«Incontri utili e costruttivi» di Lamberto Furno

«Incontri utili e costruttivi» «Incontri utili e costruttivi» (Nostro servizio particolare) Roma, 23 dicembre. Con una decisione improvvisa, ispirata a motivi di sicurezza, Johnson ha anticipato a stasera la sua visita, preannunciata per domani. Il Presidente americano è arrivato a Ciampino alle 18,55 ed è ripartito dallo stesso aeroporto alle 23,02. In poco più dì quattro ore, spostandosi sempre in elicottero, s'è incontrato con 'Saragat' a Castel Porziano e con Paolo VI in Vaticano: tema del colloquio, la pace nel Viet Nam secondo i « cinque punti» da lui formulati pochi giorni or sono lasciando Washington per l'Australia. Preceduto da due aerei atterrati a Fiumicino, il,quadrigetto di Johnson è arrivato a Ciampino alle 18.55 Il Presidente vestiva di nero, con cravatta nera. Sorridente ha salutato le personai lità venute ad accoglierlo e ha rilasciato una dichiarazione,' nella quale ha insistito soprattutto sul contributo che la Ohìesa, i cattolici e tutti i cristiani possono dare alla pace. « in' Vietnam ho vistò" i forti e chiari visi dei giovani americani — ha detto — costretti a passare una parte della loro giovinezza in guerra per cercare una pace per noi. Ma ora sono in Italia in tempo di Natale: qui il popolo italiano, il cui sangue scorre nelle vene di cosi tanti americani, sente l'atmosfera del Natale, perché tanta parte di ciò che esso significa risiede nell'eterno coraggio della Chiesa ». Quindi Johnson ha raggiunto in elicottero la tenuta presidenziale di Castel Porziano. Saragat l'attendeva all'ingresso della residenza, con il presidente del Consiglio Moro e tt ministro degli Esteri Fanfani. L'incontro fra i due statisti, il quarto in questi anni (l'ultimo dei quali assai recente), è stato molto cordiale. Sulla gradinata, oltre ai corazzieri, erano allineati pacifici guardacaccia. V'è stato un primo colloquio di venti minuti fra i due ' presidenti. Poi le conversazioni sono proseguite per altri cinquanta minuti, presenti oltre a Johnson e Saragat, .Moro e Fanfani per l'Italia, ì consiglieri Rost'ow, Bundv .fi,/Watson e l'amba: sciatore Reìnhardt per gli Stati Uniti. Johnson ha insistito sul suo desiderio di pace nel Vietnam ricordando che le cinque sospensioni dei bombardamenti sinora non hanno ottenuto da Hanoi alcun cenno di disponibilità al negoziato e ha riferito di avere ottenuto in Australia la solidarietà di numerosi Paesi asiatici con gli Stati Uniti. Moro ha esposto la posizione italiana sui problemi internazionali, specialmente sulla crisi europea dopo il veto francese all'entrata dell'Inghilterra nella Comunità. Dopo un caloroso commiato da Saragat, Johnson è risalito sull'elicottero che l'ha trasportato in Vaticano, dove è atterrato alle 20.45. Il Papa ha teso la mano a Johnson che s'è lievemente inchinato. Sono entrati nello studio il card. Cicognani, segretario di Stato, mons. Casaroli, ministro degli Esteri, l'americano mons. Marcinckus come interprete del Papa e il signor Jack Valenti, italo-americano, come interprete di Johnson. Il colloquio è durato un'ora e tre minuti; uno dei colloqui più lunghi fra il Papa e un capo di: Stato, .Paaló^Vie Johnson s'incontravano per la seconda volta, dopo il colloquio al « Waldorf Astoria » durante la visita del Pontefice alle Nazioni Unite, il 4 ottobre 1965. Gli argomenti della conversazione sono stati esplicitamente resi noti in un comunicato vaticano, senza precedenti in udienze private ed anche ufficiali a statisti. Vi è detto che « l'incontro ha risposto al comune desiderio di esaminare alcuni problemi di maggiore attualità, con particolare riferimento al conflitto nel Sud-Est asiatico. Il presidente Johnson ha esposto il suo pensiero sulla situazione esistente nel Vietnam e sulle vie per giungere alla fine del conflitto », confermando la sua intenzione di « ricercare la soluzione della vertenza ». Paolo VI ha manifestato «le sue vive e dolorose apprensioni innanzi a uno stato di cose che lo angustia profondamente per il ministero pastorale che gli compete e per altri motivi di umanità ». Di evidente importanza è l'accenno che il Papa «ha presentato alcune richieste e avanzato suggeriménti circa il modo che, a suo giudizio, sarebbe più idoneo per la composizione del conflitto », da lui ardentemente auspicata. Quindi Johnson ha donato un suo piccolo busto al Papa dicendogli che sua figlia Lucy, convertitasi al cattoJicesimo, aveva insistito perché lo portasse. Per aprire rapidamente l'involucro di carta natalizia, Johnson ha estratto di tasca un temperino e, alla maniera texana, ha tagliato il cordino dorato. Paolo VI gli ha offerto una «Natività» cinquecentesca, una foto con dedica e una copia della « Populorum progressio ». Il congedo è stato cordiale e Johnson, sceso in S. Damaso, ha letto una dichiarazione. « Siamo d'accordo con Sua Santità che una onorevole soluzione è ancora possibile; ho accolto a tal fine il suo giudizio e ho apprezzato profondamente il modo pieno e libero in cui è stato reso. Sua Santità ha suggerito un principio di limitazione reciproca; se questo principio fosse accettato dalle due parti ci sarebbe un progresso rapido e solido verso la pace ». « Saremmo propensi a interrompere i bombardamenti — prosegue la dichiarazione di Johnson — e a procedere immediatamente verso serie e produttive discussioni. Siamo pronti a trattative formali con il Nord; appoggiamo trattative non formali con il Sud ». Con l'elicottero ha poi raggiunto Ciampino dove, prima di imbarcarsi sull'aereo, ha definito «molto utile e costruttiva la visita a Roma » e « memorabile » l'udienza con il Papa. Con Saragat, Moro e Fanfani si è trattato — ha detto — di un incóntro da amici nel quale sono stati esaminati problemi della « grande alleanza atlantica » al cui avvenire « guardiamo con comune fiducia». L'aereo è decollato alle 23,02 per gli Stati Uniti. Lamberto Furno Il cordiale incontro tra Paolo VI ed il presidente Johnson in Vaticano (Tel. Ansa)