Chiesti 21 anni ciascuno per i Bebawi «Youssei sparò, Claire gettò il vetriolo»

Chiesti 21 anni ciascuno per i Bebawi «Youssei sparò, Claire gettò il vetriolo» Il processo d'appello per II delitto di via Veneto Chiesti 21 anni ciascuno per i Bebawi «Youssei sparò, Claire gettò il vetriolo» danna il Procuratore Generale ha concluso la sottile opera di demolizione della prima sentenza, con la quale i Bebawi furono assolti per insufficienza di prove. Quella decisione, secondo Donato di Migliardo, rivelò che l'Assise di primo grado, dopo un processo lunghissimo, non ebbe il coraggio di fare giustizia. Sembrò ai giudici che gli indizi raccolti sul dramma di via Veneto non si potessero concretizzare in autentiche prove. «Io affermo invece — ha Il P. M., a conclusione della sua requisitoria durata 14 ore, ha detto: «Sono entrambi colpevoli. Per motivi diversi odiavano Farouk Chourbagi e decisero di ucciderlo» - Oggi cominciano a parlare i difensori - La sentenza forse prima di Natale (Nostro servizio particolare) Roma, 13 dicembre. Ventura anni di reclusione per Ciaire Ghobrial, ventun anni per suo marito Youssef Bebawi: ecco le richieste formulate all'Assise d'Appello dal Procuratore Generale, che ritiene i due coniugi egiziani responsabili in egual misura della morte di Farouk Mohamed Chourbagi, di ventotto anni, ucciso a colpi di pistola e vetrioleggiato nel suo ufficio di via Veneto il 18 gennaio 1964. Quando il rappresentante della pubblica accusa, Francesco Donato di Migliardo, dopo aver parlato per tre udienze, ha chiesto la condanna dei Bebawi, pur concedendo loro circostanze attenuanti, il padre della vittima, Sebhi Chourbagi, ex ministro del Tesoro dell'ultimo re d'Egitto, si è alzato in piedi ed ha fatto col capo un piccolo cenno d'approvazione. Ciaire e Youssef, sono molto lontani dall'Italia, lei in un ospedale di Alessandria d'Egitto, lui a Kartoum nel Sudan. Con le sue istanze di con¬ detto il Procuratore Generale — che la Ghobrial e suo marito sono colpévoli e che pervennero al disegno di un omicidio premeditato doppiamente aggravato in concorso morale e materiale fra loro. Entrambi, per diversi motivi, odiavano Chourbagi: Bebawi perché il giovane e ricchissimo industriale si era introdotto subdolamente nella sua famiglia e ne aveva distrutto la tranquilla esistenza; Ciaire perché Farouk, con la disinvolta Incoscienza dei giovani, si era impadronito della sua vita, aveva fatto di lei la propria amante, poi stanco l'aveva abbandonata al suo destino». 1 Donato, nell'ultima parte della requisitoria, si è dichiarato convinto che la Ghobrial fosse innamorata dì Farouk e prese ad odiarlo quando il giovane ormai stanco di lei cominciò a trascurarla e a frequentare altre donne. «Il 18 gennaio 1964 — ha detto il Procuratore Generale — quando arrivarono a Roma in aeroplano, Ciaire e Youssef si trovavano nell'identico stato d'animo. L'ora fatale per Farouk Chourbagi scoccò quando l'esigenza di vendetta di Bebawi si fuse con quella della moglie. Nacque fra i coniugi l'accordo per uccidere, quell'accordo che i giudici di primo grado, diciotto mesi fa, non seppero cercare. Furono d'accordo in tutto. Portarono l'arma adatta e l'acido solforico; s'introdussero nell'ufficio commerciale di Farouk; lui sparò ripetutamente; lei gettò il vetriolo sul vólto dell'amante forse già morto. Furono cosi scaltri da scegliere un sabato per la loro scellerata impresa. Sapevano che la domenica l'ufficio sarebbe restato chiuso, che il cadavere sarebbe stato scoperto solo il lunedi. A quell'ora i Bebawi erano già ad Atene, dove si ritenevano in salvo». La requisitoria, durata com- plessivamente quattordici ore, ha preso l'avvìo verso la conclusione. Nonostante l'assenza degli imputati, l'aula era affollata. « I Bebawi — ha detto Donato — sono colpevoli di un delitto premeditato, ma anche meritevoli di attenuanti. Voi, giudici, dovete aver presente il dramma lacerante del marito tradito e della moglie infedele che ha finito con l'odiare l'amante. Ventun anni di reclusione ciascuno rappresentano una condanna equilibrata, saggia, conforme 'a giustizia». Domani cominceranno a parlare i difensori. Forse prima di Natale si avrà la sentenza. Arnaldo Geraldini 4 .

Luoghi citati: Atene, Egitto, Italia, Roma, Sudan