Golinelli ha ferito Benvenuti? «Non è vero» dice Wright a Roma

Golinelli ha ferito Benvenuti? «Non è vero» dice Wright a Roma Golinelli ha ferito Benvenuti? «Non è vero» dice Wright a Roma Mercoledì era stato detto che il pugile negro incolpava il "trainer" per la lesione subita da Nino - Ieri, a Roma, Wright ha dato una versione completamente diversa - « Stimo Golinelli — ha dichiarato — e non capisco come mi abbiano attribuito frasi che neppure penso » - Wright è disposto a collaborare alla preparazione del triestino anche per il terzo "match" con Griffith - Teme però che i suoi impegni di lavoro, come collaudatore di automobili, non glielo consentano (Nostro servìzio particolare) Roma, 28 dicembre. « Non ho mai detto che Golinelli con i suoi metodi di allenamento possa aver pròvacato danni a Benvenuti ». Questa, è stata la prima reazione di Teddy Wright alle dichiarazioni che gli sono state attribuite e secondo le quali egli avrebbe accusato il trainer di aver lesionato una costola al pugile triestino prima dell'incontro con Griffith. « Non si può neppure affermare che le mie parole siano state fraintese — prosegue Wright — perché, torno a ripetere, non mi sono mai sognato di sfiorare l'argomento ». Il pugile americano è giunto in nottata a Ostia in treno da Bologna dove ha combattuto contro il campione d'Europa dei pesi medi Carlo Duran. Lo abbiamo rintracciato in casa del suo amico Gianni Sagramora del quale sarà ospite per un po' di giorni. Sul suo volto sono evidenti i segni del combattimento perduto ai punti. Ha il sopracciglio sinistro spaccato, quando si toglie i grandi occhiali neri si notano grossi segni bluastri intorno agli occhi. E' sofferente anche al costato a causa di un vecchio malanno Wright però non mostra di preoccuparsene. Il suo carattere mite è stato scosso da una polemica che l'ha chiaramente contrariato. Si sforza di trovare le parole giuste esprimendosi in un italiano approssimativo. Ma lo fa con foga, agitando le sue mani ossute. « Stimo Golinelli — torna a ripetere — è un allenatore che sa il fatto suo. Non capisco proprio come abbiano potuto farmi dire cose che neppure penso ». Preso atto della decisa smentita, il discorso scivola inevitabilmente sulla ormai famosa costola di Benvenuti: « Mentre io e Benvenuti sta vamo allenandoci — dice Wright — l'ho colpito al petto. Ho visto Nino piegarsi dal dolore e ne sono rimasto sorpreso. Il mio pugno non era stato così forte. Ho capito subito che qualcosa non andava per il verso giusto. E' poi intervenuto Golinelli che mi ha pregato di continuare in tono leggero ». Non fu dunque un colpo di Griffith a provocare a Benvenuti la frattura della costola' « Lo escludo. Quando Benvenuti è salito sul ring era già rimasto vittima dell'infortunio, ma non certo per colpa mia e sono sicuro neppure di Golinelli ». Tornerà ancora a fare lo sparring partner di Benvenuti? « Spero vivamente di sì. Ma dipende da molte circostanze. Ho trovato un buon impiego alla Ford dove lavoro come collaudatore. Non vorrei perdere il posto come mi è già accaduto. Se riuscirò a combattere anch'io nella stessa riunione che vedrà di fronte Benvenuti e Griffith potrò ottenere un permesso dalla mia fabbrica. In questo caso io e Nino torneremo sicuramente ad allenarci insieme da buo ni amici. Altrimenti non se ne farà niente. Il pugilato mi ha dato tante soddisfazioni ma non la tranquillità economica sufficiente per mettere a repentaglio il mio lavoro » Chi vincerà la « bella » fra Griffith e Benvenuti? Wright non esita: « Benve¬ nuti perché è più intelligente. Griffith è molto forte ma l'intelligenza può avere un peso determinante ». Wright si tratterrà ad Ostia ancora una quindicina di giorni. Rientrerà in America quando scadrà il permesso che gli ha concesso la Ford per combattere in Italia. Per ora non ci sono incontri nei suoi programmi anche se il ring mantiene per lui tutto il suo fascino. Difficilmente gli organizzatori italiani lo chiameranno ancora. Wright lo intuisce, ma non vuole arrendersi. « A 31 anni non mi sento affatto finito » conclude con un tono di voce con cui sembra voglia convincere soprattutto se stesso. Mario Bianchini Ted ho messo per iscrìtto le sue precisazioni H.tll**- Ted Wright, a Roma, per maggior sicurezza, ha rilasciato al nostro giornale questa dichiarazione autografa. Il pugile negro non conosce l'esatta grafia del cognome del trainer di Benvenuti (che egli chiama « lolinelli ») ma, a parte questa lieve imprecisione, il tono della sua smentita non lascia dubbi. Wright infatti ha scritto testualmente: « Non è vero che Golinelli abbia fatto male a Benvenuti in allenamento». Un'affermazione «decisiva»

Luoghi citati: America, Bologna, Europa, Italia, Ostia, Roma