Le piante che sono simbolo di queste feste di fine anno di Carlo Rava

Le piante che sono simbolo di queste feste di fine anno ~NOTE Di aCRICOLTURU Le piante che sono simbolo di queste feste di fine anno L'abete, l'agrifoglio, la poinsezia e il vischio: come si coltivano, si presentano e si conservano nelle case In ogni paese il costume di infiorare le abitazioni durante le festività natalizie con ornamenti vegetali, che rappresentano altrettanti simboli tradizionali, si sta sempre più diffondendo. Ormai non vi è casa in cui nei giorni di Natale e Capodanno, non sia presente l'agrifoglio, la poinsezia, il vischio, oppure l'albero natalizio. La pianta conifera che viene più usata per la formazione dell'albero natalizio è l'abete, nelle sue diverse varietà (da noi l'abete rosso o Picea Excelsa, comunemente detto Pino di Natale). Gli abeti vengono coltivati in vivaio e restano per due-tre anni nei semenzai, indi trapiantati a file e divelti dopo 3 anni, al momento di essere venduti, con altezze medie variabili da metri 0,80 a 1,20. Per conservarli per qualche tempo, bisogna porli in un vaso contenente terriccio un po' pressato e tenuto un po' umido. Le piante si debbono tenere lontano dai termosifoni e dalle stufe. Un'altra pianta assai decorativa che orna le siepi in molti nostri giardini, e viene venduta in questi giorni, è l'Agrifoglio (Ilex Aquifolium) con frutti rossi posti sui rametti contro le foglie. La Poinsezia (Euphorbia pulcherrima) è il dono floreale natalizio per eccellenza e fu introdotta negli Stati Uniti dal Messico, dove venne scoperta nel 1850 dall'addetto militare statunitense dottor Poinsett, donde il nome. Oggi viene coltivata nelle serre, trova sempre maggior diffusione in ogni ambiente e viene venduta col nome di « Stella di Natale ». E' una pianta molto decorativa, che risolve bene il problema degli omaggi augurali nelle circostanze di queste feste. Altra pianta diffusa in questi giorni è il Vischio (viscum album), che con le sue bacche bianche e lucenti orna le nostre mense di Natale e Capodanno. Il vischio è pianta parassita, la quale attacca e vive su vari tipi di alberi; ospiti favoriti sono il melo, il pioppo e l'abete bianco; non è infrequente trovarlo sul pero, noce, tiglio, olmo, robinia e frassino. Si presenta come un arbusto molto ramificato, sempre verde, e fiorisce in primavera; il frutto è una bacca che matura in autunno, di forma globosa, translucida, con polpa vischiosa. La disseminazione avviene di solito per mezzo degli uccelli. Nel punto in cui tocca il ramo della pianta ospite si fissa, rompe la scorza e penetra nella sua corteccia fino a raggiungere il legno. Questo lavoro di insediamento è lungo e paziente; l'ospite non muore, ma con l'irritazione si formano cercini più o meno grossi sui rami, là dove viene a costituirsi la ben salda impalcatura del vischio. I rapporti tra la pianta ospite ed il vischio non si conoscono a fondo; pare che il vischio assorba acqua e sali minerali. In genere, il vischio riesce più o meno dannoso alla pianta su cui si sviluppa; nei casi gravi può uccidere il ramo da cui è portato, o indebolire la pianta. Nonostante il suo parassitismo, il vischio ha proprietà medicamentose, dovute a principi che sono contenuti nella scorza e nei frutti. Nella scorza si trovano sostanze che servono per combattere la pertosse, la diarrea, i dolori di gotta e ingorghi linfatici, mentre dai frutti si estrae un succo appiccicoso di color verdastro e di sapo¬ re acre, contenente un principio attivo usato per abbassare la pressione del sangue, e nel trattamento di vomiti sanguinolenti nelle emottisi. Carlo Rava

Persone citate: Pino Di Natale, Vischio

Luoghi citati: Messico, Stati Uniti