Netto successo del Cagliari 2-0 su una sconcertante Juventus
Netto successo del Cagliari 2-0 su una sconcertante Juventus Il Torino (0-0 con 81 Varese! sciupa l'occasione di raggiungere la Roma Netto successo del Cagliari 2-0 su una sconcertante Juventus DAL NOSTRO INVIA TO Cagliari, lunedi mattina. Non c'è proprio niente da dire. Il risultato è giusto. Talmente giusto che si rende quasi perfettamente inutile e fuori luogo il cercare delle scuse o delle attenuanti per 1 bianconeri. Raramente noi abbiamo visto una Juventus comportarsi in modo così incerto e privo di convinzione, come in questa occasione. Se il primo tempo ancora aveva potuto lasciare l'impressione di un possibile « salvataggio » per gli ospiti, dato che un certo qual equilibrio di azioni si era verificato, e visto che il tiro di Greatti aveva colto il pur sempre attento Anzolin con la visuale coperta per la quantità di uomini che si affollavano nella sua area di rigore, la ripresa ha eliminato ogni e qualsiasi dubbio sul modo in cui sarebbero andate a finite le cose, tanto netta e nitida è stata la superiorità messa in mostra dalla compagine sarda. Per tutta la prima mezz'ora della ripresa il Cagliari ha dominato non solo territorialmente, ma anche tecnicamente. L'undici insulano ha dimostrato la sua superiorità come impostazione di gioco, come velocità di azioni, come slancio, come decisione, come volontà. Sotto questo aspetto, la stangata della mezz'ala destra Rizzo, che ha dato luogo alla seconda rete, è stata in piena carattere con il rimanente dell'attività dei cagliaritani. Prima ancora che il risultato venisse a chiudersi sul 2 a 0, l'estremo baluardo to- rinese aveva già corso serto pericolo in più di un'occasione: Anzolin era rimasto a terra colpito da attaccanti che gli erano piombati addosso come tante furie, e l'intera costruzione bianconera aveva lasciato l'impressione di non poter reggere a tanta tempesta. Nemmeno nei venti minuti che hanno fatto seguito al 2 a 0 si è avuto, da parte della Juventus, una reazione che potesse lasciar sperare in una riduzione dello svantaggio. La squadra campione d'Italia ha lasciato questa volta dietro a sé uno strascico di delusione. Uno strascico che fa ritenere che sìa più benefico per essa il dire la verità cruda e netta La giornata si era fatta improvvisamente bella fin dal primo mattino. Più nessuna nuvola nel cielo diventato tutto d'un colpo limpido e sereno, più nessuna traccia dì quel vento di tramontana che doveva costituire alla vigilia una minaccia così seria. Un bel sole invece, una atmosfera tersa e quasi calda. Nella tribuna d'onore vi erano due incaricati della federazione calcio, il segretario generale Franco Bertoldi e il funzionario Bardigotta, venuti per curare l'organizzazione per il prossimo dicembre, della partita di torno fra le squadre nazionali dell'Italia e della Svizzera, per la Coppa Europa. La Juventus aveva risolto le sue incertezze mandando in campo Favallì come ala destra, ed escludendo Zigoni. Gioco alterno in inizio di partita, con qualche accenno a buone azioni da parte della Juventus, a seguito di lunghi centri eseguiti dalla destra da Favallì. Salvadore ri- controllava bene il pericoloso Riva e ne bloccava le iniziative. A richiamare comunque l'attenzione sulle intenzioni del Cagliari giungeva presto un improvviso, secco tiro basso da parte di Boninsegna che colpiva la base del montante sulla destra di Anzolin. A due minuti dal riposo, su un'azione nulla affatto pericolosa, e mentre tutto Un mucchio di giocatori delle due parti in causa gremiva l'area di rigore torinese, la mezz'ala sinistra dei sardi, Greatti, faceva partire un tiro basso da appena fuori area. La palla passava, va a saper come, attraverso tutta una selva di gambe, e andava a finire in rete, proprio a filo del montante sulla destra di Anzolin. Il quale, non avendo visto il tiro in partenza, si gettava in tuffo con qualche ritardo. Per tutta la prima mezz'ora della ripresa si vedeva una squadra sola in campo, quella del Cagliari. Attacchi, mischie, tiri, con un undici bianconero che pareva una nave nella tempesta. Anzolin sbagliava un rinvio mandando una palla proprio nei piedi di Nené il quale a sua volta non sapeva approfittare dell'ingente fortuna. Poi il portiere stesso rimaneva a terra per qualche istante, duramente colpito. Era veramente un periodo brutto-per la Juventus. I bianconeri, ad eccezione di Salvadore il quale si portava lodevolmente, quasi più non c'erano. A conferma del crescendo cagliaritano giungeva, al 25', il pallone che troncava ogni dubbio circa l'esito finale. Ricevendo la palla nella sua posizione naturale di mezz'ala destra Rizzo sferrava da fuori area un'autentica «cannonata». Quel tiro avrebbe battuto non uno, ma due portieri. La palla attraversava l'intera area di rigore e andava a finire nell'angolo alto della rete sulla destra dì Anzolin. Sul 2 a 0 la Juventus si dimostrava vinta, con il suo contegno abulico, prima ancora di ogni altra cosa. Un mucchio di cose che non vanno in questa Juventus del momento. E tanti complimenti al Cagliari Vittorio Pozzo Cagliari — Pianta; Martìradonna. Longoni; Cera, Vescovi, Longo; Nené, Rizzo, Boninsegna, Greatti, Riva. Juventus — Anzolin; Salvadore, Leoncini; Bercellìno, Sarti, Volpi; Favallì, Sacco, De Paoli, Cinesinho. Simoni. Arbitro: Monti di Ancona. Cineslnho, a destra, accorro su un pallone sfuggito a Longo, ma il tiro del juventino finirà a lato (Telefoto)
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