Griffifh in 6 riprese sul ring di Roma schianta la resistenza di Colfarini
Griffifh in 6 riprese sul ring di Roma schianta la resistenza di Colfarini IL NEGRO CAMPIONE DEL MONDO SI E9 IMPOSTO CON FACILITA9 Griffifh in 6 riprese sul ring di Roma schianta la resistenza di Colfarini Il pugile italiano sconfitto per getto della spugna - Nelle fasi iniziali Griffith non si impegna a fondo - Il pubblico fischia e lo insulta Lo statunitense parte all'attacco e con un destro fortissimo mette al tappeto l'avversario - Nel precedente incontro Moraes battuto per una testata Emile Griffith scatenato: Remo Golfarinl è chiaramente in difficoltà (Telefoto) (Dal nostro inviato speciale) Roma, 15 dicembre. Il discusso « match » fra il campione del mondo dei pesi medi Emile Griffith e l'immaturo pugile italiano Remo Golfarini, detentore del titolo nazionale dei pesi superwelters, non ha richiamato al Palazzo dello Sport romano la folla delle grandi occasioni. Poco più di diecimila persone erano presenti nel recinto, con un incasso che per- Questi i risultati a riunione romana Pesi superleggeri: Duranti (Grosseto) kg 63,100 batte Sabri (Torino) kg 63,200 ai p. in 6 riprese; Fanali (Livorno) kg 63 b. Bruno De Pace (Taranto) kg 62,500 per abbandono alla prima ripresa. Pesi massimi: Ward (Stati Uniti) kg 85,300 b. Echevarria (Bilbao) kg 97,500 ai p. in 6 riprese. Pesi mediomass.: Johnny Persol (Stati Uniti) kg. 79,50 h. Moraes (Brasile) kg. 79, per ferita alla quarta ripresa. Pesi medi: Griffith (Stati Uniti) kg. 71,300 b. Golfarini (Italia) kg. 72,900 per getto della spugna, in sei riprese. metterà a malapena all'organizzatore Tommasi di far quadrare i conti. Il fatto è che questo «incontro sbagliato » sul quale si sono concentrate in questi giorni violentissime polemiche, a causa dell'evidente squilibrio di valore fra i due contendenti, costituiva un notevole rischio non solo per il temerario pugile livornese ma anche per gli spettatori. Nel timore che Griffith non facesse sul serio e che l'incontro si trasformasse quindi in una stucchevole esibizione per insufficiente combattività del campione del mondo, molti sportivi se ne sono rimasti a casa. Purtroppo per Golfarini, Griffith ha fatto sul serio, o meglio si è deciso a dar prova della sua indiscutibile classe a metà del combattimento, quando il pubblico, già piuttosto turbolento per lo sconcertante esito del match precedente, stava perdendo la pazienza. A metà del sesto round, scosso da un minaccioso coro di fischi, il negro ha temuto che si ripetesse il lancio di oggetti contundenti che aveva salutato la sua figuraccia di tre anni fa con Duran. 1 Il campione del mondo allora ha rotto gli indugi, ha avuto uno scatto rabbioso, ha stretto Golfarini alle corde e gli ha fatto piegare le ginocchia con un sinistro al lo stomaco, completando poi l'opera con un violentissimo montante destro alla mascel . la. Il toscano s'è abbattuto riverso sulle corde, ha ri¬ schiato addirittura di finire fuori del ring. L'arbitro Barrovecchio gli ha dato una mano iniziando il conteggio con molta lentezza, ma quando, scandito il nono secondo, Golfarini si è rialzato in piedi, era evidente che il toscano, ormai coi riflessi annebbiati, non era più in grado di proseguire. Barrovecchio avrebbe voluto far continuare l'incontro egualmente e difatti ha chiamato i due contendenti al centro del ring, ma con molto buonsenso il manager di Golfarini, il dott. Ballarati, ha preferito evitare al suo ragazzo un'inutile punizione e ha gettato la spugna, interrompendo il combattimento. Prima di questo drammatico epilogo — l'epilogo che in fondo il pubblico voleva — l'incontro si era trascinato piuttosto stancamente. Golfarini aveva fatto coraggiosamente la sua parte con una tattica tutta diversa da quella adottata a suo tempo da Duran: l'italo-argentino aveva cercato di salvarsi sfuggendo costantemente all'iniziativa del negro, Golfarini invece ha cercato di impedire al campione del mondo di sviluppare la sua boxe standogli costantemente addosso, legando e spingendo. Una tattica ostnizionistica perfettamente logica, date le capacità del campione, ma che naturalmente ha influito sulla spettacolarità dell'incontro, scatenando le reazioni del pubblico. Gli spettatori, che avevano accolto Griffith all'apparire sul ring col grido di « Nino, Nino », e che avevano tributato un calorosissimo applauso allo stesso Benvenuti quando l'ex campione del mondo era stato presentato in un intervallo, a questo punto hanno cominciato a spazientirsi, a fischiare e a gridare anche qualche insulto all'americano. Questa sferzata ha dato a Griffith la rabbia per scatenarsi e per ottenere ai danni di Golfarini la vittoria prima del limite. Tra gli altri incontri della riunione facevano spicco quelli fra il giovanissimo peso massimo americano Forrest Ward e l'anziano spagnolo Echevarria e tra i mediomassimi Johnny Persol e Renato Moraes, quest'ultimo ingaggiato in sostituzione di, Giulio Saraudi, ammalatosi prudentemente dopo aver conosciuto il nome del suo avversario. Moraes si stava guadagnando coraggiosamente le sue 900 mila lire di borsa, impegnando a fondo il picchiatore americano Persol, quando sul finire della quarta ripresa si è verificato uno sconcertante episodio che ha rovinato tutto. In un concitato scambio al centro del ring i due contendenti — forse con maggior colpa dell'americano — si sono violentemente scontrati testa contro testa. Moraes ha avuto la peggio. Ha barcollato appoggiandosi alle corde e l'arbitro non ha sa¬ puto tenere il controllo della situazione. Il direttore dell'incontro avrebbe dovuto contare il negro brasiliano, riservandosi poi di decidere il verdetto in accordo con i giudici. Il signor Bertini, invece, ha bada to soltanto a soccorrere Mo raes e ad accompagnarlo nell'angolo, dove il medico ha constatato l'esistenza di una forte contusione nella parte destra dell'osso parietale. Inevitabile quindi la sconfitta dello sfortunato Moraes per ferita, quando il verdetto più iogico sarebbe stato un « no contest » per reciproca testata o forse, anche, di squalifica dell'americano. i Gianni Pìgnata
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