I progetti per fare di Genova una grande metropoli del futuro

I progetti per fare di Genova una grande metropoli del futuro PARLANO AMMINISTRATORI, INDUSTRIALI, SINDACALISTI I progetti per fare di Genova una grande metropoli del futuro Vi è un ampio programma per rompere l'isolamento della città: miglioramento del porto, nuovo scalo a Voltri, rapidi collegamenti con Piemonte e Lombardia mediante monorotaie e linee ferroviarie speciali -1 privati sono favorevoli a contribuire almeno in parte al finanziamento delle grandiose opere - Ma bisogna scegliere fra decine di progetti e realizzare qualcosa subito (Nostro servizio particolare) Genova, 12 dicembre. «Si può resistere per due 0 tre anni. L'economia genovese tiene le posizioni, ma potrà farlo per un tempo limitato. A un certo momento si dovrà pur sbloccare la situazione », dice il presidente degli industriali, Benito Vaccari. « Devono intervenire fattori determinanti, risolutivi », aggiunge per introdurre il discorso sulle grandi idee oggi unanimemente accettate: immediato miglioramento del porto; nuovo portò a Voltri (fra pochi anni 11 traffico raggiungerà i 70 milioni di tonnellate, di cui 28 da inoltrare su autocarri e per ferrovia); espansione industriale nelle piane piemontesi oltre l'Appennino; nuovo ruolo di Genova come centro direzionale strettamente legato a Milano e a Torino. L'ansia di realizzare sta salendo." Diminuisce il timore delle idee avveniristiche: già si parla di un treno su cuscino d'aria che potrebbe collegare Genova; a Milano in 25 minuti. L'idea, in forma embrionale, circola da pochi giorni. I progetti si moltiplicano e si dilatano. Sta tramontando il « genovesismo » come struttura morale restrittiva, troppo prudente. Ma è ancora difficile ottenere lo scatto realizzatore, benché i tempi sembrino maturi. Quando si comincerà a costruire? « Tutta Genova vuole il porto di Voltri. ed è disposta a sacrificarsi quanto necessario perché la realizzazione avvenga al più presto possibile » dice il sindaco Pedullà. Il riferimento al porto ritorna costante in tutti i colloqui, come un tema assoluto. Si riconosce l'impossibilità di pronti e adeguati finanziamenti statali. Genova ha avuto 15 miliardi: 10 destinati all'ammodernamento del vecchio porto e 5 alle opere di Voltri, che ne richiedono almeno 120. « Si àevono muovere ' i privati, se non vogliamo giocare, all'infinito con i progetti »,' dice il sindacalista Cerofolirli. E il presidente della Camera di Commercio, Risso, mi conferma i sondaggi fatti nelle categorie interessate: « Stiamo studiando forme di parziale finanziamento, attraverso auto-tassazioni e contributi, come già avvenne per l'aeroporto ». Jack Clerici, agente marittimo, aperto alle esperienze . internazionali in questo campo, allarga il discorso: «Dobbiamo ricorrere anche a finanziamenti privati, per realizzare il porto di Voltri. Ma 1 privati, non soltanto genovesi, si muovono se hanno garanzie di efficienza »: La disputa è difficile, perché coinvolge l'intera impostazione di una politica portuale. P9rò a Genova si ha una decantazione dei vecchi dogmatismi; si allarga il consenso sulle linee di fondo. « Siamo d'accordo, in pieno, sul coordinamento dei piani pubblici e dei programmi privati », mi dice l'ingegner Pietro Campanella, presidente degli armatori riuniti nell'associazione « San Giorgio » (dai Costa ai Cameli, per citare due nomi associati all'idea di navi grandissime e di aziende di peso internazionale) I finanziamenti privati, sia pure a certe condizioni, non dovrebbero mancare. Ma per realizzare quali progetti? Se usciamo dalla genericità dei propòsiti, eccoci alle prese con àlfre dispute: Non è stato ancora deciso quale sia il miglior tipo di porto da costruire a Voltri, quali siano le '•soluzioni tecniche preferibili per collegarlo con l'entroterra. L'Ilres (Istituto ligure di ricerche economiche e sociali) ha presentato l'altro giorno l'ultima edizione del suo: schema. Porto a Voltri con caratteristiche rivoluzionarie: poche banchine, disposte in modo da permettere lo sbarco rapido e l'inoltro continuo delle merci, con un massimo di 24 mila tonnellate al giorno per « accosto ». (in linguaggio - terrestre diremmo « posto-nave'». Linea ferroviaria speciale, lunga poco meno di 30 chilometri (21 e mezzo-in galleria), fra Voltri e la piana a nord di Ovada. I treni carichi di mèrci arriverebbero ai depositi e ai centri di smistamento piemontesi in 25 minuti, con -una capacità annua di 50 milioni di tonnellate. Costo dèlia ferrovia: 36 miliardi. Il progettista dèlia linea speciale, ingegner Jelmonl, ha studiato l'autostrada Voltri Ovada Sempione, che toccherebbe la stessa zona del «terminal.» oltre Appennino. Ancora lUres propone di utilizzare le vecchie ferrovie 1dei Giovi e di Ovada, già destinate all'abbandono, come linee suburbane al servizio dei « pendolari ». Dice il direttore dell'Ilres, prof. Vacca: «Sarebbe pura follia chiudere quei due tronchi ferroviari, con tante gallerie e opere d'arte. Spendendo meno di 10 miliardi si avrebbe una metropolitana Genova-Ovada; 11 viaggio sarebbe brevissimo, venticinque minuti. Nettamente inferiore il costo per trasformare in metropolitana la vecchia Genova-Busalla. Se non permettiamo ai genovesi di raggiungere le zone oltre Appennino in 20-25 minuti, come possiamo parlare di espansioni industriali, di Genova centro direzionale? ». L'idea è stata accolta ieri sera dal Consiglio comunale, come parte integrante del piano 1968-71. Purtroppo un residuo di manicheismo aveva vietato fino a ieri di riconoscere la bontà di idee diverse e nuove, tanto più se introdotte da « foresti ». C'era uno schieramento di forze a difesa del vecchio progetto di Voltri, o progetto Capocaccia, e contrario a tutti i progetti Ilres. Ma lo stesso prof. Capocaccia, preside della Facoltà di ingegneria, mi dice: « Tutti i progetti, il mio compreso, invecchiano restando nei cassetti. Qualora il mio contributo fosse ritenuto utile sarei pronto a confrontare serenamente le idee ». « Grette mire », diceva Cavour, seccato dai litigi dei genovesi. Oggi il giudizio sarebbe più benevolo, perché gli irrigidimenti stanno cedendo a nuove forme di collaborazione. Il presidente della Camera di Commercio annuncia: « Abbiamo finanziato un gruppo di studio non per opporre un controprogetto a quello llres ma per dare un contributo alla ricerca della soluzione ottimale. Speriamo di farcela éntro tre mesi ». Il T/rOf : Da gn i nov nuovo pre*j sidente del Consorzio del porto, ente che non era mai stato tenero con i nuovi progetti, dice apertamente: « Io ho grande simpatia per le proposte Ilres perché ho simpatia per chi studia seriamente. Non capirò mai come si possa assumere un atteggiamento pregiudiziale di negazione o di approvazione su qualsiasi progetto ». E', dunque, vicino il giorno delle scelte e degli Impegni concreti? Forse il rilancio di Genova dipende in larga misura ' dal superamento della lentezza nelle decisioni, anche da una fiammata di empirismo. Mario Fazio