Arrestato ti presunto assassino dell 'atroce delitto di Viale Eritrea

Arrestato ti presunto assassino dell 'atroce delitto di Viale Eritrea A Roma dopo tredici mesi di Indagini Arrestato ti presunto assassino dell 'atroce delitto di Viale Eritrea Ha 23 anni ed è figlio di un gioielliere - Fece parte della banda dei «Camaleonti» e fu condannato a 3 anni e 10 mesi - Nega di essere l'uccisore di Sergio Mariani - L'impiegato il 12 novembre 1966 venne freddato a rivoltellate mentre correva in soccorso di Simonetta Aprosio, assalita in auto da uno sconosciuto - La ragazza non seppe dare nessun particolare sull'aggressione e venne arrestata per reticenza (Nostro servizio particolare). Roma. 18 dicembre. Un giovane sospettato dì essere l'assassino dell'impiegato Sergio Mariani, ucciso con un colpo di rivoltella mentre accorreva in difesa della ventitreenne Simonetta Aprosio aggredita in auto da uno sconosciuto, è stato arrestato. Si tratta del ventitreenne Dante Valente, che stasera è stato portato nelle carceri di Regina Coeli sotto l'accusa di omicidio. L'imputato, che è figlio di un noto gioielliere, ha respinto tutte le accuse. Simonetta Aprosio, alla notizia" dell'arresto del presunto assassino, ha esclamato: «Speriamo che sia davvero la volta buona», poi si è trincerata nel riserbo impostole dal giudice, e non ha confermato né smentito di essere stata già posta a confronto con il giovane. Il delitto avvenne il 12 novembre dell'anno scorso, verso le 22. Simonetta Aprosio poco prima era stata aggredita .in viale Eritrea, mentre saliva sulla sua automobile, da uno sconosciuto il quale, secondo le dichiarazioni della ragazza, le aveva legato le mani con una cordicella e, mentre lei tentava di sfuggirgli, l'aveva ferita al fianco con un coltello. Proprio in quel momento passava sul viale l'impiegato Sergio Mariani, sposato e padre di due figli. L'uomo vide la ragazza scendere dall'auto lottando con il suo aggressore e ritenne suo dovere intervenire. Lo sconosciuto fuggì inseguito dal Mariani. Quando l'impiegato stava per raggiungerlo il giovane si voltò con una pistola in mano e gli sparò contro alcuni colpi, uno dei quali lo ferì mortalmente al petto. La Aprosio non seppe dire niente di preciso sull'aspetto del suo aggressore, tanto da suscitare negli investigatori il sospetto che ella volesse proteggere l'assassino. La ragazza era rimasta circa un quarto d'ora nell'automobile con l'uomo che l'aveva aggredita e aveva avuto quindi il tempo di guardarlo bene in faccia. A convalidare i dubbi della polizia giunse la deposizione di un sacerdote il quale — all'ora del delitto — aveva notato in viale Eritrea una automobile sulla quale si trovavano un uomo e una donna. Dapprima credette che fossero una coppia di fidanzati, poi, avvicinandosi, si accorse che la donna aveva le mani legate. Il sacerdote cor- se in cérca di un paio di forbici con le quali, se fosse risultato necessario, si proponeva di alutare la giovane, ma quando tornò sul posto il dramma era già accaduto. Insospettiti, gli inquirenti prima fecero sottoporre a perizia psichiatrica la ragazza, poi l'arrestarono il 3 febbraio per - testimonianza reticente. Simonetta Aprosio continuò però a sostenere di non avere idea di chi fosse l'aggressore, di non averlo mai conosciuto, e ottenne di essere rimessa in libertà il 21 marzo. Parve che l'omicida dovesse restare impunito. La svolta nelle indagini sarebbe avvenuta quest'estate, dopo che il commissariato Esquìlino aveva ricevuto una serie di denunce a carico di Dante Valente da parte dì alcune ragazze molestate. Il giovane sposato e padre di un figlio, ha subito in appel lo una condanna a 3 anni e 10 mesi, per aver fatto parte della « Banda dei camaleonti», come vennero chiamati alcuni studenti benestanti autori di decine di furti « per bravata » compiuti nei « quartieri alti » di Roma. Fu rilasciato prima del termine della pena in libertà provvisoria. In una perquisizione a casa sua, in via Daniele Manin 9, gli inquirenti hanno trovato scale di corda da lui fabbricate — sì suppone — per salire alle finestre dalle quali guardare spogliarsi le ragazze prese di mira. Da qui l'inizio di varie indagini, con dotte nel corso delle quali sarebbe stato stabilito che Dante Valente aveva frequen tato anche il quartiere di Simonetta Aprosio e che anzi la ragazza era stata seguita diverse volte nei giorni precedenti l'aggressione. Quattro mesi fa alcuni agenti, nella stazione balneare romana di Ladispoli. avrebbero tentato di arrestarlo, ma senza successo. Ci sono riusciti ieri mattina all'alba, dopo un appostamento durato tutta la notte. g. m. La -ventitreenne Simonetta Aprosio: per difenderla Sergio Mariani fu colpito a morte (Telefoto A. P.) Dall'alto: Sergio Mariani, l'Impiegato ucciso e Dante Valente il ventitreenne accusato (Tel.)

Luoghi citati: Ladispoli, Roma, Viale Eritrea