In carcere i due giovani per la morte della domestica

In carcere i due giovani per la morte della domestica Concluse le indagini per il delitto di Chiasso In carcere i due giovani per la morte della domestica Si sono costituiti dopo la confessione dell'impiegato milanese loro complice (Dal nostro corrispondente) Milano, 21 dicembre. L'ideatore di quella che doveva essere una rapina di 50 milioni di valuta, finita con la tragica morte della segretaria e governante del gioielliere Schnorf, Antonietta Ripamonti, stordita e cloroformizzata, non sarebbe l'impiegato milanese Aldo Bardelli, ma Giacomo Giamboni, di 57 anni, un milanese trasferitosi a Chiasso. Tutta la verità sulla vicenda è venuta alla luce durante gli interrogatori di Aldo Bardelli e degli esecutori dell'omicidio, Giuseppe Bonetti, di 32 anni, e Giancarlo Colombi, trentenne, che, ieri sera, vistisi scoperti, si sono costituiti. Sono stati loro a uccidere la donna, esagerando nella dose di cloroformio di cui avevano imbevuto un batuffolo di ovatta applicato troppo strettamente alla bocca della Ripamonti. Il Colombi aveva sferrato il colpo alla nuca della donna con un tubo di piombo per stordirla. I due hanno reso ampia confessione. Secondo quanto sostengono i due, fu il Giamboni, attualmente in stato di fermo presso la gendarmeria di Chiasso, ad acquistare la bottiglietta di cloroformio che avrebbe costituito, per la polizia, la prova decisiva. Il Giamboni, dunque, avrebbe confidato la idea al Bardelli spiegandogli che, per realizzare il « colpo » erano necessarie altre due persone come il Bonetti e il Colombi, che già ben conosceva. I due, come è noto, sono riusciti a penetrare nella casa dell'orefice, dove hanno cloroformizzato la donna. Poi hanno atteso invano il corriere della valuta, che non è arrivato a causa di un incidente d'auto alla partenza da Milano. Si è appreso che Bonetti e Colombi avrebbero dovuto attendere anche il « corriere dell'oro », oltre che quello della valuta. Il giorelliere, infatti, ricévuto l'oro (che giunse con sei ore di ritardo), avrebbe dovuto consegnarlo al corriere italiano. Quando i due rapinatori si accorsero che la Ripamonti era morta soffocata, decisero di fuggire dopo aver consegnato ad Aldo Bardelli la borsa contenente i corpi del reato, ossia le sbarre di piombo usate per stordire Antonietta Ripamonti, la corda di nailon e la pistola. Inutile la fuga. Nel giro di due giorni la polizia riusciva a bloccare Aldo Bardelli, che confessava ampiamente, a identificare il Bonetti e il Colombi, che decidevano di costituirsi, e a smascherare anche Giacomo Giamboni. Nella tarda serata il Bardelli e i suoi due complici sono stati rinchiusi a San Vittore, accusati di concorso in omicidio (accusa della quale deve rispondere anche il Giamboni) a scopo di rapina. g. m.

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