie e raggiunse Capaccio (Salerno), chiedendo protezione ed aiuto ad alcuni familiari. Questi però lo respinsero ed egli, sempre braccato, fu costretto a nascondersi in una chiesa dove trascorse la seconda notte. Ritornò quindi verso Torre del Greco, passando per le strade di campagna. La notte di Capodanno la trascorse in un vecchio garage abbandonato finctié ieri, esausto, pensò di raggiungere la sua abitazione, a Torre del Greco, credendo che ì carabinieri, a causa del violento temporale e della giornata festiva, avessero ridotto la sorveglianza. Stasera si è appreso che. quando il 29 dicembre scorso venne rintracciato dai carabinieri, Giuseppe Cosenza chiese di poter salutare sua moglie prima di venire portato in carcere. I due militi gli risposero che avrebbe potuto incontrarla negli uffici dei carabinieri dove sarebbe stata convocata. Il giovane salì quindi con il brigadiere Pizza e con il Piani sulla « 500 » di quest'ultimo per essere accompagnato in caserma. Per strada l'uomo, fingendo di avere visto suo figlio, chiese ai carabinieri di poterlo salutare. Giuseppe Piani fermò l'auto e il Cosenza improvvisamente, imla pistola, sparò contro i due militi, uccidendone uno e ferendo l'altro. L'inchiesta sul conto di Giuseppe Cosenza prosegue attivissima. Gli inquirenti, malgrado la sua confessione («Ho sparato perché ero ubriaco ri), pono convinti che il giovane non sarebbe mai giunto al punto di uccidere per non scontare dieci giorni di carcere. Essi ritengono invece che egli temesse di poter essere accusato di altri reati: sembra che si tratti di grosse truffe, raggiri e furti che egli avrebbe compiuto di recente in Piemonte, in Li¬ guria e nel Veneto. a. 1. lMsvmm-IIIIIIIIIIIIIIIIIItllllllllllUIIIIIIIIIIIIIII1IIIIIIII!IIIII UCCÌSE PER NON SCONTARE DIECI GIORNI DI CARCERE

Persone citate: Antonio Pizza, Francesco Ceravo, Giuseppe Cosenza, Pizza