Come si deve tenere una piantina in vaso
Come si deve tenere una piantina in vaso Come si deve tenere una piantina in vaso La cosa più semplice che si possa vedere è un vaso di cotto contenente terra e del verde che ne esce fuori. E basta questa semplicissima composizione per giudicare se chi coltiva ha pratica e la dovuta sensibilità. La pianta in vaso cresce per amore. Talvolta anche nelle più umili case si vede una sontuosa cascata di gerani, sia pure in un barattolo di latta. Una vecchietta per anni e anni ha mantenuto una pianta di garofani ch'io le diedi: sempre rigogliosa, ben contenuta, senza seccume; meglio di quella stessa varietà affidata ai miei operai così detti « giardinieri ». E' una generosa prudenza il regalare, a chi ne ha passione, qualche pianta che ci preme: semi, ceppi, talee, è l'unico modo per non rischiare di perdere una data varietà. Così fu per me durante la guerra per un certo varietà, così fu per me rante la guerra per un « Crisantemo rosa, allora nuovissimo e raro. E così ancora per la Campanula fragilis che si trova in ogni finestra del Cadore (dove la chiamano Stella d'Italia), ma che sistematicamente a Roma mi perdevano. A voler fare le cose a modo, si mette nel fondo del vaso un coccio concavo a sormontare il foro centrale per evitare che l'acqua scorra via in fretta, asportando terra o che la medesima intasi il foro. Avendoli, è bene mettere altri cocci frantumati o sassetti. Non si deve riempire il vaso con la terra fino all'orlo, ma lasciare un vuoto di uno o due dita (un decimo dell'altezza del vaso). Questo spazio serve a contenere l'acqua quando si annaffia, che altrimenti deborderebbe. E non bisogna annaffiare se la terra è ancora bagnata ma farlo quando abbia cominciato a prosciugarsi. Il solito paragone con noi: è più salutare mettersi a tavola quando si avverta lo stimolo dell'appetito, non dico fame. Inutile dire che la terra bagnata è di colore scuro, quando si fa arida e secca diventa più chiara e questo è un segno. Inoltre occorre badare che la superficie non formi crosta, in tal caso graffiarla con un qualsiasi piccolo attrezzo o una forchetta, per esempio, dovendo la terra rimanere aerata. Come per i nostri pasti anche per le piante è meglio stabilire e rispettare una certa regolarità di intervalli. E di tanto in tanto fornire un maggior nutrimento con dei concimi che facilmente si trovano in commercio. Sarebbe allora offrire un pranzetto alle nostre amiche piante. Qui mi piace ricordare lo strattagemma (riportato da « Selezione ») a cui ricorse una signora in vista di una sua assenza. Sistemò tutte le piante in una vaschetta vicino al mobile-bar con un cartello dedicato al marito: «Anche a noi piace bere ». Per chi ama ia natura Gina Sgaravatti
Persone citate: Gina Sgaravatti
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