L'autopsia sulla piccina di 3 mesi morta misteriosamente ad Aosta

L'autopsia sulla piccina di 3 mesi morta misteriosamente ad Aosta L'autopsia sulla piccina di 3 mesi morta misteriosamente ad Aosta La piccola presentava uno stato di preoccupante denutrizione - Il padre, 26 anni, è stato recentemente condannato a 26 mesi per il furto di un'auto - Sostiene di aver sottratto la vettura per portare una delle sue figlie all'ospedale (Dal nostro corrispondente) Aosta, 27 dicembre. Proseguono ad Aosta le in dagini sulla morte della piccola Alessandra Guaschino, di tre mesi, deceduta in circostanze misteriose. Il Procuratore della Repubblica ha ordinato l'autopsia, che sarà eseguita domani alle 11, da un medico dell'Istituto di medicina legale di Torino. La salma della piccola è tuttora deposta nella camera mortuaria dell'ospedale Mauriziano, dove è stata visitata questa sera dai genitori Pier Luigi Guaschino di 26 anni e Maria Mecca di 24. I due coniugi, originari di Casale Monferrato, abitano a Felinaz di Charvensod con altri tre figli: Nadia di due anni, Luciano di tre e Danilo di quattro. Occupano una vecchia cascina, quattro misere stanze, due al primo piano e due al secondo. In una di queste stanze del primo piano, la tragedia di ieri mattina. Ci dice Maria Guaschino: « Alle 11,30 circa sono salita in camera per prendere la bimba dalla culla e per darle da mangiare: era cianotica. Aveva gli occhi chiusi. Ho chiamato mio marito: "Luigi, Luigi! Alessandra è morta ". Non era mai stata bene la piccina. Di costituzione gracile, era nata di appena tre chilogrammi. Mangiava come un canarino; era in cura dal dott. Norat, di Aosta ». La povera donna nel narrare la sua triste storia | ha il volto emaciato rigato di lacrime; ha 24 anni ma ne dimostra dieci di più, tanto hanno potuto fare il dolore, le sofferenze ed una vita grama. Luigi Guaschino, il padre, dopo un lungo periodo di disoccupazione, da tre giorni ha trovato un'occupazione all'impresa Omca di Domodossola, che ha lavori in corso alla Cogne di Aosta. Venuto in Valle nel 1964, dopo esse-' re stato licenziato dalla società Eternit di Casale Monferrato per riduzione di personale, ha lavorato per qualche tempo alla Mbrgex-Carbo di Morgex, poi si è trasferito ad Aosta e in seguito a Felinaz, dove in questi anni è vissuto si può dire di ~~nsdienti. Ultimamente è stato condannato dal nostro Tribunale a due anni e due mesi di reclusione, per il furto di un'auto, e a 20 giorni di arresto per guida senza patente della stessa vettura, pena che dovrà scontare se la Corte d'appello di Torino, presso cui è pendente il ricorso, confermerà la sentenza del Tribunale di Aosta. « Era il 6 agosto — ci dice Luigi Guaschino —, alle 21 circa Nadia, la penultima delle mie figlie, stava male. Con mia moglie sono andato alla fermata dell'autobus per portarla da un medico ad Aosta; non c'erano più corse, allora ho rubato l'automobile. Ma il Tribunale non mi ha creduto e mi ha condannato. Anche ieri mattina, quando mia moglie è scesa con Alessandra in bràccio che ormai non respirava quasi più, avrei com¬ messo un altro furto pur di portarla subito ad Aosta. Abbiamo chiamato la Croce rossa e nel frattempo ho cercato di farle della respirazione a bocca a bocca. Quando siamo arrivati all'ospedale Mauriziano, Alessandra era morta ». Il resto è noto. Il dott. Gustavo Cerrato accertava al pronto-soccorso che la piccina era morta durante il tragitto «per cause sconosciute». Il cadaverino non presentava segni particolari di sevizie o altro. Scriverà il medico nel suo rapporto alla questura: « La piccina presenta uno stato 'preoccupante. di denutrizione, sembrava di un mese anziché di tre mesi e dodici giorni ». Ora l'autorità giudiziaria cercherà di stabilire le cause della morte. j. v.

Persone citate: Alessandra Guaschino, Gustavo Cerrato, Luigi Guaschino, Maria Guaschino, Maria Mecca, Norat, Pier Luigi Guaschino