Le provocatorie pellicole del «New cinema» americano

Le provocatorie pellicole del «New cinema» americano Le provocatorie pellicole del «New cinema» americano Il nuovo ciclo alla Galleria d'Arte moderna (per.) Il pubblico torinese che, secondo la tradizione instaurata dall'Unione Culturale, è chiamato a giudicare le novità dell'avanguardia americana, ha accolto con interesse e stupore un breve ciclo di tre film del « New American t'inema ». Harlol di Andy Warhol — il regista che già la stagione scorsa, con il suo Chelsea girl, ha creato un « caso » — ha destato un certo imbarazzo. L'opery è d'una violenza verbale insolita, girata senza alcun movimento di macchina e interpretata da un protagonista travestito alla maniera di Jean Harlow. Non vi accade quasi niente. Due giovani poeti americani recitano passi delle loro composizioni e sollecitano le reazioni di due donne sedute su un sofà. Il giovane Adams Sitney, presente in sala, ha invece illustrato un suo .cortometraggio a colori. Geografia di Persia: qui, al contrario, abbiamo acrobazie e acceleramenti nella ripresa, sostanzialmente incentrata sul contrasto tra la bellezza fìsica (una donna che si sveste) e la bellezza dell'intelletto (un uòmo che studia). Molto pubblico, infine, per la proiezione di ieri alla Galleria d'Arte Moderna. Stan Brakhage non è certamente un autore facile e lo sanno i torinesi che per quattro ore e'mezzo assistettero sei mesi fa al suo Art of vision. In Vi" Psalm Branch ha voluto offrirci dolorose immagini di guerra, contrappuntate da sequenze che si ispirano alle teorie di Freud e di Nietzsche. Alcuni brani di pellicola sono stati colorati a mano.

Persone citate: Adams Sitney, Andy Warhol, Branch, Freud, Jean Harlow, Nietzsche, Stan Brakhage