I «rurali» con il pri nelle prossime elezioni

I «rurali» con il pri nelle prossime elezioni Deciso dal congresso ad Alba I «rurali» con il pri nelle prossime elezioni La formazione politica opera soprattutto a Cuneo, Asti e Alessandria - Per la categoria chiesta la difesa dei prezzi e un Fondo antigrandine - Caloroso telegramma di La Malfa DAL NOSTRO INVIAIO Alba, lunedi matt. Il «Partito rurale democratico » nelle elezioni politiche del giugno dell'anno prossimo si presenterà con i repubblicani. La decisione è stata approvata ieri dal congresso al quale hanno partecipato un migliaio di contadini in rappresentanza dei 6 mila iscritti al partito. I « rurali » traggono origine dal « Partito dei contadini d'Italia» sorto nel 1919-20, sciolto dal fascismo e ricostituito dopo la Liberazione. Nelle prime legislature del dopoguerra riuscirono ad inviare in Parlamento un loro rappresentante. In seguito i « rurali » attraversarono una crisi con accese polemiche interne. Da qualche anno le fratture sono- state rimarginate. Già nelle « politiche » del 1963 i « rurali » si erano presentati con i repubblicani. Nella circoscrizione elettorale di Cuneo-Asti-Alessandria ottennero circa 19 mila voti (il simbolo era l'edera del pri). «Non riuscimmo ad inviare un nostro rappresentante in Parlamento — affermano — per poche centinaia di voti». Ora hanno confermato la alleanza con i repubblicani e ritentano la prova con rinnovate speranze. Il «Partito rurale democratico » ha la sua base nelle province di Cuneo, Asti, Alessandria. E' appunto in questa circoscrizione elettorale che si presenterà sotto il simbolo dell'edera repubblicana. « Questa volta — ha detto il segretario del movimento prof. Cerniti — contiamo di farcela». (I «rurali» non puntano ad un quoziente elettorale pieno, ma sperano di avere il « maggior resto », in sede nazionale, tra i repubblicani). Il congresso ha tralasciato 1 grandi problemi di politira interna ed internazionale: « Siamo troppo piccoli — hanno detto con saggezza contadina — per occuparci di queste cose». Dopo aver affermato « il desiderio di pace della gente che lavora i campi» ed essersi dichiarati favorevoli alla « formula dì centro-sinistra», i congressisti hanno discusso temi concreti della loro vita quotidiana La mancanza di provvidenze contro i danni provocati dalla grandine è un punto dolentissimo. «Il flagello della grandine — hanno spiegato i tecnici — colpisce particolarmente il Piemonte. In pochi minuti riduce in mise ria le famiglie di interi pae si. Il sistema dell'assicura zione presso Compagnie private è troppo oneroso. Per i 119 mila ettari di vigneti delle province di Alessandria, Asti, Cuneo, sui quali si prò duce uva per il valore di 40 miliardi all'anno, bisognerebbe pagare 9 miliardi di assicurazione. Una cifra insostenibile ». Quindi i contadini chiedo no l'istituzione di un « Pondo nazionale di solidarietà» al quale sono disposti a concorrere « con contributi che non superino l'uno-due per cento del valore del prodotto ». Altri oratori molto applauditi dai congressisti sono stati quelli che hanno sottolinea to l'esigenza «di elevare i redditi dei contadini al livello delle altre categorie ». Per raggiungere questo risultato « sono necessari interventi radicali a favore dell'agricol tura, per metterla al passo con le tecniche moderne del la produzione». Il problema hanno detto, « non si risolve favorendo lo spopolamento delle campagne». Per invogliare i giovani a restare nei campi « bisogna dar loro la piena sicurezza nel domani ». Perciò è necessario che i rurali «possano usufruire di un trattamento sociale non dissimile da quello delle altre categorie. Uguale assistenza mutualistica, farmaceutica, infortunistica e pensioni dello stesso ammontare ». Parecchi hanno protestato « contro l'importazione di prodotti esteri, che fanno crollare i prezzi interni ». Altri hanno espresso vive preoccupazioni «perché, nell'ambi to del Mercato Comune Europeo, la nostra agricoltura è, in diversi settori, troppo arretrata e non competitiva ». Alla tribuna congressuale si sono alternati esponenti dei «rurali» (il segretario generale dott. Giovanni Cerruti, il segretario organizzativo dott. Turello, Scrimaglio di Nizza Monferrato, il prol Barbero di Asti, il prof. Fran zero di San Damiano, il prof Rolandi di Alessandria) e dirigenti del partito repubbli¬ cano (prof. Federighi della direzione nazionale, ing. Gandolfi segretario piemontese, avv. Brunetti di Savona ed altri). Hanno preso la parola anche sindacalisti della UH. L'on. Pivano, a nome del combattenti della guerra '15'18, ha ricordato, tra unanimi applausi, che i reduci « attendono ancora la pensione ». « Lo diciamo — ha soggiunto — in un congresso di rurali perché V80 per cento dei combattenti della Grande guerra erano contadini ». I lavori si sono conclusi con la nomina del nuovo Consiglio nazionale del « partito rurale » (sessanta membri in rappresentanza di tutti i centri più importanti delle province di Asti, Alessandria, Cuneo) e con l'approvazione di un documento che sintetizza le richieste discusse Il segretario nazionale del pri, on. La Malfa, impossibilitato ad intervenire, ha inviato un caloroso telegramma di saluto e di impegno dei repubblicani a favore dell'agricoltura. Sergio Devecchi ♦