La Cambogia pronta a discutere con gli S.U. le infiltrazioni comuniste di Nicola Caracciolo

La Cambogia pronta a discutere con gli S.U. le infiltrazioni comuniste La Cambogia pronta a discutere con gli S.U. le infiltrazioni comuniste Il capo del governo Sihanouk (in un'intervista al «Washington Post») ammette che i «vietcong» hanno basi nel suo paese; e dichiara che gli americani potrebbero inseguirli, purché in zone deserte - Tre giorni fa aveva detto: se saremo invasi, faremo la guerra (Dal nostro corrispondente) Washington, 29 dicembre. Un portavoce della Casa Bianca ha dichiarato oggi che l'Amministrazione « sta considerando attentamente » le proposte contenute in un'intervista che Norodom Sihanouk, principe della Cambogia, ha dato al Washington Post. Nell'intervista Sihanouk ha detto di essere pronto ad incontrarsi con un inviato del presidente Johnson — possibilmente il senatore Mansfield — per discutere della presenza di truppe comuniste vietnamite sul territorio cambogiano. La presa di posizione del Capo dello Stato cambogiano rappresenta un vero e proprio colpo di scena nella situazione del Sud-Est asiatico. Fino a due giorni fa Sihanouk si diceva pronto a fare la guerra agli americani che fossero entrati sul terri torio cambogiano e rifiutava qualsiasi possibilità di trattativa. Oggi invece, ha dichiarato che in certi casi gli americani potrebbero, purché ciò avvenga in territori deserti, inseguire i vietcong che cercano rifugio sul territorio cambogiano. L'esercito cambogiano, ha spiegato, forte di soli 34 mila uomini, non è in gra do di controllare ermeticamente i confini. Truppe del Vietcong o dell'esercito del Nord Vietnam sono spesso entrate in territorio cambogiano per sfuggire agli attacchi americani. Gli Stati Uniti sostengono che il Vietcong ha creato in territorio cam bogiano una serie di basi permanenti. Sihanouk lo nega. Si è detto pronto comunque {a discutere la cosa con un inviato di Johnson e ha suggerito che la neutralità deila Cambogia venga garantita internazionalmente. Che significano queste dichiarazioni? Ufficialmente a Washington nessuno — né al Dipartimento di Stato né alla Casa Bianca — ha commenti da fare. Ci si limita a dire che il testo del Washington Post viene studiato. Si apprende inoltre che gli americani hanno fatto chiedere al governo cambogiano, con il quale i rapporti diplomatici sono stati nel 1965 interrotti, se l'intervista è esatta. Per gli americani l'iniziativa di Sihanouk rappresenta in ogni caso un grosso successo diplomatico. La Cambogia riconosce l'esistenza del problema ed è pronta a discuterlo. Forse del resto non si tratta di un fatto isolato. E' possibile, si osserva a Washington, che Hanoi e il Fronte di liberazione nazionale del Sud Vietnam stiano considerando seriamente la possibilità di trattare prima delle elezioni presidenziali americane del 1968. Il Fronte di liberazioni; recentemente na fatto circolare alle Nazioni Unite un documento in cui si parla della possibilità di un governo di coalizione nel Sud ed ha chiesto di poter inviare dei rappresentanti all'Onu. Per finire, si parla con insistenza della possibilità di una mediazione vaticana Non è verosimile, si dice a Washington, che la Santa Sede si accinga a un passo di questo genere senza che vi sia un minimo di concreta speranza di pace. Nicola Caracciolo

Persone citate: Johnson, Mansfield, Norodom Sihanouk, Sihanouk