Commessa di 16 anni sale al settimo piano di una casa e si getta nel cortile: morta

Commessa di 16 anni sale al settimo piano di una casa e si getta nel cortile: morta Era bella e di carattere vivace: misteriosa tragedia di gioventù Commessa di 16 anni sale al settimo piano di una casa e si getta nel cortile: morta Abitava ad Airasca con la famiglia; ogni giorno veniva a Torino con il fratello, 24 anni, per aiutarlo in macelleria - Ieri è uscita per prendere una boccata d'aria - Gli inquilini di corso Unione Sovietica 603 sentono l'ascensore fermarsi, una finestra che si apre, un tonfo Muore sull'ambulanza - Una lettera: «Sono una disgraziata, non sono più degna di vivere» - Le sconcertanti dilatazioni di un parente Una ragazza di 16 anni si è gettata dal settimo piano di un edificio della periferia. Consolata Coalova, abitava ad Airasca con 1 genitori e quattro fratelli. Lavorava come cassiera nel negozio che 11 fratello Renato, 24 anni, ha aperto a Torino, In corso Unione Sovietica 501. Non si sa il perché del suicidio. Ha lasciato una lunga lettera, ma senza spiegarlo. All'ospedale, esaminando 11 cadavere, ì medici scoprono che la ragazza aveva già tentato di togliersi la vita quattro o cinque giorni ta: sui polsi ci sono profonde ferite non ancora rimarginate Nessuno In casa se n'è accorto. Le ha tenute nascoste, sotto le maniche dfcl maglione di lana. Era bella, con lunghi capelli neri, un viso delicato, 11 corpo slanciato: si pensa a una delusione d'amore. I familiari negano recisamente: « Impossibile. Non usciva mai di casa, non aveva amicizie. Trascorreva le serate con 1 (rateili minori. La tenevamo d'occhio ». Il fratello Renato conferma: « Partivamo la mattina insieme, in auto. A Torino restava con me tutto il giorno, nella macelleria. Qualche volta, se I non c'era molto lavoro, usciva a guardare le vetrine. Ma sempre a portata di. voce. Tornavamo insieme, a casa, la sera ». Era Inquieta, scontenta? Rispondono: « Per nulla. Una ragazza vivace ». Ieri mattina, nel viaggio da Airasca a Torino, In auto con il frateUb maggiore, Consolata chi-cchlera tranquilla. Dice 11 giovane: » Non ho notato nulla di strano, in tutta (a giornata ». Alle 17, Il negozio è vuoto La ragazza dice: « Esco a prendere una boccata d'aria ». SI avvia per 11 corso, in direzione di Stupinigi, en- tra In un bar. Dirà più tardi 11 cameriere: tt Ha preso un caffè in piedi, al banco. Appariva assolutamente normale ». Esce dopo pochi minuti. Sta facendosi buio, un velo di nebbia fascia 1 fanali, fa freddo. Consolata prosegue, entra nel portone di un palazzo nuovo, signorile, al numero 603. Sono le 17,10. Gli Inquilini del settimo plano sentono lo scatto dell'ascensore che si arresta, poi il rumore della finestra sul pianerottolo che viene aperta. « Subito dopo — raccontano — un tonto sordo, sinistro. Un rumore che è impossibile descrivere ». Escono, si affacciano alla finestra spalancata. In basso, nel cortile, si intrawede aUa luce del crepuscolo una massa scura. Scendono di corsa: Consolata è ancora viva, ha gli occhi chiusi e un gemito sommesso, continuo, le esce dalle labbra. Un medico, il dott. Oberto che gestisce una farmacia dirimpetto, si inginocchia accanto a lei, tenta di assisterla sul cemento gelido. Il suo camice bianco si arrossa di sangue. Pochi minuti dopo, un'ambulanza raccoglie la sventurata e fende 11 traffico del corso con la sirena che urla. Ma prima di arrivare al Mauriziano Consolata muore, con un sussulto, aggrappandosi alle braccia del dott. Oberto. Sul lettino del pronto soccorso, l medici scoprono le ferite sul polsi e l'agente di servizio, in una tasca del cappotto, trova un borsellino. Dentro, con un biglietto da mille lire, c'è un foglio di carta a quadretti piegato in quattro. Dice: it Non sono più degna di vivere, è Impossibile continuare cosi. VI chiedo perdono ». E' una lunga lettera, insolita in chi ha deciso di morire. Saluta uno per uno 1 genitori, 1 fratelli, la sorella: « A volte — le dice — (1 ho invtdtata, fino a odiarti: ti chiedo di: perdonarmi ». Con particolare affetto ricorda 1 due fratelli minori: a Michele ha lasciato 1 suoi glornallnl a fumetti, a Cesare, che è ricoverato all'ospedale perché è stato operato alle tonsille, dice: « Mi spiace, ma quando tornerai a casa, non potrò più giocare con te ». Le ultime righe sono disperate: « Sono una disgraziata, non portate il lutto per me. dopo la mia morte late quello che volete ». E, dopo la firma, ha aggiunto una frase che stringe il cuore: ir Scusate la brutta calligrafia e la carta, ma la mia ultima ora di vita è molto piti importante di queste cose ». A rendere più misterioso l'episodio c'è l'affermazione di uno zio. Egli sostiene: ir Mia nipote è stata raggirata da qualche uomo senza scrupoli che l'ha convinta a seguirlo. Forse per vìncerne la resistenza l'ha drogata, obbligan- dola poi a scrivere quella lettera assurda. Consolata e stata uccisa ». Oggi sarà fatta l'autopsia, saranno così chiariti tutti i dubbi su questa drammatica vicenda. L'ipotesi dei delitto, alla luce del fatti, appare assurda, ma la polizia non può scartare nessuna probabilità. — Un operalo è stato investito da un'auto mentre si recava al lavo¬ ro; credendo di essere rimasto illeso, hn raggiunto la fabbrica. Dopo poco è stato colto da malore: ricoverato In ospedale, versa In fin di vita. E' Raimondo Mucell, 45 anni, abita a Volpitino. L'Incidente è avvenuto ieri, alle 7, sulla strada per Lelnl. Consolata Coalova: un suicidio inspiegabile. Il dr. Oberto, ha cercato di soccorrerla

Persone citate: Coalova, Oberto, Raimondo Mucell

Luoghi citati: Airasca, Torino