L'azione dei colonnelli ad Atene di Igor Man

L'azione dei colonnelli ad Atene L'azione dei colonnelli ad Atene (Continua dalla 1' pagina il servizio del nostro inviato in Grecia) no To Virna. Si tratta di persone considerate « intoccabili» sino a ieri, alle quali s'era consentito di far la fronda e di intrecciare contatti con Karamanlis. C'è chi vede una contraddizione nel comportamento dei colonnelli: da una parte risparmiano ogni accusa al sovrano — che fra l'altro avrebbero potuto benissimo arrestare —, ordinano che si continui a pregare per lui, che la sua fotografia rimanga nei pubblici uffici; dall'altra, colpiscono i suoi fedeli o supposti tali. Ma c'è pure chi vede nel modo di agire dei colonnelli la conferma d'un metodo che consiste nell'eliminare progressivamente gli avversari della Giunta, i fautori del regime democratico parlamentare, evitando di traumatizzare l'opinione pubblica, non fosse altro perché non è necessario. Se qualcuno, infatti, s'era illuso che il « contro-colpo » sarebbe riuscito, oggi deve rassegnarsi all'evidenza: i colonnelli sono più forti di quanto non si pensasse. Forti al punto da ostentare compatimento verso il re. Non lo attaccano, ma lasciano circolare « voci », « indiscrezioni » volte a screditarlo, a dipingerlo piuttosto che come un sovrano deciso a riportare il paese nella legalità, come uno sciocco « comandante di boy-scouts » (il re effettivamente ha anche questa carica). Si dice che il pilota dell'aereo che doveva portare Costantino a Larissa, involandosi, abbia telefonato a Papadopulos avvertendolo: « Vado col mio re », ricevendone per tutta risposta: « Bell'imbecille! ». ,, E' possibile che i colonnelli non avessero l'intenzione di mettere alla porta il sovrano, almeno per ora, facendogli comodo la sua « copertura ». Allontanandolo avrebbero incontrato quelle difficoltà di ordine internazionale che ora gli si prospettano, ma, quando il re « ha deciso di andare a impiccarsi con le sue mani» (per usare l'espressione di un ufficiale della Giunta), lo han lasciato fare, dopo essersi ben inteso assicurati che la tagliola, a suo tempo predisposta, sarebbe scattata. E così lo hanno umiliato facendogli constatare che i « suoi » soldati gli preferiva no la Giunta, che il popolo non lo seguiva; gli han concesso di partire, spedendogli a Roma, con un secondo aereo, cortigiani, medici, cane e bagagli. Insomma, è stato Costantino a volersene andare, tendono a dimostrare i colonnelli; se è disposto a fare il re « travicello », torni pure. Su questo sfondo le « trattative » di cui si continua a parlare ad Atene tra il sovrano e la Giunta appaiono per 10 meno improbabili. Semmai, se trattative veramente ci sono, come si continua a sostenere da più parti, esse verterebbero non già sul ritorno del re bensì sulla possibilità di assicurare la « continuità della monarchia » — alla quale i colonnelli hanno affermato di non voler rinunciare — in maniera più legalitaria. E cioè sostituendo l'attuale reggente, un generale, con un membro della famiglia reale, la principessa Irene, sorella di Costantino. Oppure portando sul trono il principe ereditario di sei mesi, « assistito » sino alla maggiore età dal Primate della Chiesa ortodossa. C'è un precedente storico, quello dell'arcivescovo Damaskinos, nominato reggente nel 1944. In questo senso si starebbero adoperando, tramite i buoni uffici degli Stati Uniti, il ministro degli Esteri Pipinelis (atteso per domani sera ad Atene), l'armatore Nyarkos, che avrebbe preso contatti con il generale Patakos, il « monarchico » della Giunta. Una simile soluzione tuttavia non modificherebbe 11 « programma rivoluzionario » di Papadopulos, né tanto meno limiterebbe il suo potere. Il colonnello è deciso a imporre la dittatura militare, piaccia o non piaccia agli Stati Uniti, ai Paesi della Nato. Se è vero che la Grecia ha bisogno degli aiuti americani e non vuole l'isolamento internazionale, è anche vero che il Patto Atlantico non può rinunciare alla Grecia, punto nevralgico nello scacchiere difensivo mediterraneo: questo il ragionamento di Papadopulos, semplicistico fin che si vuole ma forse non pro¬ prio sballato. Igor Man

Persone citate: Damaskinos, Karamanlis, Larissa, Papadopulos

Luoghi citati: Atene, Grecia, Roma, Stati Uniti