II western Italiano scopre don Giovanni

II western Italiano scopre don Giovanni SUZZO SCHERMO « John il bastardo » adatta il mito alle esigenze della prateria - «Grande rapina alla Torre di Londra»: giallo da un libro di Wallace « Quando dico che ti amo », commediola canora II western Italiano scopre don Giovanni Quella bravissima a batter le rivali sul traguardo con elusivo delle nozze è Alida Chelli, che forma col Renis una coppietta k la page sufficientemente carina. Le altre, esotiche e nostrane, sono Lola Falana. Luciana Scalise, Penny Brown, Lily Bisirat Un, Inge Beinhauer. Circoscritte prestazioni canore di Caterina Caselli. Jim my Fontana. Lucio Dalla. An narita Spinaci Si nota sim patìcamente. per le sue na turali doti tacete, il cantau tore Enzo lannacci, bravo nella macchietta dell'amico paziente e sfruttato del prò tagonìsta. Scope a colori, re-, gista Giorgio Bianchì, vice (Reposl) — Per allungarsi i. giorni 11 cosiddetto « western all'Italiana » le pensa tutte. John il bastardo rispolvera il mito di don Giovanni, piegandolo alle esigenze d'un « arrabbiato » della prateria, e arrabbiato perché bastardo. Nulla dunque in lui del signorile e del cavalleresco che caratterizza il grande modello, ma soltanto risentimento sociale, bile anagrafica. E allora come si accorda questo John con la figura di don Giovanni? Lasciando che suo padre, il padre che non lo ha voluto riconoscere, si chiama dòn Diego Tenorio, onde lui, se ci fosse giustizia a questo mondo, si chiamerebbe don Giovanni Tenorio, la somiglianza sta in questo: che il nostro eroe sfoga principalmente sulle donne, seducendole e piantandole senza riguardi, la rabbia che gli procura il sapersi e il sentirsi chiamare « bastardo », parola che lo colpisce come uno sputacchio e gli fa mettere mano, subito, alla pistola. Cosi imperversando sulle donzelle del circondario e sui parenti che ne vorrebbero prendere le difese, il seduttóre arriva sulla preda più ambita, la bella e sprezzante Antonia, moglie del suo fratellastro don Francesco Tenorio. Ingannare una donna di più e al tèmpo stesso portare l'onta dell'incesto nella casa del padre aborrito, è doppia cuccagna per il nostro « arrabbiato », che dopo avere spiattellato ogni cosa in famiglia, assiste senza batter ciglio al suicidio della cognata e uccide di sua mano il fratellastro che la voleva vendicare. Ma su questo trionfo finisce la sua storia: un cupo mormone, personificazione della coscienza, fa scoccare l'ora del castigo, e l'atroce giovanotto finisce schiacciato dalla statua d'un santo, ombra di quella del Commendatore. Rintracciare le analogie con la leggenda dongiovannesca e vedere fino a che punto si reggano (c'è anche una specie di Leporello), è il modo migliore di sorbire il lungo film, senza sentirne troppo le lungaggini, le rigidità, le affettazioni imposte dall'ambizioso parallelismo. Diretta per il grande schermo a colori da Armando Crispino, la pellicola riveste la sua « trovata» di suggestive forme spettacolari e dei soliti ingre. dienti di violenza. Con Dick Richardson sono Claudio Gora, Martine Beswick, Gordon Mitchell, Luisa della Noce e altri. Accurata la colonna sonora con canzoni di Nico Fidenco miste a reminiscenze mozartiane. 1. p. (Metropol) — L'oggetto della Grande rapina alla Torre dl Londra è il tesoro della corona inglese custodito con grande sfoggio di guardiani e sentinelle in colbacco nell'illustre edificio citato nel titolo. Il film, diretto da Freddie Francis in bianco e nero, è desunto da un romanzo di Wallace. Un'agguerrita banda di ladri, che lavora scientificamente e riesce a superare i yari sbarramenti difensivi, si impadronisce di parte dei gioielli. Ma il suo compito non è finito perché sopravvengono ripetute complicazioni necessarie ad allungare il metraggio e a procurare tensione sino all'epilogo. Il film è un corretto prodotto di quella serie anglotedesca che dà veste cinematografica ai testi di Wallace, cavandone spettacoli commercialmente dignitosi. Klaus Kìnski (che nel recente « Artiglio blu » aveva i due ruoli principali), qui non è l'interprete più in vista del cast. * * (Faro, Vinzaglio, Eliseo) — Nella commediola sentimentale con canzoni intitolata Quando dico che ti amo, il protagonista Tony Renis ha la parte del gallo circondato da un vago assortimento di donne. Intraprendente con tutte, egli si mette nei guai; le busca addirittura dal gaio sciame di fanciulle, stufe dei sotterfugi e delle bugie di Tony, che vuole amarle tutte contemporaneamente.

Luoghi citati: Londra, Vinzaglio