Il Piemonte da salvare

Il Piemonte da salvare Un dibattito a «Italia Nostra» Il Piemonte da salvare Il pubblico foltissimo che ieri gremiva il salone della Società piemontese di archeologia e belle arti è un bel segno che anche in, Piemonte, e particolarmente a Torino, l'opera di « Italia Nostra » è seguita con crescente interesse. Appunto la sezione piemontese del sodalizio, cui il presidente prof. arch. Vigilano sta dando un vigoroso impulso, aveva convocalo nella sede di via Napione 2 i suoi aderenti (la quota d'abbonamento è minima, ed i soci dovrebbero moltiplicarsi) per ascoltare il prof. Carlo Braida, l'àrch. Giorgio Lambrocco, la dott.ssa Giulia MolliBoffa, che hanno trattato vari problemi relativi al patrimonio storico-artistico del Piemonte. Dopo aver segnalato il restauro che, con lodevole iniziativa, Villarbasse ha compiuto di un suo monumento, e lo stato deplorevole delle cappelle di Caselette e di Grugliasco, romanica la prima, neoguariniana la seconda, che richiederebbero un pronto intervento prima del definitivo crollo, anche col generoso contributo di privati, il Braida ha delineato lo schema della mostra « Il Piemonte da salvare » in allestimento per l'anno venturo, dopo che a Torino sarà presenta-, ta quella « L'Italia da salvare » nella prossima primavera. E si è rivolto a tutti i soci della sezione piemontese di « Italia Nostra » perché provvedano fotografie. Dal canto suo l'associazione per la tutela dei castelli storici darà il suo contributo, che, per quanto riguarda il Piemonte, sarà imponente. La dott.ssa Molli-Boffa ha quindi fatto un'esauriente analisi degli aspetti territoriali dell'archeologia, con riferimenti pertinenti ai maggiori centri archeologici del Piemonte, da Aosta a Susa; e l'arch. Lambrocco, della soprintendenza ai Monumenti del Piemonte, ha illustrato con l'aiuto di nitide proiezioni, una parte dei restauri che numerosi privati ed enti pubblici, col contributo e l'assistenza della soprintendenza stessa, hanno effettuato in questXuitimi anni." Esemplare quello del quattrocentesco palazzo Buschetti di Chieri, che da uno stato di totale decadimento, la proprietaria, signora Ronco, ha restituito alla originaria dignità adattandolo a'civile abitazione in moderni appartamenti. Con finalità diverse la stessa fortuna è toccata al palazzo Avogadro di Collobiano a Vercelli, al campanile di San Martino di Saliceto, alla ii Villa dalle cento finestre » di Casale Monferrato, all'interno della chiesa di Roccaverano, alla certosa di Asti, e ad altri monumenti di proprietà privata. L'arch. Bruno ha inoltre segnalato il grandioso progetto di restauro del castello di Rivoli, per il quale l'amministrazione civica Tivolese ha già, con en colmabile coraggio, predisposto l'erogazione di 40 milioni. Anche in Piemonte dunque sta diffondendosi la convinzione che i valori storici, artistici, culturali in genere sono un bene comune da difendere strenuamente; e più numerose di quanto di solito sì creda sono le persone che a questa difesa si dedicano, spesso con sacrifici di lavoro tempo e denaro. Occorre che l'opinione pubblica segua con simpatia questi sforzi, creando un'atmosfera di solidarietà, di attesa e di speranza, y mar. ber. —, f

Persone citate: Avogadro, Boffa, Braida, Buschetti, Carlo Braida, Giorgio Lambrocco, Ronco